Un nuovo studio rivela l’importanza di un approccio integrato per le donne colpite da insufficienza ovarica primaria
La menopausa precoce può essere una diagnosi che cambia la vita. Le donne che la attraversano spesso affrontano non solo i sintomi fisici causati dalla mancanza di estrogeni, ma anche la perdita inaspettata della fertilità. Questo cambiamento profondamente emotivo e sociale può ridefinire i progetti di vita e l’identità personale. Mentre alcune donne riescono a gestire questi cambiamenti, altre sperimentano un impatto psicologico profondo. Una ricerca pubblicata sulla rivista Menopause della Menopause Society si focalizza su un aspetto ancora poco esplorato: quasi un terzo delle donne con insufficienza ovarica primaria soffre di sintomi depressivi.
Una diagnosi che cambia la vita
Come ricorda il Manuale MSD la menopausa precoce, nota anche come insufficienza ovarica primaria (POI), si verifica quando le ovaie smettono di funzionare correttamente prima dei 40 anni. Le donne colpite non solo devono affrontare la carenza di estrogeni — gli ormoni sessuali femminili la cui riduzione causa sintomi come vampate, secchezza vaginale, perdita di densità ossea e aumento del rischio cardiovascolare — ma anche l’impatto psicologico della perdita della fertilità, spesso improvvisa e difficile da accettare. Si tratta, insomma, di una condizione che può compromettere profondamente la qualità della vita, influenzando obiettivi personali, relazioni e ruoli sociali.
Il legame tra depressione e menopausa precoce
Secondo la ricerca citata, le donne con POI hanno un rischio oltre tre volte superiore di soffrire di depressione rispetto a quelle che attraversano una menopausa naturale. Il nuovo studio, condotto su quasi 350 donne, conferma questo legame: il 29,9 per cento delle partecipanti ha riportato sintomi depressivi. Tuttavia, non tutte le donne reagiscono allo stesso modo. La ricerca ha cercato di individuare i fattori che aumentano il rischio di depressione in presenza di POI. Tra i principali: l’età più giovane al momento della diagnosi, la gravità dei sintomi della menopausa, il dolore legato alla perdita di fertilità e la mancanza di sostegno emotivo.
Il ruolo cruciale del supporto psicologico
Uno degli aspetti più rilevanti dello studio è l’emergere dei fattori psicologici come determinanti principali dello stato emotivo delle pazienti. “Il trattamento ormonale è importante per la gestione di alcuni sintomi fisici e per la prevenzione, ma non è la prima scelta per affrontare i disturbi dell’umore”, afferma la dottoressa Monica Christmas, a capo della Menopause Society. Anche i dati lo confermano. Non sono infatti emerse differenze significative nei sintomi depressivi tra chi assumeva terapia ormonale e chi no. Al contrario, chi riceve un adeguato supporto psicologico mostra una maggiore capacità di adattamento alla diagnosi.
Una cura volta alla persona
La ricerca sottolinea quanto sia urgente una presa in carico globale delle donne con POI, che integri la dimensione medica a quella emotiva e relazionale. Interventi basati sull’evidenza per la salute mentale dovrebbero diventare parte integrante dei percorsi di cura. Per gli autori è interessante notare che chi aveva una causa genetica identificata per la POI mostrava meno sintomi depressivi, forse perché una spiegazione chiara rende più facile accettare la condizione. Un altro dato sorprendente riguarda le vampate notturne, che non risultano direttamente associate ai livelli di depressione, a dispetto della loro incidenza sulla qualità del sonno.
Invito all’ascolto
Lo studio rappresenta un primo passo importante per comprendere meglio le esigenze psicologiche delle donne con menopausa precoce. Offrire ascolto, supporto e strategie adeguate può, infatti, fare la differenza nel loro percorso. Perché, come conclude lo studio, la prevalenza così alta dei sintomi depressivi in questa fascia della popolazione evidenzia quanto sia fondamentale uno screening psicologico di routine. Affrontare la menopausa precoce significa, infatti, guardare oltre gli aspetti fisici. Il supporto emotivo, l’accesso alle cure per la salute mentale e il riconoscimento del dolore che può accompagnare la diagnosi sono tutti componenti fondamentali per poter contare su un’assistenza efficace e completa.
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