Ancora oggi in Italia manca una legge nazionale a loro tutela e riconoscimento. Nel tempo, alcune Regioni hanno deciso di supportarli con provvedimenti regionali che ne apprezzano e difendono il ruolo. Vediamo dove è più facile oggi essere un caregiver familiare nel nostro Paese.
I numeri sono impressionanti. Nel nostro Paese sono circa 7 milioni i caregiver familiari, ovvero quelle persone che si prendono cura di un familiare non autosufficiente con pesanti ricadute sulla propria vita lavorativa e sociale, nonché sulla propria tenuta fisica e psicologica. E nonostante l’Italia sia un Paese in cui il 24,7% della popolazione è over 65 e solo gli anziani non autosufficienti siano oltre 3,8 milioni, non esiste ancora una legge organica e completa che riconosca e tuteli in modo esaustivo la figura del “caregiver familiare”.
La questione è da tempo al centro del dibattito politico e sono stati fatti alcuni passi importanti a livello legislativo. Ad esempio, la figura del “caregiver familiare” è stata formalmente introdotta e definita dall’articolo 1, comma 255, della Legge di Bilancio 2018 (Legge n. 205 del 2017). Anche questa legge ha riconosciuto il valore sociale ed economico del loro lavoro, non ha ancora stabilito un quadro giuridico completo e strutturato che ne tuteli i diritti in tutti gli ambiti (lavorativo, previdenziale, assistenziale, ecc.).
Caregiver familiari, non è solo una questione di riconoscimento
Il Primo Rapporto di Cergas Bocconi sulle prospettive per il settore sociosanitario e l’evoluzione della cura agli anziani (Long Term Care) parla addirittura di un esercito silenzioso di caregiver familiari. Sono loro che si auto-organizzano per far fronte ai bisogni di assistenza dei propri cari non più autonomi. E la risposta allo stato attuale è – a livello nazionale – l’istituzione nel 2018 di un “Fondo per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare“. Non esiste quindi ancora oggi una legge nazionale che tuteli e riconosca i caregiver familiari. Anche a fronte dell’evidente vantaggio e risparmio che i loro sforzi producono sui conti dello Stato. Motivo per cui, nel corso del tempo, alcune Regioni – Lazio, Puglia, Sardegna, Emilia-Romagna, Lombardia, Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia e, per ultima, la Toscana – hanno approvato delle leggi regionali a tutela dei caregiver familiari.
Emilia-Romagna, la prima Regione con una legge sui caregiver familiari
L’Emilia-Romagna con la Legge Regionale 28 marzo 2014, n. 2, per prima ha riconosciuto la figura del caregiver familiare quale componente informale della rete di assistenza alla persona e risorsa del sistema integrato dei servizi sociali, socio-sanitari e sanitari, tutelandone i bisogni. Per questo fornisce formazione e supporto alle attività di assistenza prestate gratuitamente da familiari ed amici a persone non autosufficienti, mettendo a loro disposizione importanti servizi. Tra questi, viene rafforzata la rete di sostegno del caregiver, costituita dal sistema integrato dei servizi sociali e socio-sanitari, dal volontariato e dalla solidarietà di vicinato. Inoltre, è prevista la messa a punto di un piano assistenziale individualizzato che definisce le funzioni del caregiver, nonché le prestazioni, gli ausili, i contributi necessari e i supporti che i servizi sociali e sanitari si impegnano a fornire per consentire un’attività di assistenza e di cura appropriate.
Dal momento che si tratta anche di un’esperienza lavorativa sono previsti formazione al lavoro di accudimento e il riconoscimento delle competenze acquisite per favorire successivi sbocchi lavorativi (percorsi formativi per la qualifica di operatore socio-sanitario). Senza dimenticare il supporto psicologico, le guide sui servizi, le prestazioni sanitarie a domicilio. Le legge prevede anche accordi con le associazioni imprenditoriali per una maggiore flessibilità nell’orario di lavoro e la promozione di accordi con compagnie assicurative per la copertura degli infortuni o della responsabilità civile collegati all’attività prestata. Ultimo, ma non meno importante, è stato istituito il caregiver day. Si tratta di una giornata per dare voce alle tante persone invisibili che ogni giorno affrontano questa situazione, per diffondere buone pratiche e per verificare attraverso i protagonisti diretti l’efficacia della legge.
In Abruzzo c’è una legge apposita dal 2016
Anche la Regione Abruzzo è stata tra le prime. Ha approvato la Legge Regionale n. 43 del dicembre 2016, intitolata “Norme per il riconoscimento ed il sostegno del caregiver familiare”. Una delle prime normative quindi ad aver definito e previsto il sostegno per coloro che volontariamente si dedicano alla cura e all’assistenza di familiari. La Legge Regionale n. 43/2016 prevede il riconoscimento del caregiver familiare e mira a fornire un supporto concreto, sia in termini di servizi che di misure economiche, per alleggerire il carico assistenziale.
