Una ricerca sulle donne soldato americane dimostra come il legame con l’animale rallenta l’invecchiamento cellulare
Che la presenza ed il contatto costante tra uomo e cane induca effetti benefici sulla qualità della vita e sul sistema immunitario è ormai assodato. Ora, una ricerca condotta su un gruppo di veterane dell’esercito statunitense è l’ultimo tassello (in ordine di tempo) in grado di dimostrare il legame tra questo rapporto e la lotta contro l’invecchiamento cellulare. Secondo lo studio condotto dalla Florida Atlantic University, infatti, addestrare cani produce effetti biologicamente misurabili sui telomeri, le strutture che proteggono il DNA e determinano la velocità di invecchiamento dell’organismo.
I telomeri: l’orologio biologico delle cellule
Lo studio ha coinvolto donne tra i 32 e i 72 anni che hanno prestato servizio militare e che nella vita civile convivono con il disturbo post-traumatico da stress. Per otto settimane, alcune di loro hanno seguito come volontarie un programma di addestramento di cani destinati al lavoro di supporto, mentre altre hanno solo guardato video di dog training. I ricercatori hanno analizzato la lunghezza dei telomeri attraverso campioni di saliva, scoprendo tra i due gruppi differenze sorprendenti. Come noto, i telomeri sono piccole parti di Dna che si trovano alla fine di ogni cromosoma. Queste estremità si accorciano naturalmente con l’età e, ancora più rapidamente, quando l’organismo subisce stress cronico. Rappresentano quindi un indicatore affidabile della longevità biologica, più preciso dell’età anagrafica.
L’effetto dell’addestramento canino sulla longevità
Le veterane che hanno addestrato attivamente i cani mostravano un allungamento dei telomeri, segnale inequivocabile di un rallentamento dell’invecchiamento cellulare. Al contrario, le donne del semplice gruppo di controllo registravano un accorciamento di queste strutture, indicando con ciò un’accelerazione del processo di invecchiamento. L’effetto è risultato particolarmente marcato nelle veterane con esperienza diretta di combattimento: chi tra loro aveva vissuto situazioni belliche al fianco di un cane ha ottenuto i maggiori guadagni in termini di lunghezza dei telomeri. I risultati, pubblicati sulla rivista Behavioral Sciences, forniscono le prime prove concrete di come le attività strutturate con animali possono ridurre il tributo fisico dello stress e aumentare la longevità a livello cellulare.
Se mente e corpo sono disconnessi
La ricerca ha evidenziato un altro aspetto interessante: se da un lato le addestratrici mostravano telomeri significativamente diversi rispetto al gruppo di controllo, entrambi i gruppi hanno riportato un miglioramento psicologico simile. Con una netta riduzione dell’ansia e dello stress percepito, a tutto beneficio della longevità. Questo dato suggerisce che il benessere soggettivo non sempre riflette la salute dell’organismo a livello cellulare. È possibile, infatti, sentirsi psicologicamente sollevati mentre lo stress continua a esercitare i suoi effetti dannosi, seppur invisibili, sull’invecchiamento cellulare. L’addestramento dei cani di servizio sembra intervenire proprio su questo meccanismo profondo, andando a proteggere non solo la mente, ma anche la salute fisica a lungo termine.
L’approccio innovativo per la salute delle veterane
Gli effetti positivi della presenza canina non si limitano solo ad una previsione di longevità. Cheryl Krause-Parello, prima autrice dello studio, sottolinea le difficoltà di reinserimento nella vita civile delle veterane, un aspetto peraltro non ancora sufficientemente indagato. Nonostante, infatti, le donne prestino servizio nell’esercito americano da generazioni, la maggior parte degli studi militari continua a concentrarsi sugli uomini, anche se sono proprio le donne a riportare tassi più elevati di disturbo post-traumatico da stress. Il legame con gli animali offre un approccio che non richiede farmaci e si basa su meccanismi relazionali profondi. Non tutte le veterane possono permettersi di gestire un animale di servizio a tempo pieno, ma il volontariato nell’addestramento rappresenta una soluzione accessibile che offre benefici sulla longevità senza le responsabilità quotidiane della proprietà.
Alla ricerca di una longevità senza farmaci
Decine di studi condotti negli ultimi 40 anni hanno confermato che possedere un cane allevia lo stress aitando il benessere psicofisico rilassate. È stato inoltre dimostrato che i proprietari di cani hanno un rischio di morte inferiore del 24% e una probabilità quattro volte maggiore di sopravvivere almeno un anno dopo un infarto. Lo studio apre prospettive nuove nell’ambito degli interventi non farmacologici. Dimostra che soluzioni innovative basate sulla relazione tra esseri umani e animali producono cambiamenti misurabili nei telomeri, aprendo la strada a trattamenti che proteggono contemporaneamente mente e corpo. Questa comprensione più approfondita degli effetti biologici che i cani hanno sulla risposta umana allo stress apre entusiasmanti possibilità.
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