Lo stato americano punta sulla longevità con una legge che rivoluziona l’accesso alle cure: tra sperimentazione, criptoinvestimenti e turismo sanitario
Il Montana è nell’occhio del ciclone per una legge che potrebbe rivoluzionare il futuro della longevità. Con l’approvazione del Senate Bill 535, lo Stato ha deciso di aggirare i protocolli federali che regolano l’accesso ai farmaci sperimentali. La norma consente infatti a qualsiasi paziente, anche non terminale, di accedere a terapie che abbiano superato solo la Fase I dei test clinici, ovvero quella che valuta esclusivamente la sicurezza del farmaco. Una scelta che cambia radicalmente le regole del gioco: se finora l’accesso a trattamenti sperimentali era riservato solo a chi non aveva altre opzioni terapeutiche (come previsto dal Right to Try Act del 2017), ora si apre un nuovo scenario. Le cliniche del Montana diventano veri e propri centri di ricerca applicata, offrendo trattamenti non ancora approvati dall’FDA. Una decisione che solleva interrogativi bioetici, ma che ha già attirato l’attenzione di investitori e imprenditori in cerca di nuovi spazi per l’innovazione medica.
Longevità e diritto alla sperimentazione
Alla base della legge c’è una visione libertaria della salute: ogni individuo dovrebbe avere il diritto di decidere su quali terapie puntare per combattere malattie croniche o rallentare l’invecchiamento. La longevità non viene più vista solo come una questione medica, ma come un obiettivo da perseguire attraverso la libertà di scelta, la medicina preventiva e l’autosperimentazione responsabile. Proprio questa libertà ha fatto scattare l’interesse della cosiddetta ‘comunità della longevità’, un insieme internazionale di startup biotech, di scienziati, e di sostenitori del biohacking. Persone, cioè, disposte ad ad ‘hackerare’ il proprio corpo attraverso vari metodi, come l’alimentazione, lo stile di vita, l’uso di dispositivi indossabili e l’analisi genetica, per ottimizzare le funzioni biologiche. Tutti interessati ad ottenere regole più flessibili. “Non si tratta solo di allungare la vita, ma di viverla meglio e più a lungo, grazie a trattamenti su misura e a tecnologie di frontiera”, sostengono i promotori della legge.
Un nuovo ecosistema tra salute, economia e cripto
Ma perché il Montana? Perché qui l’innovazione normativa ha trovato terreno fertile, anche grazie alla spinta di rivoluzionari come Niklas Anzinger, fondatore del progetto Infinita City. L’obiettivo è ambizioso: trasformare lo Stato in una piattaforma di medicina decentralizzata, accessibile a livello globale. In questa visione, il Montana diventa una zona a legislazione speciale dove si testano cure anti-aging, tecnologie genetiche e approcci personalizzati alla salute. E qui entra in gioco la biofinanza, un mix tra finanza decentralizzata e ricerca biotecnologica. Il modello attira capitali dai possessori di criptovalute. Attratti dalla possibilità di investire in cliniche sperimentali, startup e infrastrutture sanitarie senza i vincoli delle agenzie regolatorie tradizionali. Brian Armstrong, CEO di Coinbase, ha già investito milioni nella ricerca sull’invecchiamento. Charles Hoskinson, fondatore di Cardano, ha finanziato una clinica sperimentale in Wyoming. In questo scenario, la longevità diventa strategica per gli investitori: un’area in cui coniugare innovazione, profitto e impatto sociale.
Rischi, garanzie e turismo della longevità
Naturalmente, un sistema del genere comporta rischi significativi. I primi trattamenti in Fase 1 non hanno ancora dimostrato la loro efficacia e una percentuale elevata di farmaci fallisce prima di arrivare sul mercato. Ci sono poi interrogativi sulla tutela dei pazienti, soprattutto quelli più vulnerabili dal punto di vista economico o culturale. Per mitigare questi rischi, la legge del Montana prevede alcune tutele. Il 2% dei profitti delle cliniche deve essere destinato a fondi per pazienti a basso reddito, e ogni trattamento sperimentale deve essere accompagnato da un consenso informato rafforzato, supervisionato da un medico. Intanto, lo Stato si prepara all’ondata di turismo della longevità. Pazienti da tutto il mondo potrebbero convergere verso il Montana per ricevere trattamenti altrimenti inaccessibili. Un fenomeno che potrebbe generare un’economia parallela fatta di cliniche, laboratori, fondazioni e servizi sanitari avanzati, replicando in campo medico ciò che alcune regioni del mondo hanno fatto con la finanza o la tecnologia.
Una visione radicale della longevità
L’aspetto più interessante del nuovo modello non è solo la rapidità di accesso alle cure, ma la sua filosofia di fondo. Una visione in cui salute, innovazione tecnologica e libertà individuale si intrecciano in un modo finora sconosciuto. È un modo completamente nuovo di pensare la medicina e la ricerca: ‘open source’, globale e personalizzata. Questo perchè la longevità non è più un privilegio per pochi, ma è ormai un obiettivo collettivo, da raggiungere ad ogni costo, anche attraverso modelli alternativi di sviluppo. Resta da vedere se la legge del Montana sarà ricordata come un faro dell’innovazione sanitaria o come un caso di deregulation pericolosa. Una cosa però è certa: la frontiera della ricerca per la longevità si è spostata ancora una volta.
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