Quasi il 22% della popolazione in Puglia ha più di 65 anni, secondo i dati della Cgia di Mestre. Una situazione che crea uno squilibrio tra lavoratori e pensionati, rispettivamente un milione e 200mila contro un milione e 400mila. Il saldo negativo è più alto a Lecce con 97mila pensionati in più rispetto ai lavoratori.
Se vogliamo avere un’idea concreta delle dinamiche di invecchiamento in Italia, dobbiamo guardare al Sud. Qui possiamo ritrovare in anticipo i segni di un Paese che si sta trasformando drasticamente. Gli over 65, ad esempio, in Puglia sono il 21,7% dell’intera popolazione secondo i dati della Cgia di Mestre. Rappresentano una fetta importante di questa regione che ha meno di 4 milioni di abitanti e che ha visto un calo demografico importante negli ultimi anni.
Puglia, i pensionati superano i lavoratori
Nel tessuto socio-economico della Puglia, così come in altre regioni italiane, si osserva un fenomeno demografico e finanziario di rilevanza. Il numero di pensioni erogate supera significativamente quello degli stipendi. Analizzando i dati in maniera più dettagliata, il sistema economico pugliese si sostiene principalmente sulle spalle di una forza lavoro attiva che conta circa 1,2 milioni di occupati. Dall’altra parte della bilancia, troviamo un numero ben più elevato di cittadini che percepiscono una pensione, quasi 1,4 milioni di pensionati.
A questo squilibrio si aggiungono altri fattori di pressione. Il tasso di disoccupazione si attesta intorno al 12%, un dato che evidenzia una persistente difficoltà del mercato del lavoro. A ciò si somma la piaga del lavoro sommerso e irregolare, che raggiunge una quota preoccupante del 16,1%, sottraendo risorse preziose al sistema contributivo e rendendo ancora più precario l’equilibrio tra entrate e uscite.
Lecce è la città con il deficit pensionati-lavoratori più alto
In tutte le province pugliesi si registra uno squilibrio tra il numero di lavoratori e quello dei pensionati, con un saldo che vede sempre i pensionati in netta prevalenza. Questa tendenza è diffusa in tutta la regione, sebbene con differenze significative tra le varie province. La situazione è particolarmente critica nella provincia di Lecce, che si posiziona all’ultimo posto a livello nazionale con un deficit di 97mila lavoratori rispetto ai pensionati. Anche le altre province pugliesi mostrano un bilancio negativo. Taranto ha un divario di 57mila unità, Foggia di 37mila, Bari di 18mila, Brindisi di 10mila, Barletta-Andria-Trani (BAT) di appena (si fa per dire) 7.000 pensionati in più rispetto ai lavoratori.
La Puglia, specchio dell’Italia che invecchia
Sempre la Cgia di Mestre aveva messo in guardia alcuni mesi fa sul calo demografico che l’Italia dovrà affrontare nei prossimi dieci anni, con una riduzione di quasi 3 milioni di persone in età lavorativa a causa dell’invecchiamento della popolazione. Il fenomeno, che sta già portando a un’età media più alta tra i lavoratori, avrà ripercussioni negative su vari settori economici, dai trasporti al turismo e all’immobiliare, e metterà sotto pressione i conti pubblici a causa dell’aumento della spesa previdenziale e sanitaria. Le province del Mezzogiorno, in particolare Napoli e la Sardegna, sono previste tra le più colpite, e l’immigrazione non sarà sufficiente a invertire completamente il trend. Solo il settore bancario potrebbe trarre un qualche beneficio da questa situazione.
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