L’Authority sulle comunicazioni ha rilasciato un comunicato stampa in cui annuncia l’avvio di una sperimentazione tra Google e Privacy Shield per arginare lo streaming di contenuti protetti da copyright.
Alla fine Google sembra aver ceduto alle richieste dell’Agcom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) in merito alla battaglia intrapresa contro i siti che “strimmano” contenuti protetti da copyright. Si tratta di uno sviluppo importante nella lotta alla pirateria online nel nostro Paese. Anche perché Google si era opposta alla logica di Privacy Shield, il sistema italiano nato per bloccare rapidamente i siti che trasmettono illegalmente contenuti protetti da copyright. Specialmente eventi sportivi in diretta.
I Dns di Google e la richiesta di Agcom
In sintesi, il pomo della discordia per tutto questo tempo tra Google e l’Agcom è stato proprio Piracy Shield. Quest’ultimo invia richieste ai fornitori di servizi internet (Isp) per bloccare l’accesso a siti incriminati di pirateria. Finora Google si era opposta a partecipare a questo sistema. Ma dopo quasi un anno e mezzo di polemiche e problemi avrebbe deciso di collaborare, probabilmente anche a causa delle nuove leggi italiane anti-pirateria e delle minacce di azioni legali.
Prima, usando il Dns di Google, non si era soggetti ai blocchi del Piracy Shield imposti dagli Isp italiani, perché il traffico passava attraverso i server del colosso di Mountain View. Questo rendeva il Piracy Shield meno efficace, poiché gli utenti potevano facilmente aggirare i blocchi impostando il Dns di Google.
I Dns (Domain Name Server) funzionano come un “elenco telefonico” di internet: traduce i nomi dei siti web negli indirizzi numerici (Ip) che i computer usano poi per connettersi. Google ha avviato una “sperimentazione” già con l’ultima giornata di campionato di calcio, bloccando sui suoi server Dns pubblici i siti segnalati dal Piracy Shield.
Cos’è Piracy Shield e come funziona
Il Piracy Shield è una piattaforma tecnologica sviluppata in Italia per contrastare la pirateria online, in particolare la trasmissione illegale di contenuti audiovisivi protetti da copyright, con un focus sugli eventi sportivi in diretta. È gestito dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) ed è stato introdotto dalla Legge n. 93 del 2023, poi modificata e completata da risoluzioni Agcom che ne definiscono il funzionamento.
Il sistema è progettato per agire in modo estremamente rapido. I titolari dei diritti d’autore (ad esempio, le leghe sportive o i broadcaster come DAZN, Sky) possono segnalare in tempo reale alla piattaforma Piracy Shield i flussi illegali o i siti che stanno trasmettendo contenuti piratati. Una volta ricevuta la segnalazione, la piattaforma invia un ordine di blocco ai fornitori di servizi Internet (ISP) italiani accreditati. Questi ISP hanno l’obbligo di bloccare l’accesso ai domini, agli indirizzi IP o alle URL segnalate entro un massimo di 30 minuti dalla notifica.
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