La Regione stanzia 1,5 milioni di euro per garantire autonomia e libertà di scelta alle persone con disabilità
La Lombardia compie un passo significativo con l’approvazione della delibera regionale 5416, che introduce l’assistente personale autogestito nel panorama dei servizi dedicati alle persone con disabilità. Un’innovazione nata grazie alla spinta di Ledha e della rete associativa che da anni rivendica questo diritto. L’assistente personale autogestito è una figura diversa rispetto ai tradizionali servizi di assistenza domiciliare. Qui, infatti, è la persona con disabilità a scegliere direttamente chi l’affiancherà nel quotidiano, definendo insieme a questa persona orari e attività. La delibera lombarda descrive questa figura professionale come una persona incaricata di fornire sostegno nelle attività quotidiane, con l’obiettivo di favorire autonomia e inclusione sociale. Il termine “autogestito” significa che la persona con disabilità riceve un budget mensile e diventa essa stessa datrice di lavoro, assumendo direttamente l’assistente, gestendone contratto, orari e mansioni.
Le risorse stanziate e i prossimi passi
Complessivamente la Regione ha stanziato 1,5 milioni di euro. Una parte consistente, 640mila euro, servirà a consolidare i Centri per la Vita Indipendente già attivi sul territorio, strutture fondamentali per orientare le persone con disabilità e supportarle nella costruzione del proprio progetto di vita. Altri 860mila euro andranno direttamente agli Ambiti territoriali, che potranno così finanziare progetti concreti di vita indipendente che prevedono l’assistente personale autogestito. Le associazioni che hanno lavorato per ottenere questo risultato guardano avanti con realismo. Ledha auspica che queste risorse vengano rapidamente messe a disposizione dei Comuni e degli Ambiti territoriali sociali, ma sottolinea anche la necessità di incrementarle in base alle richieste che arriveranno. È un primo passo importante, ma la strada è ancora lunga.
Chi può accedere e come funziona
L’assistente personale autogestito si rivolge principalmente a persone over 18 con disabilità grave, in grado di compiere scelte autonome e che desiderino conquistare il maggior grado possibile di autonomia. Specifiche équipe multidisciplinari valutano l’accesso e il livello di contributo spettante per questa forma di sostegno individuale della persona. Una volta definito il progetto scritto, si stabilisce un budget mensile che può oscillare tra i 600 e i 2mila euro, a seconda delle esigenze specifiche. Con queste risorse la persona con disabilità assume direttamente l’assistente, diventando a tutti gli effetti datore di lavoro con tutte le responsabilità e le opportunità che questo comporta. Può scegliere chi ritiene più adatto, definire orari compatibili con le proprie necessità, costruire una relazione professionale ma anche umana con chi la affiancherà quotidianamente.
Il panorama legislativo nazionale
La figura dell’assistente personale è da tempo presente nella normativa nazionale come una figura professionale che si prende cura di una persona con disabilità, svolgendo attività concordate e nel rispetto delle normative sul lavoro. Le regioni definiscono le linee guida e gli enti locali possono organizzare programmi formativi per chi desidera intraprendere questa professione. Prima dell’inizio dei corsi, vengono valutate le competenze e le esperienze già acquisite dai partecipanti.I programmi, tenuti da formatori qualificati, hanno obiettivi precisi: preparare al mondo del lavoro, insegnare come prendersi cura della persona e della casa, fornire nozioni di primo soccorso e di educazione civica. Inoltre, aiutano a conoscere i servizi sociali e sanitari del territorio. Per gli aspiranti stranieri, particolare attenzione viene dedicata all’apprendimento della lingua italiana e al dialogo interculturale.
Un panorama frammentato
La Lombardia entra così in un gruppo ancora ristretto di regioni che hanno trasformato in realtà concreta questo diritto. La Toscana e il Trentino hanno già normative consolidate e risorse dedicate all’assistente personale autogestito. In Trentino, per esempio, questa figura si concretizza spesso attraverso il Fondo per l’Autonomia e l’Indipendenza, con la persona o la famiglia che assume il ruolo di datore di lavoro, supportata da voucher o contributi economici erogati dai servizi sociali. Tuttavia il quadro nazionale rimane profondamente diseguale: ci sono zone dove l’assistenza autogestita è un diritto esigibile, altre dove dipende da bandi occasionali, altre ancora dove semplicemente non esiste. Una geografia dei diritti frammentata che tradisce lo spirito universalistico delle leggi nazionali e internazionali che riconoscono la vita indipendente come diritto fondamentale.
TUTTE LE ULTIME NOTIZIE SU SPAZIO50.ORG
© Riproduzione riservata
