La riforma introduce 10 ore aggiuntive di permesso retribuito annuale e semplifica le procedure di riconoscimento della disabilità. Confermati i congedi straordinari biennali e introdotto il diritto prioritario allo smart working per chi assiste familiari disabili.
Il cambiamento parte dal prossimo anno
Dal primo gennaio 2026 cambierà il volto dell’assistenza ai disabili in Italia. A partire dal 1° gennaio 2026, infatti, spetteranno ulteriori 10 ore annue di permesso retribuito per tutti i lavoratori che convivono con patologie croniche, oncologiche o invalidanti.
Le nuove disposizioni si sommano ai tradizionali tre giorni mensili già previsti dalla normativa vigente, offrendo maggiore flessibilità per visite specialistiche, esami diagnostici e terapie ricorrenti. Il beneficio riguarda sia i lavoratori diretti sia i familiari che si prendono cura di persone con disabilità certificata, purché sia riconosciuta un’invalidità civile superiore al 33% o una condizione di disabilità grave. Una novità che tocca centinaia di migliaia di famiglie italiane e rappresenta un passo avanti concreto nel sostegno alla conciliazione tra lavoro e cura.
Confermato il congedo straordinario
La riforma mantiene intatto il diritto al congedo straordinario, uno strumento fondamentale per chi deve assistere un familiare con disabilità grave. I lavoratori potranno assentarsi fino a 24 mesi complessivi nell’arco della vita lavorativa, conservando l’intera retribuzione e la copertura contributiva figurativa. Il congedo può essere utilizzato in modo continuativo oppure frazionato, secondo le esigenze familiari e organizzative. Al termine del periodo di assenza, il lavoratore ha diritto alla conservazione del posto e, quando possibile, alla priorità nell’accesso al lavoro agile.
Questa misura si rivela particolarmente strategica per le famiglie che affrontano situazioni di cura intensive, offrendo una risposta strutturale alle difficoltà di gestione dell’assistenza quotidiana. I requisiti per l’accesso rimangono quelli già stabiliti: la presenza di un familiare con disabilità grave riconosciuta e il rispetto dell’ordine di priorità previsto dalla legge.
Procedure più snelle con il decreto 62/2024
Il sistema di riconoscimento della disabilità sta subendo una trasformazione radicale grazie al decreto legislativo 62 del 2024, già operativo in diverse province italiane.
Il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 15 aprile 2024, ha approvato in via definitiva il decreto legislativo che fornisce la nuova definizione della condizione di disabilità. Le novità principali includono la valutazione di base e quella multidimensionale, che garantiscono tempi più rapidi e un approccio integrato nella certificazione. L’INPS diventa l’accertatore unico, mentre i medici certificatori trasmettono direttamente la documentazione sanitaria introduttiva, semplificando l’intero iter burocratico.
L’obiettivo è quello di raggiungere un sistema uniforme in tutto il territorio nazionale entro il primo gennaio 2027, eliminando le disparità regionali che oggi caratterizzano il settore.
Le nuove tutele per i caregiver
Una delle innovazioni più significative riguarda il diritto prioritario allo smart working per chi rientra dal congedo straordinario. Le modifiche principali includono permessi retribuiti aggiuntivi, un diritto prioritario allo smart working e un iter semplificato per il riconoscimento dell’invalidità.
Quando le mansioni lo permettono e l’organizzazione aziendale lo consente, i lavoratori potranno beneficiare del lavoro da remoto per gestire al meglio le esigenze di assistenza familiare. La misura si inserisce in un quadro più ampio di tutele che comprende anche la protezione contro i licenziamenti discriminatori e il mantenimento degli scatti stipendiali durante i periodi di assenza.
Per accedere ai nuovi benefici sarà necessario presentare documentazione sanitaria aggiornata e ottenere il riconoscimento secondo le nuove procedure, che prevedono anche la stesura di un progetto di vita personalizzato per ogni persona con disabilità.
Verso un welfare più inclusivo
Le stime dei sindacati e delle associazioni di categoria indicano che le novità della legge 104 interesseranno centinaia di migliaia di lavoratori che già oggi usufruiscono dei permessi per assistere un familiare disabile. L’impatto sarà particolarmente significativo per i nuclei che gestiscono malattie croniche o oncologiche, dove la necessità di accompagnamenti frequenti rappresenta spesso un ostacolo alla stabilità lavorativa. Le organizzazioni dei lavoratori sottolineano come queste modifiche rappresentino un avanzamento verso un sistema di welfare più inclusivo, capace di riconoscere il peso sociale ed economico della cura e di distribuirlo in modo più equo tra le famiglie e la comunità.
La legge 104 del 1992 rimane la normativa quadro italiana per l’assistenza e l’integrazione sociale delle persone con disabilità, ma queste modifiche ne modernizzano l’applicazione rendendola più aderente alle esigenze contemporanee.
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