Al via la mostra sulla ribelle con le trecce rosse simbolo della libertà fuori dagli schemi come la sua autrice, Astrid Lindgren
Ottant’anni e non sentirli. Pippi Calzelunghe, la ragazzina dai capelli color carota e dalle calze spaiate, continua a far sognare generazioni di lettori in tutto il mondo. Per celebrare questo anniversario, Cuneo ospita dal 3 ottobre 2025 una mostra che rende omaggio non solo al personaggio, ma anche alla sua creatrice, Astrid Lindgren. L’esposizione, intitolata “Astrid Lindgren e la forza dei bambini: 80 anni di Pippi Calzelunghe”, prende vita negli spazi dello Spazio Innov@zione di Fondazione CRC. Come spiega Andrea Borri, direttore artistico e presidente di Cuadri ETS, la mostra vuole essere “un atto d’amore verso la lettura e un invito a riscoprire un personaggio intramontabile, metafora della libertà intellettuale e portatrice di valori universali come indipendenza, generosità, coraggio e giustizia”.
Una rivoluzione in trecce e calze spaiate
Quando nel 1945 le librerie svedesi accolsero sugli scaffali il primo volume di Pippi Långstrump scritto da Astrid Lindgren nessuno poteva immaginare l’impatto di quella bambina sulla letteratura per ragazzi. In un mondo letterario popolato da principesse remissive in attesa del principe azzurro, ecco apparire una ragazzina forte abbastanza da sollevare un cavallo, con due trecce arancioni più simili ad antenne. L’aspetto di Pippi è di per sé già una dichiarazione di indipendenza. Niente coroncine di fiori o romantici chignon, ma capelli scompigliati, bocca grande per ridere a crepapelle e calze lunghe e spaiate. Pippi è un modello di libertà e autodeterminazione. Contro l’omologazione, ricorda ai più giovani l’importanza di restare fedeli a sé stessi, di coltivare l’immaginazione, di non temere di essere fuori dagli schemi.
Dalla Svezia all’Italia: il viaggio di una ribelle
Il successo fu immediato. Il libro venne tradotto in oltre sessanta lingue, dall’arabo allo zulu, conquistando bambini e adulti in ogni angolo del globo. La storia dell’arrivo di Pippi Calzelunghe in Italia merita di essere raccontata. Nel 1958, Donatella Ziliotto, editrice e scrittrice che aveva appena creato la collana per ragazzi Martin Pescatore per la casa editrice Vallecchi di Firenze, sentì parlare del fenomeno editoriale che stava travolgendo la Svezia. Partì alla ricerca dell’autrice e la trovò in modo del tutto inaspettato. Chiedendo informazioni a una contadina intenta a tagliare legna, si sentì rispondere “Sono io! E sono forte come la mia Pippi!”. Così nacque il legame tra l’Italia e il mondo di Pippi, che attraverso le edizioni Vallecchi prima e Salani poi, continua a conquistare nuovi lettori.
Astrid Lindgren: una vita fuori dagli schemi
Dietro Pippi Calzelunghe c’è una donna straordinaria, la cui esistenza fu essa stessa una forma di ribellione. Astrid Anna Emilia Ericsson nacque nel 1907 a Vimmerby, nella regione dello Småland, nella Svezia meridionale. Crebbe nella fattoria di famiglia in un clima sereno, tra scorribande in campagna con i fratelli, incontri con animali selvatici e avventure che poi sarebbero confluite nelle sue storie. Quell’infanzia felice divenne la principale fonte d’ispirazione per i suoi libri. Ma la sua vita conobbe anche momenti difficili. A diciotto anni, una gravidanza fuori dal matrimonio la costrinse a lasciare il paese per sfuggire al moralismo dell’epoca. Si trasferì a Stoccolma e poi a Copenaghen per la nascita del figlio Lars. Le difficoltà economiche la obbligarono a darlo temporaneamente in affidamento, un’esperienza dolorosa che segnò profondamente la scrittrice. Solo dopo il matrimonio con Sture Lindgren nel 1931 poté riavere il bambino con sé. Nel 1934 nacque la figlia Karin, che sarebbe diventata involontariamente la musa ispiratrice di Pippi.
Come è nata Pippi Calzelunghe
Fu proprio nel 1941, durante una polmonite di Karin, che nacque il personaggio. La bambina chiese alla madre la storia di “Pippilotta Pesanella Tapparella Succiamenta Calzelunghe”, un nome inventato sul momento che Astrid trovò così strano da meritare una storia altrettanto fuori dal comune. Da quella sera, Pippi divenne la protagonista dei racconti della buonanotte in casa Lindgren. Nel 1944, costretta a letto per una caviglia slogata dopo una caduta sul ghiaccio, Astrid stenografò tutte quelle storie, scoprendo che scrivere era divertente quanto leggere. Il manoscritto, da lei stessa illustrato, divenne il regalo per il decimo compleanno di Karin.
Un’eredità che attraversa il tempo
Astrid Lindgren non si limitò a creare Pippi Calzelunghe. Scrisse più di centoquindici opere, tra racconti, gialli, avventure e fantasy, oltre a lavori per la televisione e il cinema. Personaggi come Emil il vagabondo divennero altrettanto amati, tanto che a Vimmerby venne creato un parco tematico dedicato al suo universo narrativo. Si batté per i diritti dei bambini e degli animali, ricevendo numerosi riconoscimenti, come il Premio Hans Christian Andersen nel 1958 e l’International Book Award dell’UNESCO nel 1993. Nel 1997, quando fu nominata personaggio svedese dell’anno, rispose con ironia: “Non capisco come possiate nominarmi personaggio dell’anno, io che sono cieca, sorda e mezza pazza. Penseranno che tutti in Svezia siano come me”. E nel novembre 2001, alla domanda su cosa desiderasse per il suo novantaquattresimo compleanno, rispose semplicemente: “Pace nel mondo e vestiti carini”. Poco dopo si spense, il 28 gennaio 2002 a Stoccolma.
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