Un successo di qualità rende l’Italia leader nella produzione di settore. Lo strano ‘caso’ della Grecia
La pasta non è solo un alimento quotidiano sulle tavole italiane, ma un vero e proprio fenomeno economico e culturale che colloca il Paese in una posizione di rilievo nello scenario europeo e mondiale. La conferma arriva dai dati Eurostat che riconoscono all’industria italiana di settore la supremazia per quantità prodotte, volumi esportati e livelli di consumo. L’Unione europea ha prodotto nel 2024 circa 6 milioni di tonnellate di pasta per 9,1 miliardi di euro. L’Italia domina il mercato con 4,2 milioni di tonnellate, pari al 69% della produzione comunitaria. Molto distanti gli altri produttori: la Spagna si ferma al 6% con 367 mila tonnellate, la Germania al 5% con 290 mila tonnellate.
L’export come motore di crescita
Sul fronte delle esportazioni, il dominio italiano risulta evidente. Nel 2024 sono state spedite oltreconfine 2,2 milioni di tonnellate su un totale europeo di 2,9 milioni. Significa che tre quarti della pasta esportata dall’Unione europea porta il marchio italiano. La Spagna, seconda classificata, si attesta su 131 mila tonnellate, appena il 5% del totale. Il 55% del prodotto raggiunge altri Paesi dell’UE, mentre il restante 45% approda negli altri mercati, come Regno Unito e Stati Uniti. Sul versante opposto, le importazioni complessive nell’Unione si sono fermate a 1,7 milioni di tonnellate. I maggiori importatori sono Germania con 468 mila tonnellate e Francia con 372 mila tonnellate, mercati chiave che assorbono gran parte della produzione italiana destinata all’estero.
Una popolarità internazionale
Nella prima metà del 2025, il trend si è confermato positivo con un aumento dei volumi del 2,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un risultato significativo se si considera il contesto internazionale caratterizzato da tensioni geopolitiche, dazi commerciali, inflazione persistente e rincari delle materie prime. Anche il cambiamento climatico ha inciso sulle coltivazioni di grano duro, eppure la filiera italiana ha dimostrato resilienza e capacità di adattamento. Ogni giorno si consumano circa 80 milioni di porzioni nelle case e nei ristoranti di quasi 200 Paesi, un dato che testimonia la penetrazione capillare del prodotto a livello globale.
Il simbolo identitario che unisce gli italiani
Oltre ad essere un alimento ottimo per la salute, la pasta rappresenta qualcosa di più profondo per gli italiani. Secondo un’indagine di AstraRicerche per Unione Italiana Food, l’80% degli intervistati considera la pasta l’essenza stessa dell’italianità. Per il 96,6% costituisce un’autentica ambasciatrice del Made in Italy nel mondo. Non sorprende quindi che entri stabilmente tra i primi cinque elementi che rendono gli italiani orgogliosi della propria identità, accanto al patrimonio artistico, ai monumenti, ai paesaggi e alla tradizione letteraria. Sul piano dei consumi interni, il primato italiano resta incontrastato: ogni cittadino consuma in media 23,3 chili all’anno, posizionando il Paese al primo posto nella classifica mondiale pro-capite.
L’affaire greco
Interessante è il caso della Grecia, secondo consumatore nell’Unione europea con 12,2 chili annui per abitante, superata solo dall’Italia e davanti alla Germania. A livello mondiale, i greci occupano la quarta posizione dopo italiani, tunisini e venezuelani. Nel 2024 il consumo complessivo europeo ha superato per la prima volta i 4 milioni di tonnellate, segnando un traguardo storico per il settore. Sul fronte produttivo, la Grecia ha confermato nel 2024 il quarto posto in Europa con 185 mila tonnellate, pari al 3% circa del totale comunitario. Nonostante le importazioni coprano una quota minima del fabbisogno interno greco, circa metà della produzione nazionale finisce all’estero, dimostrando come anche economie più piccole puntino sui mercati internazionali.
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