Andrea raccoglie l’eredità di nonno Luigi e in un paese a rischio spopolamento concentra tutte le sue migliori energie per far rivivere un mestiere destinato a scomparire, quello del cestaio. Questa storia arriva dalla provincia di Cosenza, cuore pulsante della Calabria, la racconta per noi – qualche pagina più avanti – Claudia Benassai. È una storia emozionante – certamente – ma è anche una storia che avvia a una riflessione e accende i riflettori sull’importanza dello scambio intergenerazionale che – senza se e senza ma – è e deve essere una delle colonne portanti della comunità dinamica e coesa che abitiamo.
Da un lato c’è nonno Luigi, depositario di un’arte che oggi in pochi praticano, dall’altro c’è Andrea, suo nipote che – in questo frammento di secolo, in questa società spesso frenetica e in velocità – si rende conto di quanto sia importante conservare le radici e preservare l’inestimabile patrimonio culturale avuto in eredità dal nonno: l’arte e la maestria del saper fare. È proprio qua che si incontrano due generazioni, quella che rappresenta la tradizione e quella che, sull’impegno del presente, guarda al futuro. Gli strumenti che oggi abbiamo a disposizione non sono gli stessi di qualche decennio fa, è vero. Oggi la tecnologia fornisce mezzi incredibili, la nostra quotidianità quasi non può prescindere dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale ma non c’è nulla che possa sostituire il valore della tradizione, il valore del saper fare, il valore del sacrificio, della fatica e il significato della riconoscenza e della soddisfazione di aver creato qualcosa con le proprie forze perché queste maestranze non hanno eguali. Non ci sarà mai nessun software in grado di ricreare quello che due mani sapienti possono realizzare.
L’importanza dello scambio intergenerazionale si trova proprio qui, nella fusione di due mondi, apparentemente lontani ma incredibilmente uniti: quello dei giovani – portatori di innovazione, entusiasmo e una visione in continua trasformazione – e quello delle persone più anziane, portatrici di competenze, tradizioni, storia.
L’incontro tra generazioni favorisce la comprensione reciproca, abbatte gli stereotipi e riduce il divario tra le età, promuovendo inclusione e solidarietà. Non solo, arricchisce la vita di tutti e offre nuove prospettive, stimolando l’apprendimento continuo e combattendo solitudine e isolamento, definiti da più parti i ‘mali del secolo’.
E allora tutti noi, società civile, terzo settore e politica, dobbiamo unire le forze per preservare questo incredibile patrimonio storico. 50&Più è da tempo impegnata, attraverso le sue iniziative, nella promozione e nella valorizzazione degli antichi mestieri che crediamo radici irrinunciabili di ogni società, perché ricordiamolo sempre: non c’è futuro senza passato.
© Riproduzione riservata