Grazie alla risonanza magnetica a 3 Tesla è possibile analizzare con precisione l’invecchiamento del cervello e distinguere tra decadimento fisiologico e demenza. Uno strumento chiave per la salute cognitiva.
Il cervello, nuova frontiera della longevità
Se il progresso della medicina ha allungato l’aspettativa di vita, ora occorre concentrarsi sul mantenimento della salute cerebrale, pilastro della nostra identità e del nostro benessere complessivo.
Il cervello, infatti, non solo governa le funzioni vitali, ma custodisce il nostro passato, ci orienta nel presente e ci permette di immaginare il futuro.
Risonanza magnetica cerebrale
Tra gli strumenti più avanzati per valutare lo stato di salute del cervello, spicca la risonanza magnetica nucleare (RMN). In particolare, le macchine di ultima generazione a 3 Tesla, che oggi rappresentano lo standard più elevato, permettono una scansione ad altissima precisione, restituendo immagini dettagliate fino al millimetro.
Secondo Alberto Pierallini, direttore dell’Unità di Diagnostica per Immagini dell’IRCCS San Raffaele di Roma, la qualità dell’esame dipende da due fattori: la potenza dell’apparecchiatura e l’esperienza del neuroradiologo che interpreta le immagini. L’accuratezza nella lettura consente di distinguere l’invecchiamento cerebrale fisiologico da alterazioni patologiche come la demenza.
Cosa mostra la risonanza: la mappa dell’invecchiamento cerebrale
La corteccia cerebrale, zona esterna del cervello dove risiedono le funzioni cognitive superiori, inizia a ridursi già dopo i 60 anni. Si osserva un assottigliamento annuo tra lo 0,5% e l’1% in aree chiave come i lobi prefrontali e temporali, implicati nella memoria di lavoro, nel controllo degli impulsi e nella pianificazione.
Particolarmente sensibile è l’ippocampo, fondamentale per memoria e comportamento. Qui, il tasso di riduzione può arrivare all’1-2% annuo, mentre nelle persone affette da Alzheimer raggiunge anche il 3% ogni anno. La risonanza, grazie a scale dedicate, valuta l’atrofia corticale globale e localizzata, offrendo un parametro concreto per comprendere il processo di invecchiamento.
L’altra metà dell’invecchiamento
Anche la sostanza bianca, la parte più interna del cervello deputata alla trasmissione degli impulsi, mostra segni evidenti del passare del tempo. Tra i 50 e gli 80 anni, il volume di questa regione può ridursi fino al 20%. La RMN spesso rileva piccole alterazioni puntiformi, che non sempre indicano un danno vascolare ma vanno comunque valutate con attenzione.
Oltre a queste, possono emergere lesioni di grado intermedio che, pur non compromettendo direttamente la funzione cognitiva, richiedono indagini accurate per prevenire peggioramenti. Nei casi più gravi, infine, si evidenziano lesioni patologiche vere e proprie, compatibili con quadri neurodegenerativi.
I segnali da non sottovalutare
I disturbi della memoria, episodi di disorientamento spazio-temporale o comportamenti insoliti possono essere i primi campanelli d’allarme. In questi casi, oltre alla risonanza, il neurologo può indicare test cognitivi specifici o esami avanzati come la PET con fluoro-desossiglucosio (FDG), che aiuta a valutare l’attività metabolica cerebrale.
Il riconoscimento precoce delle anomalie può fare la differenza tra una diagnosi tempestiva e un decadimento non arginato. Ecco perché è fondamentale non sottovalutare sintomi lievi o comportamenti insoliti segnalati da familiari o caregiver.
Il cervello si allena ogni giorno
Se la genetica gioca un ruolo importante, molto può essere fatto in termini di prevenzione. Il cervello è un organo plastico, cioè capace di riorganizzarsi e attivare nuove aree per compensare quelle danneggiate, soprattutto in fase precoce. Tuttavia, non è in grado di rigenerarsi completamente, quindi la cura precoce è decisiva.
Uno stile di vita corretto aiuta a mantenere il cervello giovane e funzionante. Infatti nelle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per prevenire il declino cognitivo si consiglia:
– Dieta equilibrata, ricca di frutta, verdura, omega 3 e povera di zuccheri raffinati.
– Attività fisica regolare, utile anche per chi soffre di Parkinson o demenza.
– Astensione dal fumo, consumo moderato (o nullo) di alcol.
– Controllo di ipertensione, diabete e colesterolo, principali fattori di rischio vascolare.
– Stimolazione cognitiva e relazioni sociali attive, indispensabili per il benessere mentale.
Diagnosi accurata e consapevolezza
L’uso corretto della risonanza magnetica cerebrale a 3 Tesla, integrato da una lettura esperta e da esami complementari, consente di affrontare l’invecchiamento cerebrale con maggiore consapevolezza. Riconoscere per tempo i segni di un possibile decadimento cognitivo può cambiare radicalmente il percorso di una persona.
Il cervello ha bisogno di cura, di stimoli e di attenzione. Investire nella salute cerebrale significa investire in libertà, autonomia e qualità della vita.
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