Un progetto innovativo per l’invecchiamento attivo che punta su movimento, partecipazione e comunità. “Walking leader” formati sul territorio guideranno gruppi di cammino per contrastare sedentarietà e solitudine dei senior.
Un nuovo modello di salute costruito con gli anziani
L’Umbria si prepara ad affrontare una delle sfide più urgenti del nostro tempo con un approccio che ribalta la prospettiva tradizionale. Gli anziani non sono più semplici destinatari di assistenza, ma protagonisti attivi nella costruzione del proprio benessere.
È questa la filosofia alla base di “Civico 65 – spazi di partecipazione per un invecchiamento attivo“, il progetto promosso dalla Regione attraverso il Centro regionale per la salute globale, le Usl Umbria 1 e 2, insieme a Cesvol Umbria.
I numeri forniti dalla Regione rendono evidente l’urgenza dell’intervento. In Umbria gli over 64 rappresentano oltre il 26% della popolazione, circa 228mila persone su un totale di 859mila residenti. Una percentuale destinata a salire: le stime indicano che entro il 2030 gli anziani supereranno le 251mila unità, con un incremento del 10,7% rispetto al 2021. Ma c’è di più. Nel territorio regionale si contano 66mila anziani che vivono soli, di cui oltre il 72% sono donne.
La presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, ha sottolineato come Civico 65 rappresenti un investimento in un modello di salute che parte dalle persone e dalle comunità secondo l’approccio “one health”. L’obiettivo dichiarato è promuovere un nuovo welfare comunitario, un sistema in cui ogni cittadino, indipendentemente dall’età, possa contribuire a costruire una regione più attiva, equa e coesa.
I gruppi di cammino come medicina sociale
Il cuore operativo del progetto si basa su una pratica semplice ma scientificamente riconosciuta: i gruppi di cammino.
Lo scorso 8 ottobre, presso l’ospedale della Media Valle del Tevere di Pantalla, si è svolto un workshop che ha formato i primi conduttori regionali. L’iniziativa ha registrato un’ampia partecipazione e rappresenta il punto di partenza per la costruzione di una rete di “walking leader” distribuiti su tutto il territorio umbro.
Questi facilitatori riceveranno una formazione specifica sulla gestione dei gruppi, tecniche di motivazione, sicurezza e primo soccorso, con un approccio partecipativo e laboratoriale. Nelle prossime settimane partiranno i corsi distrettuali aperti alla cittadinanza, pensati per creare figure di riferimento nelle comunità locali. L’obiettivo è ambizioso: diffondere una cultura del movimento che coinvolga non solo la popolazione adulta ma anche persone a rischio isolamento e fasce sociali vulnerabili.
La scelta dei gruppi di cammino non è casuale. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, l’attività fisica regolare rappresenta uno dei pilastri fondamentali dell’invecchiamento sano. In Umbria, i dati del sistema di sorveglianza Passi d’Argento mostrano che il 77,1% degli anziani risulta impossibilitato a partecipare ad attività sociali, mentre il 15,4% dichiara di non poter conversare con nessuno. Questi numeri evidenziano un’emergenza che va oltre la dimensione sanitaria e tocca il tessuto sociale nel suo complesso.
I gruppi di cammino rispondono simultaneamente a più bisogni: favoriscono la socializzazione, permettono la conoscenza del territorio, aiutano nella prevenzione delle malattie croniche e contrastano due dei nemici più insidiosi della terza età, la solitudine e la sedentarietà.
Sicurezza domestica e ambiente urbano
Un altro aspetto cruciale affrontato da Civico 65 riguarda la prevenzione delle cadute, fenomeno che l’OMS considera prioritario nelle politiche per l’invecchiamento attivo. A livello globale, tra il 28 e il 35% delle persone sopra i 65 anni cade ogni anno, percentuale che sale al 32-42% negli ultra settantenni. In Umbria, nel biennio 2020-2021, l’8,52% degli anziani ha riferito di essere caduto nei 30 giorni precedenti l’intervista, con oltre il 16% dei casi che ha richiesto un ricovero ospedaliero.
Le cadute non sono un evento inevitabile legato all’età, ma il risultato di una complessa interazione tra fattori individuali e ambientali. I dati regionali mostrano che la frequenza aumenta tra chi vive solo (9,2% contro l’8% di chi vive in compagnia) e tra chi manifesta sintomi depressivi (32,5%). Anche le difficoltà economiche giocano un ruolo determinante: a livello nazionale, le cadute sono più frequenti tra chi ha molte difficoltà economiche (18,9% contro il 6,1% di chi non ne ha). Questo dato suggerisce che abitazioni inadeguate, scarsa manutenzione degli spazi domestici e difficoltà nell’accesso ai servizi sanitari contribuiscono ad aumentare il rischio.
Il progetto prevede interventi mirati sulla sicurezza negli ambienti di vita e sulla pianificazione urbana. Come sottolineato nell’accordo Urban Health, la costruzione di spazi verdi, piste pedonali e ciclabili, il miglioramento del manto stradale e delle aree pedonali rappresentano misure efficaci non solo per ridurre l’inquinamento dell’aria ma anche per promuovere l’attività fisica e favorire la socializzazione.
Una governance partecipata per risultati duraturi
La struttura organizzativa di Civico 65 rappresenta un elemento innovativo dell’intero progetto. La governance è articolata su tre livelli: una cabina di regia composta da Cersag, Cesvol Umbria e Regione Umbria, che coordina e programma tutte le fasi; un tavolo di coordinamento operativo che coinvolge gli stakeholder direttamente impegnati nelle azioni sul territorio; un tavolo di engagement e welfare di comunità dedicato alla ricerca di collaborazioni esterne e alla sostenibilità delle iniziative. Questa struttura garantisce coerenza nelle azioni e permette di adattare gli interventi alle specificità territoriali.
La metodologia adottata segue i principi del project cycle management e della ricerca-azione partecipativa. Non si tratta quindi di calare dall’alto soluzioni preconfezionate, ma di costruire insieme alla popolazione anziana, alle associazioni di volontariato, alle università e alle Usl locali percorsi concreti e sostenibili. Gli incontri previsti sul territorio sono tutti gratuiti e affronteranno temi come la sicurezza negli ambienti di vita, l’educazione alla salute, il benessere bio-psico-sociale, il corretto utilizzo dei farmaci e la promozione dell’attività fisica. L’approccio non è quello della conferenza frontale ma del laboratorio partecipativo, dove gli anziani possono condividere esperienze, esprimere bisogni e costruire insieme risposte adeguate.
Un progetto che guarda all’Europa
Civico 65 si inserisce in un quadro più ampio di politiche nazionali ed europee per l’invecchiamento attivo. Il progetto risponde alle indicazioni del Piano Regionale della Prevenzione 2020-2025 e del nuovo Piano Socio-Sanitario Regionale umbro, ma anche alla Decade of Healthy Ageing 2020-2030 lanciata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Le quattro aree di azione identificate dall’OMS sono perfettamente integrate nel modello umbro: ambienti age-friendly, lotta all’ageismo (la discriminazione basata sull’età), cure integrate e assistenza a lungo termine.
Per informazioni sui prossimi corsi di formazione e sulle attività in programma è possibile consultare il portale regionale Umbria in Salute oppure rivolgersi ai referenti delle reti di promozione della salute delle Usl Umbria 1 e 2. Il progetto è aperto alla partecipazione di tutti i cittadini interessati, con particolare attenzione alle fasce di popolazione più vulnerabili e a rischio isolamento.
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