Gli italiani hanno accolto le lampadine Led, ma l’illuminazione connessa resta una frontiera in crescita. I dati raccontano un mercato in trasformazione, dove la domotica della luce promette di cambiare le nostre abitudini tra risparmio energetico e gestione intelligente degli ambienti.
La tecnologia Led conquista le case. Ma non del tutto
Le lampadine Led hanno conquistato le case italiane. Secondo un’indagine condotta da Accenture Song in collaborazione con Signify, l’87% degli intervistati utilizza questa tecnologia, apprezzandola per il risparmio energetico, la durata superiore e la qualità della luce. Eppure c’è un dato che sorprende: soltanto il 16% ha completato la transizione verso un’illuminazione totalmente Led, mentre il 26% continua ad affiancare alle nuove lampadine quelle tradizionali.
La spiegazione è più semplice di quanto sembri. Gli italiani sostituiscono le lampadine quando si guastano, senza pianificare una conversione completa dell’impianto. C’è una sorta di inerzia, un’abitudine consolidata che rallenta l’addio definitivo alle vecchie tecnologie. Eppure il margine di conversione rimane significativo: completare il passaggio al Led significherebbe bollette più leggere per le famiglie e un beneficio ambientale non trascurabile, considerando i consumi ridotti e la maggiore longevità dei prodotti.
Smart lighting: tutti lo conoscono, pochi lo usano
L’illuminazione connessa rappresenta il prossimo passo evolutivo, ma il salto verso la domotica della luce procede con cautela.
Attualmente il 26% degli italiani dichiara di utilizzare forme di smart lighting (illuminazione intelligente, ndr.), anche se appena l’1% lo fa in modo esclusivo. Nel primo semestre del 2024 la percentuale di chi ha adottato almeno un dispositivo smart è salita al 27%, ma l’entusiasmo ha registrato una leggera frenata. Tre ostacoli frenano la diffusione di massa: il prezzo considerato ancora elevato, la scarsità di promozioni convincenti e la mancata percezione di un bisogno reale legato alla connettività.
Eppure, chi prova lo smart lighting difficilmente torna indietro. Il 37% di chi oggi usa esclusivamente Led sta valutando l’introduzione di soluzioni connesse nei prossimi dodici mesi. La percentuale schizza all’80% tra chi già alterna Led e smart lighting, segno che l’esperienza diretta alimenta la voglia di ampliare l’ecosistema domotico.
Il dato più significativo arriva dal livello di soddisfazione: l’83% di chi utilizza l’illuminazione intelligente è pronto a riacquistare o integrare nuove componenti. Il controllo remoto, la possibilità di creare atmosfere personalizzate e l’integrazione con gli altri dispositivi smart vengono percepiti come un valore concreto, non come un vezzo tecnologico.
Il contesto della smart home in Italia
L’illuminazione connessa si inserisce in un mercato della smart home che sta crescendo con forza. Secondo l’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano, nel 2024 il settore ha raggiunto i 900 milioni di euro, con un incremento dell’11% rispetto all’anno precedente. Un risultato che supera la media europea, ferma al 6,5%, nonostante la fine dei bonus edilizi e degli incentivi energetici.
I dispositivi connessi entrano sempre più nelle abitazioni. Il 63% degli italiani, infatti, possiede almeno un apparecchio smart in casa, in crescita rispetto al 54% del 2019. Gli assistenti vocali guidano la classifica, seguiti dalle videocamere di sicurezza e dai termostati intelligenti.
Ma c’è un paradosso: il 60% degli italiani possiede dispositivi smart, però solo il 40% li collega effettivamente a internet, limitandone le potenzialità.
L’illuminazione connessa gioca un ruolo particolare in questo scenario. Non ha la stessa urgenza percepita dei sistemi di sicurezza, che nel 2024 hanno generato 250 milioni di euro (il 28% del mercato smart home totale), ma offre un punto d’ingresso accessibile alla domotica. Cambiare una lampadina è più semplice che installare un termostato smart o un sistema di videosorveglianza. Per questo l’illuminazione intelligente potrebbe diventare la porta d’accesso verso case sempre più connesse.
Prezzo, brand e forza di distribuzione
Quando si tratta di scegliere una lampadina, il prezzo resta in ogni caso il fattore decisivo. Seguono il rapporto qualità-prezzo e la reputazione del marchio, elemento che pesa soprattutto quando si cercano affidabilità e durata.
La sfida principale riguarda la capacità di comunicare i vantaggi dell’illuminazione connessa in modo concreto. Non basta parlare di tecnologia: servono esempi pratici di risparmio energetico, comfort e personalizzazione. La ricerca evidenzia come strategie di prezzo mirate e promozioni efficaci potrebbero accelerare notevolmente il passaggio dal Led standard alle soluzioni smart. C’è poi un elemento spesso sottovalutato: la disponibilità del prodotto a scaffale. Se una lampadina smart non si trova facilmente, il consumatore tende a rimandare l’acquisto o a rinunciarvi del tutto.
Una transizione che (lentamente) procede
Il mercato dell’illuminazione domestica in Italia sta attraversando una fase di trasformazione graduale, con la tecnologia Led che si sta consolidando come standard universale. Lo smart lighting, invece, cresce con ritmi più lenti ma costanti. Chi ha già scelto l’illuminazione connessa si dichiara soddisfatto e questa esperienza positiva comincia a contagiare anche chi usa solo Led tradizionali.
L’indagine realizzata con un monitoraggio continuativo in Italia e in altri Paesi, fotografa un momento di transizione.
La tecnologia c’è, i vantaggi pure, ma serve rendere più comprensibili i benefici reali dello smart lighting nella vita quotidiana. Solo così la domotica della luce potrà passare da nicchia per appassionati a scelta consapevole per le famiglie italiane, trasformando realmente il modo in cui si vive negli spazi domestici.
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