Un progetto pionieristico che rende la consulenza accessibile a tutti, abbattendo pregiudizi e superando le distanze
Sensibilizzare sul tema della salute mentale, offrendo un sostegno psicologico gratuito e, soprattutto, itinerante. È questo l’obiettivo del progetto sperimentale “Psicologo on the road”, portato avanti da StudioPsiche di Firenze. Per il terzo anno consecutivo, un camper con a bordo psicologi professionisti fa tappa in alcuni comuni della Toscana, mettendo a disposizione della cittadinanza un aiuto concreto e professionale. «L’intento è normalizzare l’accesso al supporto psicologico, per troppo tempo appannaggio solo di chi poteva permetterselo, abbattere lo stigma sociale che spesso accompagna chi si rivolge a professionisti della salute mentale e, allo stesso tempo, intervenire prima che il disagio peggiori perché trascurato», dichiara Maurizio Cinquini, psicologo e psicoterapeuta che, insieme a Stefano Molinari, psicologo, coordina l’iniziativa.
Dottor Cinquini, come nasce l’idea del progetto “Psicologo on the road”?
Nel 2021, dopo una riflessione con un gruppo di amici. Ci colpiva il fatto che fossimo tutti molto preoccupati di quanto la pandemia avesse peggiorato il livello di benessere nella popolazione, in particolare nei giovani. Quel ‘tarlo’ ci ha dato lo spunto per trovare il modo di raggiungere le persone nei luoghi in cui vivevano, immaginando lo psicologo davanti a casa, magari su un camper attrezzato ad hoc. Un’ispirazione forse nata dal ricordo dei pulmini Volkswagen a fiori, che negli Anni ’60 percorrevano l’America “coast to coast” con il loro carico di libertà, pace e utopie.
L’intento è dunque quello di offrire supporto, raggiungendo direttamente le persone.
Sì, ci mettiamo a disposizione di tutte le persone, a partire dai 5 anni, con regolarità e continuità. Un professionista, psicologo o psicoterapeuta regolarmente iscritto all’albo – con competenze specifiche a seconda dei casi – segue il paziente per 5 incontri di 30 minuti ciascuno. Ci muoviamo tra piazze, mercati e centri storici con il nostro camper bianco e la sua insegna colorata “Psicologo on the road – Sali, qui ti possiamo ascoltare”. Tra le tappe, anche il parcheggio di un noto locale notturno, in cui molti dei giovani e adulti in cerca di svago colgono l’occasione per parlare di problemi legati al benessere psicologico. Il contesto della discoteca – solitamente percepito come luogo di evasione – diventa così un punto d’incontro tra divertimento e consapevolezza interiore. È una forma di psicologia di prossimità, che valorizza l’informalità per attivare processi profondi di riflessione, prevenzione e cura.
Parliamo di un’utenza eterogenea? Quali problematiche emergono più frequentemente durante gli incontri?
A rivolgersi a noi sono sia donne che uomini, perlopiù nella fascia d’età che va dai 40 ai 60 anni. Tra i disagi più comuni, si riscontrano disturbi d’ansia, dell’umore o da dipendenze, ma anche problematiche relazionali e di gestione della rabbia. Abbiamo avuto anche qualche caso di disturbi del comportamento alimentare.
Se dovesse fare un bilancio di questa terza edizione, che numeri ci sarebbero?
Non siamo ancora in grado di fornire dati precisi; tuttavia, si può stimare che un buon 50% dei pazienti incontrati decida di proseguire il percorso, così come accaduto negli anni precedenti.
Il camper di “Psicologo on the road”, che viaggia tra i comuni toscani, prevede altre tappe nei prossimi mesi? E, soprattutto, ritiene che possa varcare i confini della regione in futuro?
Conclusa la sosta di giugno nel comune di Bagno a Ripoli, il camper fa tappa nel comune di Figline e Incisa nel mese di luglio, per poi riprendere il suo percorso a settembre. A seguito del successo ottenuto a livello regionale, in particolare pensando alla modalità che lega il percorso terapeutico alla metafora del ‘viaggio’, per il nostro prossimo step abbiamo pensato di coinvolgere nuovamente le amministrazioni dei comuni toscani. Siamo loro molto grati, soprattutto al comune valdarnese di Figline e Incisa, il primo a credere in questa iniziativa che si inseriva nell’ambito del più ampio progetto post pandemico “I Five Good”, dedicato al benessere psicofisico. Ma vorremmo estendere questo modo di fare supporto alle altre regioni italiane, inaugurando una campagna che modifichi la consueta modalità di sostegno psicologico con un progetto che utilizzi il treno.
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