I risultati dell’esame di Stato: Calabria in testa con il 18,1% di voti massimi, Valle d’Aosta ultima con il 3,3%. Occhi puntati sui ‘diplomifici’
Anche nel 2025 la Maturità è stato il momento più temuto da migliaia di studenti italiani, che però hanno superato ansie e timori brillantemente. I dati ufficiali pubblicati dal Ministero dell’Istruzione e del Merito dipingono, infatti, un quadro rassicurante: non solo la stragrande maggioranza dei candidati supera brillantemente la prova, ma cresce il numero di coloro che conquistano risultati eccellenti. Una tendenza che vede protagonista soprattutto il Sud d’Italia. Quest’anno, inoltre, il 99,7% dei maturandi ammessi all’esame ha superato la prova finale, confermando come la maturità sia diventata sempre più un traguardo raggiungibile per la quasi totalità degli studenti.
La distribuzione dei voti rivela tendenze interessanti
L’analisi della distribuzione dei voti offre spunti di riflessione sulla Maturità di questo 2025, l’ultima con l’attuale assetto. La maggior parte dei diplomati, precisamente il 31,7%, ha ottenuto una valutazione compresa tra 60 e 70. Subito dopo si posiziona la fascia degli studenti che hanno conquistato un punteggio tra 71 e 80, rappresentando il 29,3% del totale. Complessivamente, quindi, oltre il 60% dei maturandi si è diplomato con un voto compreso tra 60 e 80. Ma è l’evoluzione verso l’alto delle valutazioni a catturare l’attenzione degli esperti. Rispetto all’anno precedente, diminuiscono gli studenti che hanno ottenuto la sufficienza: i 60 sono scesi dal 5,1% al 4,9%. Parallelamente, cresce il numero delle eccellenze: le lodi sono passate dal 2,6% del 2023-2024 al 2,8% dell’anno appena concluso. Un incremento che, seppur contenuto in termini percentuali, racconta di un sistema scolastico che premia sempre più il merito e l’impegno.
Il Meridione domina la classifica delle eccellenze
La geografia delle eccellenze nella Maturità 2025 disegna una mappa che vede il Sud Italia protagonista assoluto. La Calabria si conferma la regione più generosa nelle valutazioni, con il 6,1% dei candidati che ha conquistato la lode, in crescita rispetto al 5,4% dell’anno precedente. Una performance straordinaria che colloca la regione al vertice nazionale.
La Puglia segue al secondo posto con il 5,5% di studenti premiati con la lode, mentre la Sicilia conquista il terzo gradino del podio con il 4,7%. L’Umbria, unica regione del Centro a posizionarsi ai vertici, raggiunge il 4,4%, seguita dalla Campania con il 4%. Se si considera il numero assoluto di diplomi con lode, emerge che sono quasi 14mila gli studenti che hanno conquistato il massimo riconoscimento. Di questi, ben 2.898 risiedono in Campania e 1.947 in Sicilia, le due regioni che in valore assoluto hanno prodotto il maggior numero di eccellenze.
Maturità 2025: la sfida del divario territoriale
Allargando lo sguardo all’insieme dei voti massimi, ovvero 100 e 100 con lode, il quadro conferma la supremazia meridionale. Mentre la media nazionale si attesta al 9,9% di studenti che hanno ottenuto il punteggio massimo, in Calabria questa percentuale schizza al 18,1%. La Puglia non è da meno con il 15,4%, seguita dalla Campania con il 13,5%.
Al contrario, le regioni del Nord mostrano una maggiore severità nelle valutazioni. La Valle d’Aosta si posiziona all’ultimo posto con appena il 3,3% di studenti che hanno ottenuto 100 o 100 con lode. La Lombardia, nonostante sia una delle regioni economicamente più sviluppate, occupa la penultima posizione con il 5,1%. Anche Piemonte, Trentino-Alto Adige e Veneto mostrano percentuali contenute, fermandosi al 6,4%. Questo divario territoriale nelle valutazioni della maturità non rappresenta un fenomeno nuovo nel panorama scolastico italiano. Da anni si registra una differenza di approccio nella valutazione tra le diverse aree del Paese, alimentando dibattiti sulla necessità di criteri più omogenei a livello nazionale.
La lotta ai diplomifici: controlli più severi
La Maturità del 2025 porta gli effetti del decreto-legge n. 45 del 2025, con cui il Governo vuole combattere il fenomeno dei cosiddetti ‘diplomifici’, istituti che rilasciano titoli senza garantire adeguati standard di qualità e serietà nell’insegnamento. Il decreto, voluto dal ministro Giuseppe Valditara, mette fine alla pratica dei ‘tre-quattro o cinque anni in uno’ e al cosiddetto ‘turismo studentesco’ verso scuole paritarie che promettono diplomi facili. Le nuove norme prevedono che gli studenti possano sostenere esami di idoneità al massimo per i due anni successivi a quello conseguito tramite scrutinio finale, eliminando la possibilità di recuperare multiple bocciature in un solo anno. I controlli più stringenti hanno portato risultati concreti: tra il 2024 e il 2025, ben 71 istituti hanno visto revocare il riconoscimento di scuola paritaria. La distribuzione geografica di questi provvedimenti indica una criticità del Sud: 35 revoche in Sicilia, 30 in Campania e 11 in Calabria. Un’azione che mira a garantire maggiore credibilità al sistema scolastico e a tutelare il valore del diploma di maturità.
Verso il nuovo anno scolastico: gli insegnanti di religione e di sostegno
Il Consiglio dei Ministri ha recentemente approvato un piano di assunzioni significativo per il prossimo anno scolastico: 347 dirigenti scolastici, 48.504 docenti (di cui 13.860 di sostegno), 44 unità di personale educativo, 6.022 insegnanti di religione cattolica e 10.348 unità di personale amministrativo, tecnico e ausiliario. Il ministro Valditara ha sottolineato come queste assunzioni rappresentino “un segnale forte e concreto della volontà del Governo di investire sul futuro dell’istruzione”. Particolare soddisfazione è stata espressa per l’immissione in ruolo degli insegnanti di religione cattolica, definita “un atto di giustizia verso una categoria che per troppo tempo ha aspettato il giusto riconoscimento”. L’assunzione di quasi 14.000 insegnanti di sostegno rappresenta, infine, un passo fondamentale per garantire il diritto allo studio agli studenti con disabilità, rendendo il sistema scolastico più inclusivo.
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