Dai laboratori alle aziende farmaceutiche, il modello di ricerca sugli animali sta lasciando il posto a metodi più innovativi ed etici
Per decenni, la ricerca sugli animali è stata il pilastro fondamentale per lo sviluppo di farmaci e terapie. Oggi, però, questo paradigma sta cambiando radicalmente. Negli Stati Uniti, la FDA (l’agenzia federale che si occupa della regolamentazione dei prodotti farmaceutici) ha avviato un percorso per ridurre gradualmente la sperimentazione animale, promuovendo invece tecnologie alternative più precise ed efficienti. Anche in Italia, centri d’eccellenza come LIIT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) stanno contribuendo a questa rivoluzione scientifica.
I limiti della ricerca sugli animali
Sebbene la ricerca sugli animali abbia permesso importanti scoperte mediche, presenta diverse criticità. I modelli animali spesso non riescono a replicare con precisione le reazioni umane, portando a risultati fuorvianti che possono ritardare lo sviluppo di terapie efficaci. Inoltre, i costi elevati e le questioni etiche hanno spinto la comunità scientifica a cercare alternative migliori. Gli animali non sono semplicemente piccoli esseri umani e le differenze biologiche tra specie possono portare a conclusioni errate quando si tratta di prevedere gli effetti sull’uomo. Per questo, sostiene la LAV, i test sugli animali falliscono, oltre il 95% dei casi non superano le prove cliniche per gli esseri umani. E quindi è nell’interesse della scienza cercare metodi più attendibili.
Le alternative alla ricerca sugli animali
La vera svolta arriva da tecnologie come gli organi-su-chip e i modelli computazionali avanzati. Questi sistemi permettono di studiare direttamente tessuti umani, offrendo dati più affidabili e riducendo al contempo i tempi di sperimentazione. L’Istituto Italiano di Tecnologia ha sviluppato una piattaforma innovativa che replica il funzionamento di organi complessi come fegato e cuore. Con questi strumenti è ora possibile testare farmaci in condizioni quasi identiche a quelle del corpo umano, affermano molti ricercatori. È un salto di qualità rispetto alla tradizionale ricerca sugli animali.
La situazione in Italia
Il nostro paese si sta ritagliando un ruolo importante in questa transizione. Oltre all’IIT, diverse startup stanno sviluppando tecnologie che potrebbero rendere obsoleta la ricerca sugli animali. Tra queste, spicca la realtà milanese che ha creato un sistema per simulare le connessioni tra cervello e intestino, utile per studiare malattie neurodegenerative. Tuttavia, la strada è ancora lunga. Manca, infatti, una regolamentazione chiara a livello europeo. Affinché questi metodi siano dichiarati efficaci servono standard condivisi per la validazione e l’integrazione nei processi di approvazione dei farmaci.
Verso un futuro senza sperimentazione animale?
La completa eliminazione della ricerca sugli animali rimane un obiettivo ambizioso. Attualmente, le normative internazionali richiedono ancora alcuni test su animali per l’approvazione di nuovi farmaci. Anche l’Europa non ha preso una posizione netta, a parte la tutela legale ‘sulla carta’ degli animali da laboratorio.Tuttavia, la direzione per la prima volta appare chiara ed entro il prossimo decennio, si potrebbe assistere a una drastica riduzione di questo tipo di sperimentazione. Grazie alle nuove tecnologie, è infatti ora possibile immaginare un futuro in cui la ricerca medica sarà più precisa, più veloce e soprattutto più etica. A tutela del benessere di tutti, uomini e altri animali.
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