L’iniziativa “Arca Blue Leaders” ha portato alla rimozione di plastica e detriti nel cuore della Capitale. Un intervento che dimostra come la tutela dei mari passi anche dalla pulizia dei fiumi urbani.
Volontari in azione sul fiume della Capitale
Lo scorso sabato 7 settembre, nel cuore di Roma, venti volontari hanno navigato lungo il Tevere con una missione precisa: strappare dalle acque del fiume storico circa 100 chilogrammi di rifiuti galleggianti. L’operazione, denominata “Arca Blue Leaders“, ha coinvolto due gommoni che hanno percorso il tratto compreso tra la sede della Fondazione Marevivo e Ponte Garibaldi, raccogliendo plastica, materiali ingombranti e detriti di ogni genere.
L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra Fondazione Marevivo, Arca Fondi SGR e Gruppo Banca Popolare del Lazio-Blu Banca, con il patrocinio di Roma Capitale e il supporto logistico di AMA per il conferimento dei materiali raccolti. E non si tratta di un’azione isolata: dal 2022, il progetto ha già permesso di recuperare oltre 300 chilogrammi di rifiuti e centinaia di metri di reti da pesca abbandonate dai fondali marini italiani.
Il Tevere, ponte tra città e mare
La pulizia del Tevere assume un significato che va oltre la semplice riqualificazione urbana. Ogni bottiglia di plastica, ogni detrito che galleggia nelle acque del fiume romano è destinato a raggiungere il mare, aggravando una crisi ambientale già critica. La densità di microplastiche nel Tevere raggiunge tre unità per metro cubo d’acqua, un dato che colloca il fiume della Capitale sullo stesso livello di corsi d’acqua europei come il Rodano e la Loira.
Il timing dell’operazione non è casuale. L’anno giubilare sta registrando una maggiore affluenza turistica con un aumento della produzione e dispersione dei rifiuti, rendendo ancora più urgente l’intervento di pulizia. Il Tevere, il cui tratto urbano è stato recentemente riconosciuto Patrimonio dell’Unesco, rappresenta un corridoio ecologico dove le specie selvatiche provenienti dalle campagne trovano rifugio nel contesto metropolitano.
Una rete di interventi contro l’inquinamento fluviale
L’azione di sabato scorso si inserisce in un quadro più ampio di iniziative per contrastare l’inquinamento dei corsi d’acqua italiani.
Ad aprile 2025 era stato attivato un sistema di barriere nei fiumi Tevere ed Aniene per raccogliere le plastiche ed evitare l’arrivo al mare di oggetti altamente inquinanti. Parallelamente, è partito il progetto “Plasticentro”, guidato dall’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale con la partecipazione di Enea, Arpa Umbria, Arpa Lazio e Università Politecnica delle Marche, per sperimentare misure innovative di contrasto alla dispersione dei rifiuti plastici.
Raffaella Giugni, Segretario Generale di Marevivo, ha sottolineato come dalla sede della Fondazione sullo Scalo de Pinedo sia possibile osservare quotidianamente il passaggio di rifiuti di ogni tipo. Dai più comuni oggetti in plastica fino a frigoriferi e mobili. Questa realtà ha spinto l’organizzazione a promuovere un intervento che fosse al tempo stesso simbolico e concreto, capace di sensibilizzare cittadini e turisti sull’importanza di proteggere i corsi d’acqua urbani.
La responsabilità condivisa nella tutela ambientale
L’operazione “Arca Blue Leaders” è l’esempio di come la protezione dell’ambiente marino richieda un approccio integrato che coinvolga istituzioni, aziende private e cittadini. Di fatto, la tutela dei mari inizia dai fiumi, poiché ogni rifiuto disperso nelle acque dolci è destinato a raggiungere il mare.
L’iniziativa si colloca perfettamente nel programma di tutela ambientale dell’Amministrazione comunale romana, che ha introdotto nuove misure per la salvaguardia del Tevere e valorizzato le aree fluviali urbane con l’inaugurazione dei Parchi di affaccio, il primo dei quali proprio nell’area oggetto dell’intervento di pulizia. La Fondazione Marevivo, con “Arca Blue Leaders” lancia un appello concreto alla cittadinanza, per il rispetto del fiume come gesto di civiltà con effetti positivi ben oltre le sponde urbane.
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