Con la fine del regime agevolato portoghese, cambiano le rotte dei pensionati italiani in cerca di fisco leggero e qualità della vita
Madrid è la nuova capitale europea per i pensionati italiani. Tra il 2019 e il 2023 2.300 i connazionali hanno infatti scelto il paese iberico, con un’accelerazione negli ultimi due anni. Nel 2022, avverte l’INPS, i trasferimenti verso la Spagna sono stati 451, saliti a 536 nel 2023. Appare quindi sorpassato il record del Portogallo che per lungo tempo è stato la maggiore attrattiva degli expat italiani, soprattutto considerando che i flussi verso Lisbona si sono ridotti di oltre l’83% dopo l’abolizione, nel 2024, del regime fiscale agevolato per i pensionati stranieri. L’attrattiva spagnola non si limita al clima mediterraneo o alla vicinanza culturale. Madrid offre esenzioni e detrazioni fiscali sui redditi esteri particolarmente interessanti: 6.500 euro per chi ha tra 65 e 75 anni, che salgono a 7.000 euro per gli over 75.
Tunisia: il paradiso fiscale dei pensionati pubblici
Una destinazione che merita attenzione è la Tunisia, meta preferita degli ex dipendenti statali. Il paese nordafricano ha costruito un sistema fiscale su misura per i pensionati stranieri. L’80% del reddito da pensione rimane completamente esentasse, mentre la tassazione si applica solo sul restante 20% con un’aliquota media che oscilla tra il 3% e il 5%. Ma il vero vantaggio della Tunisia risiede in un accordo in base al quale anche i pensionati pubblici possono beneficiare di queste agevolazioni fiscali. Negli altri paesi, invece, gli ex lavoratori del settore vengono generalmente escluso dai regimi fiscali privilegiati. Di fatto tra il 2019 e il 2023 circa mille pensionati si sono trasferiti in Tunisia, portando a 1.800 il numero totale di italiani in pensione che vivono nel paese.
Romania e Albania: le stelle nascenti dell’Est Europa
Intanto sta emergendo l’Europa dell’Est. La Romania ha attratto circa 500 pensionati italiani nel quinquennio 2019-2023, con una media di cento arrivi annuali. Il regime fiscale romeno prevede la possibilità di ricevere la pensione al lordo delle imposte, applicando un’aliquota forfettaria del 10% sui redditi esteri. L’Albania non è da meno: negli ultimi cinque anni si sono trasferiti qui 200 pensionati italiani, ma il dato più significativo riguarda il 2023: la metà di questi spostamenti è avvenuta nell’ultimo anno. Dal 2021 Tirana propone l’esenzione fiscale totale sui redditi da pensione, una misura che sta cominciando a dare i suoi frutti. La vicinanza geografica all’Italia, i collegamenti aerei frequenti e i costi della vita molto contenuti rendono il paese sempre più appetibile.
Le occasioni mancate dei pensionati italiani all’estero
La Grecia ha introdotto un’aliquota del 7% su tutti i redditi da fonte estera valida per quindici anni, ma i risultati sono stati modesti: solo 37 pensionati italiani hanno scelto il paese ellenico nel 2023. Cipro ha puntato su un’aliquota ancora più bassa, fissata al 5% sui redditi, ma i trasferimenti rimangono sporadici: appena tre nel 2023. Malta presenta condizioni fiscali apparentemente vantaggiose con un’aliquota del 15%, ma impone un vincolo significativo: occorre essere proprietari di un immobile del valore minimo di 280.000 euro, una soglia che esclude molti potenziali interessati. Anche la Croazia, con un’aliquota fiscale per i pensionati esteri compresa tra il 12% e il 18%, non sta registrando flussi significativi. Il Sudafrica propone addirittura la totale esenzione dalle imposte, ma la distanza geografica – oltre dieci ore di volo da Roma – rappresenta un ostacolo insormontabile per la maggior parte dei pensionati.
Un fenomeno in flessione
Complessivamente, tuttavia, il numero di pensionati italiani all’estero registra una flessione. Nel periodo 2018-2024 si è verificato un calo del 23,8%. Prima della pandemia, nel biennio 2018-2019, avevano fatto le valigie 5.700 pensionati tra italiani e stranieri. Nel 2023-2024 il numero è sceso a 5.500. Nel solo 2024, i pensionati stranieri che hanno lasciato l’Italia sono stati 2.428, pari al 43,9% del totale. Le motivazioni che spingono a questa scelta rimangono molteplici: il regime fiscale più favorevole rappresenta certamente un fattore determinante, ma pesano anche il costo della vita più accessibile, il clima più mite e, in alcuni casi, il ricongiungimento familiare. L’INPS mantiene un sistema di controlli periodici su questi pensionati per verificarne l’esistenza in vita, spesso avvalendosi di intermediari come Citibank.
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