In Campania, dal 2017 una legge che tutela i caregiver
Con la Legge Regionale n. 33 del 2017 anche la Campana riconosce e valorizza la figura del caregiver familiare, definendolo come colui che si prende cura di persone non autosufficienti in un’ottica di solidarietà e responsabilizzazione sociale. Anche qui la legge prevede supporto attraverso l’integrazione nel sistema dei servizi sociali e sanitari, sostenendo le esigenze della persona assistita e favorendo il suo mantenimento a domicilio o in un contesto familiare.
La legge campana promuove la cura familiare come bene sociale, responsabilizzando la comunità e le famiglie. Mira a integrare l’attività del caregiver all’interno del sistema regionale degli interventi sociali, socio-sanitari e sanitari.
Prevede interventi e azioni specifiche per supportare il caregiver familiare, riconoscendo la sua importanza nel processo assistenziale. In sintesi, la L.R. 33/2017 stabilisce un quadro normativo in cui il caregiver familiare è tutelato e integrato nel sistema regionale, ricevendo supporto per svolgere il proprio ruolo di assistenza a favore dei familiari.
Nel 2020 si aggiunge anche la Puglia
Nel 2020, nel corso di un processo sempre più esteso di riconoscimento del caregiver familiare, anche la Puglia si dota di strumenti legali per tutelarlo. Con la Legge Regionale n. 3 del 2020 la Puglia lo ha promosso e valorizzato, garantendo il suo inserimento nel sistema regionale dei servizi socio-sanitari e offrendo supporto attraverso la partecipazione al Piano Assistenziale Individuale (PAI). La legge prevede l’intervento dei distretti sociosanitari e la possibilità di accedere anche a percorsi formativi per coloro che svolgono o vogliono intraprendere l’attività di assistente personale.
Dal 2022 al 2024 arrivano Lombardia e Lazio
Con la Legge Regionale n. 5, aprile 2024 – “Disposizioni per il riconoscimento e il sostegno del caregiver familiare” – il Lazio ha colmato il gap sul tema. La legge infatti riconosce il caregiver come componente centrale della rete assistenziale, titolare di diritti propri, e prevede risorse e interventi di sostegno, come la definizione del Piano Personalizzato di Assistenza (PPA), la possibilità di richiedere la “Scheda Caregiver familiare”, e l’erogazione di contributi per sollievo e cura personale. La Legge Regionale prevede il riconoscimento del valore sociale, aiuti concreti attraverso la programmazione di risorse per il sostegno, riconosce il caregiver come persona autonoma, con diritti e bisogni specifici, lo stanziamento di fondi specifici per interventi di sollievo e supporto personale, inclusi budget di cura, formazione professionale e momenti di pausa.
Anche la Legge Regionale n. 23, novembre 2022, in Lombardia, riconosce la figura del caregiver familiare, definendolo come la persona che assiste e si prende cura volontariamente di un parente non autosufficiente o disabile. La legge non ne riconosce solo il ruolo, ma prevede che i servizi sociali, sociosanitari e sanitari siano tenuti a informare, orientare e accompagnare i caregiver. Promuove percorsi di supporto psicologico e interventi di sollievo dal carico di cura (come sostituzione del lavoro di cura). Prevede formazione e addestramento specifiche, favorisce la stipula di accordi con compagnie assicurative per ottenere premi agevolati per polizze destinate ai caregiver, incoraggia misure per facilitare la conciliazione tra l’attività lavorativa e il tempo dedicato alla cura.
I caregiver familiari in Sardegna, Friuli-Venezia Giulia e Toscana
La Regione Friuli-Venezia Giulia, con la Legge Regionale n. 8 del 2023, ha istituito un piano triennale per il sostegno ai caregiver familiari, riconoscendo il loro contributo e fornendo interventi mirati come la formazione e il supporto psicologico, come parte di una strategia più ampia di riconoscimento del loro valore sociale ed economico. Anche qui, la legge non ne riconosce solo il valore e il ruolo ma prevede un piano per sostenerli attivamente attraverso percorsi formativi e di supporto psicologico.
Con la Legge Regionale n. 12 del 2023 la Regione Sardegna ha ufficialmente riconosciuto il ruolo del caregiver familiare, definendolo come soggetto sia di cura che beneficiario di servizi. La Legge istituisce un Registro Regionale dei Caregiver Familiari con l’obiettivo di raccogliere dati e valorizzare le competenze acquisite da questi assistenti. Ma soprattutto prevede che i servizi sociali e i piani locali unitari offrano supporto e affiancamento ai caregiver, riconoscendone il ruolo nel welfare locale. Inoltre, si impegna a promuovere e facilitare le associazioni di caregiver familiari a livello regionale e locale.
La Toscana, invece, è l’ultima ad essersi aggiunta in questi giorni con un Legge Regionale ad hoc, la 55/2025 ovvero “Disposizioni per la promozione ed il riconoscimento della figura del caregiver familiare”.
© Riproduzione riservata