Una guida per orientarsi tra i dolci tipici di Natale con un occhio alla salute e l’altro al portafoglio
Gustare una fetta di panettone o pandoro lievitati innesca nel corpo umano una cascata di reazioni chimiche. Il cervello rilascia dopamina, serotonina ed endorfine, mentre l’organismo produce endocannabinoidi e insulina. Tutte queste sostanze collaborano per regalare una piacevole sensazione di benessere dopo ogni boccone. Si tratta di un meccanismo naturale di gratificazione che influisce positivamente sull’umore, anche se in modo temporaneo. Ma c’è un prezzo da pagare quando si esagera. L’Unione nazionale consumatori sottolinea come il consumo eccessivo comporti un carico extra di calorie con ripercussioni misurabili: la glicemia sale, il colesterolo aumenta, il peso corporeo cresce e il cuore finisce sotto pressione. Nelle settimane delle feste, con pranzi e cene più ricchi del solito, questi rischi si moltiplicano.
Una questione di regole e autenticità
Non tutti sanno che pandoro e panettone sono dolci tutelati per legge. Il decreto ministeriale del 22 luglio 2005 ha stabilito criteri precisi per la loro produzione, proprio per contrastare le contraffazioni che in passato avevano invaso il mercato. Questa normativa garantisce che solo i prodotti realizzati secondo determinati standard possano fregiarsi di questi nomi. La legge lascia comunque margini di creatività ai produttori, sia artigianali che industriali, consentendo l’aggiunta di ingredienti come creme, glasse e farciture varie. L’importante è rispettare la base stabilita dal decreto. Quando acquistiamo un pandoro o un panettone certificato, sappiamo cosa portiamo in tavola.
Il peso delle tradizioni
Questi dolci natalizi hanno un forte impatto nutrizionale. Contengono in quantità zucchero, miele, burro, amidi e frutta secca, tutti sono elementi ad alta densità energetica. Tradotto in numeri, cento grammi di panettone classico contengono tra 350 e 360 calorie, mentre il pandoro classico sale a 390-410. Il torrone alle mandorle raggiunge le 470-500 calorie, il panforte si attesta tra 390 e 400, mentre panpepato e struffoli toccano rispettivamente quota 580 e 500-600 calorie. Ragionando in termini di porzioni effettive, una fetta media di panettone apporta circa 500 calorie, quella di pandoro arriva a 600. Trenta grammi di panpepato o panforte equivalgono a 150 calorie, mentre una porzione standard di torrone da 25 grammi ne conta circa 240.
L’equazione del pranzo festivo
Il problema si pone quando questi dolci natalizi arrivano in tavola dopo pasti già sostanziosi. Durante le festività, tra antipasti, primi, secondi e contorni, è facilissimo oltrepassare le duemila calorie che dovrebbero rappresentare il tetto giornaliero per un adulto. Aggiungere il dolce significa sforare ampiamente questo limite, con tutto ciò che ne consegue per l’organismo. La moderazione diventa quindi la parola chiave. Non si tratta di rinunciare al piacere della tradizione, ma di gestirlo con intelligenza, magari riducendo le porzioni o limitando la frequenza di consumo durante il periodo natalizio.
Una questione di prezzo
Il mercato dei dolci natalizi presenta scenari molto diversificati. I panettoni industriali possono costare dai 6 ai 10 euro al chilogrammo, mentre quelli artigianali raggiungono facilmente i 30-40 euro al chilo. Differenze analoghe caratterizzano pandoro, torroni e panforti. Questi divari di prezzo dipendono da numerosi fattori, non sempre legati alla qualità effettiva del prodotto. Un’opportunità interessante si presenta dopo le festività, quando i dolci rimasti invenduti vengono proposti a prezzi ribassati. Gli esercenti devono liberare gli scaffali e i consumatori possono approfittarne. Si tratta comunque di prodotti sicuri e di buona qualità, perfettamente utilizzabili anche settimane dopo l’acquisto.
Sicurezza e convenienza
Panettone e pandoro venduti attraverso i canali ufficiali – grande distribuzione, pasticcerie, forni – offrono garanzie di sicurezza alimentare. La differenza tra un prodotto e l’altro riguarda principalmente aspetti qualitativi, ma scegliere un’opzione economica non comporta rischi per la salute. L’importante è consultare con attenzione le etichette, verificando i valori nutrizionali e la data di scadenza. Quest’ultima, va precisato, rappresenta un’indicazione più che un limite invalicabile. Consumare un panettone qualche giorno o settimana oltre la data riportata non costituisce un pericolo, dato che questi prodotti hanno una lunga conservabilità.
TUTTE LE ULTIME NOTIZIE SU SPAZIO50.ORG
© Riproduzione riservata
