Gli anziani scoprono negli amici a quattro zampe preziosi compagni di vita quotidiana. Una ricerca rivela come il rapporto con cani e gatti cambi attraverso le generazioni, con i senior che trovano benessere fisico e mentale nel legame quotidiano.
Un legame che evolve attraverso le generazioni
Il rapporto tra esseri umani e animali da compagnia assume connotazioni profondamente diverse a seconda dell’età del proprietario.
Una recente indagine condotta da Purina ha messo in luce come questo vincolo emotivo si trasformi nel corso della vita, passando da un’identificazione simbolica nei giovani a una compagnia quotidiana fondamentale negli anziani.
I giovani della Generazione Z tendono a considerare i propri animali come veri e propri figli simbolici, elementi centrali della propria identità da condividere sui social media. Per la fascia di età compresa tra i 45 e i 59 anni, invece, il pet rappresenta un “catalizzatore familiare” che arricchisce la vita domestica ma comporta anche un carico aggiuntivo per chi si trova già schiacciato tra le responsabilità verso i figli e quelle verso i genitori anziani. Il 43% di questi proprietari dichiara di sentirsi frustrato per non avere tempo sufficiente da dedicare al proprio animale.
Gli over 60 trovano il compagno perfetto
Per gli anziani oltre i 60 anni, il panorama cambia radicalmente. Il 63% di loro considera il proprio animale domestico una presenza quotidiana che porta affetto, ritmo e socialità alle giornate, una percentuale significativamente superiore alla media del 52%.
Gli esperti definiscono questa categoria come quella che vive il pet come “everyday companion”, un compagno di tutti i giorni che arricchisce la quotidianità senza annullare la distinzione tra ruoli e spazi.
La pet therapy, infatti, non solo offre benefici immediati per l’umore e la qualità della vita degli anziani, ma supporta anche il benessere a lungo termine, migliorando la qualità del sonno e riducendo i livelli di ansia. Gli animali diventano un antidoto efficace contro la solitudine, pur non sostituendo mai completamente le relazioni interpersonali. Per molti, infatti, rappresentano una vera motivazione a mantenersi attivi e a non arrendersi alle difficoltà legate all’invecchiamento.
Benefici concreti per la salute mentale degli senior
Il legame tra anziani e animali domestici ha attirato l’attenzione anche del mondo scientifico e sanitario. La pet therapy negli anziani rappresenta una terapia non farmacologica dai risultati interessanti anche in presenza di Alzheimer e demenza, aiutando a fronteggiare il senso di smarrimento e solitudine.
Questa forma di terapia integra e rafforza le cure tradizionali, diminuendo la depressione e fungendo da supporto morale e sociale, invogliando il paziente ad avere maggiore cura di sé e degli altri. Non mancano occasioni di socializzazione, anche digitale, stimolate dalla presenza degli animali domestici, che spesso diventano il pretesto per nuove conversazioni e relazioni.
Tuttavia, i cosiddetti “boomer” mantengono un approccio meno antropomorfizzante rispetto alle generazioni più giovani. Solo il 52% permette al proprio animale di dormire nel letto, ben al di sotto della media generale del 60%. Questo dato evidenzia come, pur nell’affetto profondo, gli anziani mantengano una distinzione più netta tra l’animale e l’essere umano.
Sostegno istituzionale per i proprietari anziani
Il riconoscimento dell’importanza di questo legame ha portato anche a iniziative concrete di sostegno.
La Legge di Bilancio 2024 ha introdotto un nuovo bonus animali domestici destinato esclusivamente alle persone over 65 con ISEE uguale o inferiore a 16.215 euro, con un fondo da 750mila euro distribuito tra il 2024 e il 2026. L’agevolazione consiste in una detrazione fiscale del 19% per le spese veterinarie fino a 550 euro annui. Come sottolinea Fabio Degli Esposti, amministratore delegato di Purina Italia, le differenze generazionali rappresentano un elemento chiave per comprendere come i pet continueranno a influenzare il benessere emotivo delle persone. L’obiettivo è supportare le diverse generazioni di proprietari in modo personalizzato, accompagnandoli verso un rapporto sempre più profondo con i propri animali da compagnia.
Dalla ricerca si evince che il processo di umanizzazione degli animali domestici si sta evolvendo con intensità e qualità diverse.
Mentre per le generazioni mature il cane o il gatto rappresenta principalmente un compagno di vita che arricchisce la quotidianità, per i più giovani diventa un progetto emotivo e identitario. Una trasformazione che riflette i cambiamenti sociali ed emotivi delle diverse generazioni, confermando come il rapporto con gli animali sia diventato uno specchio fedele della nostra società.
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