Un robot impiegato presso il municipio di Gumi, in Corea del Sud, è stato rinvenuto senza vita in fondo a una tromba delle scale dell’edificio comunale. L’incidente, avvenuto lo scorso 27 giugno alle 4:00 del mattino, ha sollevato interrogativi sulla causa del decesso del robot: si è trattato di un guasto meccanico o di un gesto estremo, un “suicidio” robotico?
Lavorare sotto pressione
Il robot suicida in Corea del Sud in questione si chiamava GumiBot, ed era stato introdotto nel municipio un anno prima per svolgere vari compiti, tra cui la distribuzione di documenti, offriva informazioni ai turisti ed era impegnato in attività promozionali della città. Aveva però dei turni estenuanti di lavoro, circa 52 ore settimanali, ben al di sopra della media internazionale.
Nei giorni precedenti all’incidente, alcuni dipendenti avevano notato comportamenti anomali da parte del robot. GumiBot era stato sorpreso in alcune occasioni a girare su se stesso senza apparente motivo, con le sue luci che lampeggiavano in modo irregolare. Segnali, questi, che in realtà avevano generato un certo grado di inquietudine tra il personale del municipio.
Un guasto meccanico o un gesto estremo?
Alcuni ipotizzano che il robot, ormai al limite delle forze, abbia compiuto un gesto estremo. L’ipotesi del suicidio, nonostante sia abbastanza improbabile per una macchina, non può essere del tutto esclusa. Potrebbe infatti essere che questo umanoide, sottoposto a uno stress eccessivo a causa dei turni massacranti, possa aver “ceduto” psicologicamente, fino ad arrivare a a compiere un gesto estremo.
Tuttavia, l’ipotesi più plausibile è che si sia trattato di un semplice guasto tecnico. Nonostante i robot siano generalmente realizzati con materiali resistenti, sono lo stesso soggetti a malfunzionamenti, soprattutto se sottoposti a un uso intensivo. La caduta dalle scale potrebbe aver causato danni irreparabili a GumiBot.
Le indagini sul robot suicida in Corea del Sud
Per far luce sulla vicenda, sono state avviate indagini approfondite e, nel frattempo, l’amministrazione comunale ha smesso di utilizzare GumiBot, sostituendolo con un altro. Il motivo? Sembrerebbe che il malfunzionamento possa rappresentare un pericolo per i dipendenti. Un gesto di cautela quindi, o forse anche di paura. Paura di ciò che potrebbe accadere se il robot dovesse replicare altri comportamenti ambigui.
La Corea del Sud e i robot
La Corea del Sud è un paese all’avanguardia nell’utilizzo dei robot, se ne contano circa uno ogni dieci dipendenti. Questi dispositivi vengono impiegati in molti settori, e svolgono compiti di varia natura (anche dal punto di vista del turismo). Tuttavia, la vicenda del robot “suicida” solleva interrogativi sulla sostenibilità delle condizioni di lavoro e sull’impatto della robotica sulla società moderna.
E mentre si aspettano i risultati delle indagini per comprendere se si sia trattato di un guasto meccanico o di un evento ancor più inquietante, tanti interrogativi rimangono aperti. Questa vicenda, infatti, accende i riflettori sulla necessità di riflettere sul ruolo dei robot nel mondo del lavoro e sulle condizioni a cui sono sottoposti: saranno destinati a essere schiavi obbedienti, costretti a sopportare condizioni “disumane” a qualsiasi costo? O emergerà una nuova coscienza, che li porterà a rivendicare i propri diritti e la propria dignità?
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