La Fondazione Licei San Benedetto adotta il rivoluzionario metodo senza voti che privilegia apprendimento collaborativo ed esperienziale.
Il metodo Novara: una rivoluzione pedagogica
La città di Piacenza si prepara a scrivere una pagina inedita nella storia dell’istruzione italiana. La Fondazione Licei San Benedetto ha annunciato l’avvio della prima scuola media del Paese basata interamente sul metodo pedagogico di Daniele Novara, che elimina completamente i voti tradizionali. L’iniziativa, presentata ufficialmente il 30 agosto durante una conferenza stampa, rappresenta una svolta radicale nel panorama educativo nazionale e si inserisce nel dibattito sempre più acceso sui sistemi di valutazione scolastica.
Il metodo sviluppato da Daniele Novara, pedagogista e fondatore del Centro Psicopedagogico per la Pace e la gestione dei conflitti, propone un approccio di forte discontinuità con la scuola tradizionale. Niente voti punitivi, nessuna lezione frontale come unico strumento didattico, assenza della cattedra come simbolo gerarchico e una centralità del lavoro di gruppo. L’impostazione si basa su sette principi fondamentali che trasformano radicalmente l’esperienza scolastica.
Gli studenti imparano principalmente dai compagni attraverso domande e confronto, vivono la scuola attraverso laboratori e esperienze dirette, vengono valutati sui progressi compiuti durante il percorso piuttosto che su performance puntuali.
Il sistema prevede inoltre che gli studenti possano sbagliare liberamente fino al raggiungimento della piena padronanza dei concetti, mentre gli insegnanti assumono il ruolo di “registi” che coordinano le attività senza cadere nel protagonismo della lezione frontale tradizionale.
Si tratta dunque di una scuola che impiega un metodo maieutico, che va oltre il modello studio-interrogazione-voto, modalità agonistiche che rendono la scuola – spesso – un ambiente difficile.
I numeri e l’organizzazione della nuova scuola media
La partenza del progetto dipende dal raggiungimento di un numero minimo di adesioni. Attualmente ne mancano solo cinque iscrizioni per attivare la nuova scuola media, come conferma il preside Fabrizio Bertamoni, che si è detto ottimista sulla possibilità di iniziare le lezioni già a settembre.
L’approccio pedagogico adottato si concentra sull’educazione non punitiva, sull’apprendimento esperienziale e sulla valorizzazione del percorso individuale di ogni studente. Gli ambienti vengono ripensati per favorire la collaborazione: niente cattedra centrale, spazi organizzati per il lavoro di gruppo, materiali condivisi e gestiti collettivamente dalla classe. Anche l’uso degli smartphone viene completamente bandito, per favorire la concentrazione e l’interazione diretta tra i ragazzi.
Esperienze internazionali di valutazione alternativa
Il progetto piacentino non nasce nel vuoto, ma si inserisce in un panorama internazionale già ricco di esperienze innovative.
La Finlandia, che secondo il Programme for International Student Assessment dell’OCSE si colloca tra i primi dieci Paesi al mondo (l’Italia è al 34esimo posto), nelle scuole primarie non utilizza voti numerici. Privilegia invece valutazioni narrative e formative per monitorare i progressi degli studenti. Anche la Norvegia ha adottato un sistema basato su feedback dettagliati almeno fino alla scuola secondaria.
Le scuole steineriane e montessoriane, diffuse in tutto il mondo, da decenni non utilizzano la competitività attraverso voti o giudizi schematici, puntando invece su descrizioni approfondite del percorso di ogni bambino e su materiali che permettono l’autocorrezione e l’autovalutazione. In Italia, esperienze come il progetto “Senza zaino“, nato in Toscana nel 2002, hanno già sperimentato ambienti scolastici ripensati in funzione dell’accoglienza, della responsabilità e della comunità, con risultati positivi alle prove Invalsi superiori alla media regionale.
Il domani dell’istruzione?
L’iniziativa di Piacenza arriva in un momento particolare per la scuola italiana, mentre il dibattito sulla valutazione si fa sempre più intenso tra sostenitori del sistema tradizionale e fautori di approcci innovativi.
Il metodo Novara promette di mantenere alta la motivazione degli studenti attraverso un sistema che valorizza il processo di apprendimento piuttosto che la performance momentanea. La scuola diventa così una comunità di apprendimento dove il successo si misura sulla crescita individuale e sulla capacità di collaborazione, elementi sempre più richiesti nel mondo del lavoro contemporaneo.
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