Tempi infiniti e costi troppo alti: cresce il numero di italiani che rinuncia alle cure. In affanno la fascia over 60
Nel 2024 quasi sei milioni di italiani hanno scelto di non sottoporsi a visite o esami medici. Una cifra in netto aumento rispetto al 2023, quando a rinunciare erano stati 4,5 milioni. Il motivo principale? Le interminabili liste d’attesa, ormai il principale ostacolo all’accesso alle cure per milioni di cittadini. A peggiorare la situazione contribuiscono anche le difficoltà economiche, soprattutto per le fasce sociali più fragili. I più colpiti? Le donne e gli adulti over 60.
Liste d’attesa sempre più lunghe per i più deboli
Secondo i dati dell’Osservatorio ItaliaInsight di IPSOS, l’80% degli italiani ha rinunciato almeno una volta a curarsi tramite il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) a causa delle lunghe attese, un dato in forte crescita rispetto al 65% registrato nel 2024. La situazione è ancora più critica tra gli over 60, dove la quota sale all’84%, e tra chi si trova in condizioni economiche difficili, con un picco dell’86%. Tra chi sceglie di non affidarsi al SSN per via dei tempi troppo lunghi, l’84% si rivolge alla sanità privata, mentre il 13% rinuncia completamente alle cure. Quest’ultima percentuale raggiunge il 19% tra le persone in difficoltà economica, evidenziando un grave problema di accesso alle prestazioni sanitarie per le fasce più fragili della popolazione.
Crescono le rinunce, aumentano le disuguaglianze
Secondo i dati Istat più recenti, il 9,9% della popolazione ha rinunciato a cure specialistiche nell’ultimo anno. Le cause principali sono proprio le liste d’attesa troppo lunghe (6,8%) e l’impossibilità di sostenere i costi delle prestazioni sanitarie (5,3%). Entrambi i fattori risultano in crescita rispetto all’anno precedente, segno evidente delle difficoltà che il sistema sanitario pubblico fatica a superare. Il fenomeno è ormai esteso a tutto il Paese: se in passato era il Mezzogiorno a soffrire maggiormente, oggi anche le regioni del Nord registrano un netto peggioramento, riducendo così il tradizionale divario territoriale.
Il privato non è per tutti
In un contesto di sanità pubblica sotto pressione, sempre più italiani si affidano al settore privato. Nel 2024, quasi un cittadino su quattro ha pagato interamente di tasca propria una prestazione sanitaria. Tuttavia, questa alternativa non è accessibile a tutti. L’indagine IPSOS per FIMMG mostra che l’84% di chi abbandona il pubblico a causa delle liste d’attesa si rivolge a un medico privato, ma il 13% è costretto a rinunciare del tutto alle cure. Una percentuale che sale al 19% tra chi si trova in difficoltà economica.
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