Sulle montagne che ospiteranno le Olimpiadi invernali 2026 emerge un patrimonio paleontologico senza precedenti
Tra Livigno e Bormio, dove gareggeranno gli atleti delle Olimpiadi invernali Milano Cortina 2026, la montagna restituisce un segreto rimasto nascosto per 200 milioni di anni. Nella Valle di Fraele, cuore del Parco Nazionale dello Stelvio, un fotografo naturalista ha compiuto per caso una scoperta che sta facendo il giro del mondo: migliaia di impronte di dinosauri, perfettamente conservate su pareti rocciose che sfiorano la verticale. Un sito da subito ribattezzato Triassic Park, che per gli esperti rappresenta la scoperta più rilevante in Italia dopo quella di Ciro, il primo dinosauro trovato nel 1981.
Un libro di pietra da decifrare
Le impronte di dinosauri risalgono a circa 210 milioni di anni fa. In quell’epoca remota, le Alpi come le conosciamo oggi non esistevano ancora. Al loro posto si estendevano ampie pianure costiere bagnate dalle acque calde dell’oceano Tetide, un mare che separava i continenti. Il clima era tropicale, umido, con distese fangose che branchi di creature gigantesche caplestavano durante la bassa marea. Quei fanghi calcarei, soffici e saturi d’acqua, hanno registrato ogni passaggio come una pellicola fotografica naturale. Poi, nel corso di milioni di anni, si sono trasformati in roccia solida, un’opportunità unica per comprendere quegli animali e il loro ambiente.
Sulle tracce delle impronte dei dinosauri
Sullo “strato 0”, come viene chiamato dai ricercatori il livello più ricco di tracce, sono già state catalogate oltre duemila impronte di dinosauri. Molte veramente nitide: si distinguono le dita, si intuiscono gli artigli, alcune raggiungono i 40 centimetri di diametro. La forma prevalente è allungata, prodotta da animali che camminavano principalmente sulle zampe posteriori, come dimostra la presenza di almeno quattro dita ben riconoscibili nelle tracce meglio conservate. La loro disposizione in file parallele per centinaia di metri è la prova che i dinosauri si muovevano in branchi coordinati. Altre configurazioni suggeriscono comportamenti più complessi, come gruppi radunati in cerchio, forse una strategia difensiva contro qualche predatore. Questi animali, quindi, non erano solitari ma seguivano dinamiche di gruppo organizzate.
I protagonisti di questa storia
Le analisi preliminari indicano che tracce appartengono a prosauropodi, dinosauri erbivori dal collo lungo e la testa piccola che potevano raggiungere tra gli 8 e i 10 metri di lunghezza. Questi giganti vegetariani vissero durante il Triassico superiore e sono gli antenati dei celebri sauropodi del Giurassico, come il brontosauro, i cui scheletri completi sono stati trovati in Svizzera e Germania. Il sito impervio si estende per chilometri e può essere analizzato grazie ai droni e al telerilevamento permette di creare modelli tridimensionali dettagliati senza dover fisicamente raggiungere ogni singola impronta. La verticalità delle pareti che ospitano le impronte di dinosauri non deve trarre in inganno. Questi animali camminavano su superfici pianeggianti o leggermente inclinate. Sono stati i movimenti tettonici che hanno generato le Alpi a ribaltare e sollevare quelle antiche pianure costiere, trasformandole nelle spettacolari pareti rocciose che oggi caratterizzano il paesaggio alpino.
TUTTE LE ULTIME NOTIZIE SU SPAZIO50.ORG
© Riproduzione riservata
