Addio ai compiti tradizionali, sì agli smartphone e all’AI: in Estonia 58.000 studenti vivranno una scuola più digitale
Mentre in molti Paesi europei si dibatte sull’uso degli smartphone tra i banchi, spesso proibiti o fortemente limitati, l’Estonia intraprende una direzione opposta. Con appena 1,4 milioni di abitanti e una lunga tradizione di innovazione digitale, il piccolo Stato baltico si prepara a introdurre ufficialmente l’intelligenza artificiale nella scuola pubblica. Il progetto si chiama Ai Leap e promette di coinvolgere, entro il 2027, 58.000 studenti e 5.000 insegnanti. L’obiettivo non è sostituire la figura dell’insegnante, ma supportarla con strumenti personalizzati in grado di adattarsi ai bisogni del singolo alunno. Una svolta che cambia radicalmente l’approccio alla didattica.
Ai Leap: un compagno di classe digitale
A partire dal prossimo anno scolastico, gli studenti estoni di 16 e 17 anni riceveranno un account personale di intelligenza artificiale, progettato per accompagnarli nel percorso educativo. Il sistema, annunciato anche dal quotidiano britannico The Guardian, è già oggetto di ampio dibattito nei forum educativi europei. Questa IA fungerà da tutor digitale, in grado di fornire feedback, proporre esercizi mirati, colmare eventuali lacune e suggerire percorsi alternativi in base ai risultati. Non più dunque compiti standard per tutti, ma apprendimento su misura, dinamico e dialogico.
Addio ai compiti scritti, spazio al pensiero critico
Il cuore del programma Ai Leap non è solo tecnologico, ma soprattutto pedagogico. L’Estonia mira infatti a superare il modello scolastico centrato sulla memorizzazione, per favorire il pensiero critico, la creatività e le capacità argomentative. I tradizionali compiti scritti verranno gradualmente sostituiti da esami orali, progetti interdisciplinari e valutazioni formative. “Dobbiamo evolverci verso un pensiero più profondo, o la tecnologia prenderà il sopravvento sulla nostra coscienza”, ha affermato Kristina Kallas, ministra estone dell’Istruzione. La sfida è quindi culturale prima ancora che digitale: formare cittadini in grado di interagire consapevolmente con le macchine, senza farsi dominare da esse.
Una rivoluzione lunga trent’anni
L’introduzione dell’intelligenza artificiale a scuola non è un’iniziativa isolata. Fa parte di una strategia educativa trentennale, iniziata negli anni ’90 con il piano “Tiigrihüpe” (salto della tigre), che ha portato internet e computer in tutte le scuole del Paese subito dopo l’indipendenza dall’Unione Sovietica. Oggi l’Estonia è tra i Paesi più digitalizzati d’Europa: ogni cittadino possiede un’identità digitale fin da piccolo, i materiali didattici sono interamente digitali e le comunicazioni scuola-famiglia avvengono tramite app dedicate. La tecnologia non è un fine, ma un elemento strutturale del sistema scolastico.
I numeri parlano: Estonia prima nei test Pisa
La lungimiranza estone si riflette anche nei risultati internazionali. Secondo l’ultimo rapporto OCSE-Pisa, gli studenti estoni sono al primo posto in Europa per rendimento in scienze, matematica e pensiero creativo, superando persino la Finlandia, da tempo considerata un modello di riferimento. Un successo che conferma l’efficacia di una strategia educativa fondata su tre pilastri: innovazione, autonomia scolastica e inclusione digitale.
Italia: un approccio prudente e restrittivo
Nel frattempo, l’Italia sembra muoversi nella direzione opposta. Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha recentemente proposto un divieto generalizzato dell’uso degli smartphone per gli studenti sotto i 14 anni, sostenendo la necessità di proteggere la salute mentale e la concentrazione dei ragazzi. Un approccio che riflette la diffidenza verso il digitale in classe e la paura di un eccesso tecnologico. Ma che rischia di lasciare la scuola italiana indietro rispetto a una trasformazione già in atto nel resto d’Europa.
Intelligenza artificiale a scuola: un laboratorio per il futuro
Il modello Estonia non è privo di critiche. I sindacati chiedono maggiori investimenti nella formazione degli insegnanti. Gli psicologi mettono in guardia contro il rischio di sovraccarico digitale. E resta il nodo dell’equità: un’intelligenza artificiale davvero utile può amplificare le disuguaglianze se non accompagnata da un supporto familiare e sociale adeguato. L’uso dell’IA nelle scuole è accompagnato da rigorosi standard su privacy, trasparenza e sicurezza dei dati. Il vero punto di forza del progetto estone è la sua visione d’insieme: la tecnologia come strumento per potenziare la mente, non per sostituirla. Una scuola che insegna a farsi domande, a ragionare, a trovare soluzioni nuove, usando l’intelligenza artificiale come leva per accrescere l’intelligenza umana.
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