Nei primi tre trimestri dell’anno raccolte oltre 270mila tonnellate di rifiuti elettronici (RAEE), con un aumento di 6.334 tonnellate. Boom di dispositivi IT e piccoli elettrodomestici, mentre calano monitor e sorgenti luminose. Al Sud si registra un incremento significativo dei punti vendita registrati.
Si ricicla di più, e meglio
L’Italia prosegue nel suo percorso di miglioramento nella gestione dei rifiuti elettrici ed elettronici; soprattutto durante i primi nove mesi del 2025. La raccolta è salita a 270.684 tonnellate, facendo registrare un incremento del 2,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sono 6.334 le tonnellate aggiuntive che hanno preso la strada del corretto smaltimento e del riciclo.
A certificare questi risultati è il Centro coordinamento Raee, l’organismo che riunisce 14 Sistemi Collettivi dei produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche e rappresenta il punto di riferimento per l’intero settore a livello nazionale.
Elettronica di consumo e IT trainano la crescita
L’analisi dei dati mostra come la crescita non sia omogenea tra le diverse categorie di rifiuti.
Il comparto che ha fatto segnare l’incremento maggiore è quello identificato come “raggruppamento 4”, che include apparecchiature IT, elettronica di consumo e dispositivi elettronici portatili. Un settore che ha registrato un balzo del 5,8%, pari a 3.533 tonnellate in più rispetto ai primi nove mesi del 2024.
Si tratta di un risultato particolarmente significativo, considerando che proprio i piccoli dispositivi elettronici rappresentano storicamente la categoria più difficile da intercettare. Smartphone, tablet, caricabatterie e accessori vari finiscono spesso dimenticati nei cassetti o, peggio ancora, smaltiti erroneamente tra i rifiuti indifferenziati.
Risultati positivi arrivano anche dal settore degli apparecchi per lo scambio di temperatura con fluidi. Il “raggruppamento 2”, che comprende frigoriferi e climatizzatori, ha fatto registrare un incremento del 3,3%, equivalente a 2.607 tonnellate in più. Il raggruppamento 1, che include altri grandi elettrodomestici per il raffreddamento e il condizionamento, ha invece segnato una crescita del 3,7%, con 3.353 tonnellate aggiuntive raccolte.
Non tutte le categorie di rifiuti elettronici hanno però mostrato un andamento positivo. Le sorgenti luminose, classificate come R5, hanno subito una contrazione del 3,3%. Ancora più marcato il calo per quanto riguarda televisori e monitor (R3), che hanno registrato un meno 9,7%. Questo decremento riflette in parte gli effetti del Bonus TV che tra il 2021 e gli anni successivi ha spinto molti cittadini a rinnovare i propri dispositivi, riducendo così il volume di apparecchi obsoleti da smaltire.
La rete dei punti vendita si allarga
Parallelamente alla crescita della raccolta, aumenta anche la rete dei punti vendita che garantiscono il ritiro dei rifiuti elettronici.
Il portale del Centro di coordinamento Raee conta attualmente 15.799 registrazioni, con una distribuzione che rispecchia in parte la densità demografica del Paese. Si passa dai 33 punti vendita iscritti della Valle d’Aosta ai 2.892 della Lombardia. A livello nazionale si registra una media di 27 punti vendita ogni 100mila abitanti, con punte di 40 in Liguria e 39 in Molise. La Campania chiude la classifica con 12 punti ogni 100mila abitanti.
Particolarmente interessante è l’evoluzione registrata nell’ultimo anno in alcune regioni del Sud. In seguito all’avvio di controlli mirati, si è verificato un picco di registrazioni da parte di aziende campane che hanno regolarizzato la propria posizione. Solo nei mesi di agosto e settembre sono state rilevate più di 30 nuove iscrizioni, a fronte di una sola registrazione in tutto il 2024 e di cinque nel 2023. Le nuove iscrizioni si concentrano principalmente nelle province di Napoli e Caserta. Anche altre regioni hanno mostrato dinamiche positive. In Piemonte si sono iscritti 15 nuovi impianti, dieci in più rispetto all’anno precedente, mentre nelle Marche le nuove registrazioni sono state 10, cinque in più del 2024.
Questi punti vendita svolgono un ruolo cruciale nel sistema di raccolta attraverso il cosiddetto “uno contro uno”, che consente ai cittadini di restituire gratuitamente un’apparecchiatura elettronica usata quando ne acquistano una nuova di tipo equivalente. Accanto a questa modalità esiste anche l'”uno contro zero”, che permette di consegnare piccoli dispositivi con almeno un lato inferiore ai 25 centimetri nei punti vendita con superficie superiore ai 400 metri quadrati, senza obbligo di acquisto. Nonostante la presenza di questi strumenti, il sistema italiano mostra ancora ampi margini di miglioramento. Il tasso di raccolta nel 2024 si è fermato al 29,64%, molto distante dall’obiettivo europeo del 65%. La scarsa consapevolezza dei cittadini rappresenta uno dei principali ostacoli: molti italiani ignorano ancora cosa siano i RAEE e come smaltirli correttamente, con il risultato che centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti elettronici sfuggono ogni anno ai canali ufficiali.
Oltre 4,6 milioni per nuovi progetti di raccolta
Il Centro di coordinamento Raee ha recentemente pubblicato le graduatorie dei beneficiari del bando 2025, destinato all’infrastrutturazione, allo sviluppo e all’adeguamento dei centri di raccolta, oltre che alla realizzazione di progetti di microraccolta e comunicazione locale. La dotazione economica complessiva supera i 4,6 milioni di euro, oltre il 40% in più rispetto all’anno precedente. Questo incremento ha permesso di ampliare la platea dei beneficiari: sono 102 i progetti entrati in graduatoria, 25 in più del 2024, su un totale di 212 candidature presentate.
Le risorse sono distribuite su tre diverse linee di intervento. Circa 3,8 milioni di euro vanno al Fondo infrastrutturazione, mentre 400mila euro sono destinati al Fondo comunicazione e implementazione della raccolta. Altri 500mila euro finanziano il Fondo microraccolta. I fondi messi a disposizione dai produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche mirano a rafforzare un sistema che fatica ancora a raggiungere gli standard europei. L’Unione europea ha avviato nel 2024 procedure di infrazione contro più della metà degli Stati membri, Italia inclusa, e se la situazione non migliorerà entro il 2028 potrebbero scattare sanzioni di 2 euro per ogni chilo di RAEE non correttamente raccolto, una cifra che per il nostro Paese potrebbe tradursi in circa 2,6 miliardi di euro all’anno.
Le recenti modifiche normative vanno proprio nella direzione di semplificare e potenziare il sistema di raccolta. La legge 147/2025, entrata in vigore a ottobre, introduce la possibilità del ritiro gratuito a domicilio dei RAEE, permettendo di recuperare quegli apparecchi che spesso rimangono dimenticati nelle abitazioni. Inoltre, sono state inasprite le sanzioni per chi gestisce in modo irregolare i rifiuti elettronici e le imprese del settore dovranno destinare almeno il 3% del fatturato a campagne informative.
Nella gestione e raccolta dei RAEE, l’Italia fa un passo avanti significativo, ma la strada da percorrere rimane comunque lunga. Fa però ben sperare la crescita della rete di raccolta e l’aumento dei finanziamenti per i progetti territoriali.
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