La strategia della società di Sam Altman per trasformare l’impatto dell’intelligenza artificiale sul mercato del lavoro da minaccia a opportunità. Attraverso le nuove OpenAI Jobs Platform e OpenAI Certifications. A scapito di LinkedIn.
Nuove tecnologie, nuovo mercato
L’intelligenza artificiale ha iniziato a rivoluzionare il mercato del lavoro e ora OpenAI decide di assumere un ruolo da protagonista in questa trasformazione. La società di Sam Altman ha annunciato il lancio di due nuove piattaforme dedicate alla formazione e al recruiting, con l’obiettivo dichiarato di convertire il potenziale distruttivo dell’AI in opportunità concrete per lavoratori e imprese.
Le due iniziative, OpenAI Jobs Platform e OpenAI Certifications, rappresentano un attacco diretto a LinkedIn e al mercato tradizionale delle risorse umane. La prima piattaforma, destinata al job matching, dovrebbe vedere la luce entro metà 2026, mentre i programmi di certificazione partiranno con un pilot alla fine del 2025.
La risposta di OpenAI alla crisi occupazionale dell’AI
I numeri sono eloquenti. Secondo il Future of Jobs Report del World Economic Forum, entro il 2030 si prevede la scomparsa di 92 milioni di posti di lavoro a causa dell’automazione, ma anche la creazione di 170 milioni di nuovi ruoli. OpenAI ha riconosciuto di essere parte del problema e ora propone di diventare parte della soluzione. Come dichiarato dalla CEO of Applications Fidji Simo, l’azienda non può eliminare il potenziale distruttivo della tecnologia, ma può aiutare più persone a diventare esperte di AI e metterle in contatto con le imprese che necessitano di queste competenze.
I settori più colpiti dall’automazione includono impiegati amministrativi, ricercatori e ingegneri, lavoratori edili e del settore legale. In Italia, si stima che 3,2 milioni di posti di lavoro siano a rischio nei prossimi 15 anni. Allo stesso tempo, la domanda di figure specializzate in AI cresce esponenzialmente, con competenze come il prompt engineering destinate a diventare trasversali quanto Microsoft Office in passato.
Microsoft ha già mostrato la strada. Quest’anno Satya Nadella (Ceo di Google) ha rivelato che il 30% del codice sviluppato dall’azienda viene prodotto dall’AI, seguendo i licenziamenti di novemila dipendenti e l’aumento degli investimenti in intelligenza artificiale. Shopify, invece, ha dichiarato che non assumerà più lavoratori per mansioni automatizzabili, mentre Fortune stima che nel 2025 l’automazione guidata dall’AI abbia causato la perdita di diecimila posti di lavoro solo negli Stati Uniti.
Il progetto di formazione e certificazione
OpenAI si è impegnata a certificare 10 milioni di americani entro il 2030, costruendo sui programmi già avviati con OpenAI Academy. Le certificazioni valuteranno diversi livelli di “AI fluency” (destrezza con l’IA ndr.) e si baseranno su corsi gratuiti accessibili tramite ChatGPT Study mode. La struttura di certificazione spazierà dai concetti base all’uso in ambito lavorativo, fino a ruoli avanzati come il prompt engineering.
I partner dell’iniziativa includono colossi come Walmart, il più grande datore di lavoro privato al mondo, insieme a John Deere, Accenture e istituzioni governative come l’ufficio del governatore del Delaware. Questa rete di collaborazioni mira a creare un ecosistema capace di collegare la formazione teorica alle necessità pratiche del mercato. Il sistema prevede tre livelli di certificazione: competenze di base per comprendere l’AI, applicazioni specifiche per il posto di lavoro e specializzazioni avanzate per ruoli tecnici.
Le certificazioni si baseranno sull’esperienza accumulata con OpenAI Academy, che offre risorse gratuite per l’apprendimento dell’intelligenza artificiale.
La sfida a LinkedIn e l’ecosistema Microsoft
La mossa di OpenAI rappresenta una sfida diretta a LinkedIn, il social network professionale che conta oltre 900 milioni di utenti globali. La nuova piattaforma utilizzerà l’AI per abbinare candidati e datori di lavoro, promettendo un matching (incrocio di competenze) più preciso ed efficace rispetto ai metodi tradizionali.
La situazione presenta aspetti paradossali: LinkedIn appartiene a Microsoft, principale finanziatore di OpenAI con investimenti superiori ai 10 miliardi di dollari. Inoltre, Reid Hoffman, cofondatore di LinkedIn, è stato uno dei primi investitori proprio in OpenAI. Questa sovrapposizione di interessi economici aggiunge complessità alla competizione emergente nel settore del recruiting digitale.
LinkedIn ha già iniziato a integrare funzioni di intelligenza artificiale nei suoi servizi, ma OpenAI punta a creare un’esperienza completamente nuova, progettata specificamente per il mondo del lavoro trasformato dall’AI. La sfida non si limita alla tecnologia, ma riguarda la capacità di costruire una rete di utenti e partner in grado di competere con l’ecosistema consolidato del social professionale di Microsoft.
I legami con la politica e la strategia americana
Le certificazioni fanno parte dell’iniziativa della Casa Bianca per promuovere l’uso dell’intelligenza artificiale. L’annuncio delle nuove piattaforme è arrivato in concomitanza con un incontro alla Casa Bianca dove il presidente Trump ha convocato i vertici delle principali compagnie tech, tra cui Bill Gates, Tim Cook e Sam Altman.
Nel messaggio di OpenAI trova spazio un richiamo esplicito agli sforzi dell’amministrazione americana per promuovere l’AI, sottolineando le convergenze tra il settore tecnologico e le priorità politiche. Altman ha descritto Trump come un presidente “pro business” e “pro innovazione”, evidenziando come la strategia aziendale si allinei con le direttive governative.
La tempistica dell’annuncio, tra l’altro, non è casuale. Mentre crescono i timori per l’impatto sociale dell’automazione, OpenAI cerca di posizionarsi come parte della soluzione piuttosto che del problema. L’approccio riflette una strategia più ampia del settore tech americano per anticipare eventuali regolamentazioni e mantenere il controllo narrativo sulla trasformazione del lavoro.
Un posizionamento strategico che potrebbe addirittura influenzare il dibattito pubblico sull’AI e il lavoro, spostando l’attenzione dalle preoccupazioni sui licenziamenti alle opportunità di riqualificazione e crescita professionale. La collaborazione con istituzioni governative rafforza la legittimità dell’iniziativa e potrebbe facilitare l’adozione su larga scala delle nuove piattaforme.
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