Gli aspiranti conducenti dei black cab affrontano anni di studio per conquistare la licenza, con memoria e disciplina
Altro che Google Maps. A Londra, chi vuole guidare uno dei celebri taxi neri deve affrontare un percorso formativo che farebbe impallidire molti studenti universitari. Si chiama ‘Knowledge’ – letteralmente ‘conoscenza’ – e rappresenta forse l’esame professionale più impegnativo al mondo per chi voglia mettersi al volante di un veicolo pubblico. Il corso preparatorio all’esame Knowledge esiste dal 1865, quando venne istituito per formare i cocchieri che trainavano le carrozze a cavalli nel centro della capitale britannica. Da allora i mezzi di trasporto sono cambiati, ma il metodo di preparazione è rimasto sostanzialmente identico, e si basa sulla memoria.
Un viaggio nella memoria della città
La prima abilità richiesta è infatti di imparare ogni singola strada nel raggio di più di undici chilometri dal cuore di Londra. Non solo i nomi, ma anche ogni monumento, ogni edificio storico, ogni pub frequentato da Charles Dickens. Bisogna poi conoscere quale lato della carreggiata scegliere per far scendere il passeggero davanti al portone che cerca, e quali percorsi alternativi imboccare se una via risulta bloccata. Tutto questo senza mai dare un’occhiata al navigatore satellitare. L’area da studiare copre circa 292 chilometri quadrati e comprende centinaia di strade. I candidati ricevono il ‘Blue Book’, un manuale che elenca 350 vie fondamentali da memorizzare obbligatoriamente. Chi punta alla licenza completa ‘All London’ deve conoscere anche le 27 rotte suburbane che collegano il centro alle periferie, più i tragitti da e per gli aeroporti di Heathrow e London City.
Sette tappe verso la placca ovale
Il percorso formativo dei tassisti londinesi si articola in sette sezioni progressive, ciascuna con esigenze sempre più complesse. Nella fase iniziale gli esaminatori valutano la serietà e la costanza dei candidati, verificando quanto effettivamente memorizzano delle mappe. Segue un esame scritto sui percorsi e sui punti di interesse. Dalle fasi successive, tutto diventa orale. Bisogna indicare a voce, senza guardare la mappa, quale itinerario scegliere per andare da un capo all’altro della città, quali monumenti si incontreranno lungo la strada e quali alternative percorrere in caso di imprevisti.
Una classe di ripetenti
Chi raccoglie troppi voti negativi deve ricominciare daccapo. Non sono rari i casi di persone che impiegano tre o quattro anni prima di ottenere la licenza. Alcuni candidati filmano le proprie sessioni di allenamento e le condividono online: un familiare legge un indirizzo di partenza e uno di arrivo, mentre l’aspirante taxista elenca ogni singola svolta, ricorda i palazzi storici che costeggiano il percorso e identifica persino le stradine secondarie lunghe poche decine di metri che potrebbero far risparmiare tempo. Quando arriva il momento della licenza, i neo-tassisti londinesi ricevono una placca ovale con il proprio numero identificativo. Da esibire con lo stesso orgoglio di chi ha conquistato una laurea a Oxford.
La sfida dei tassisti londinesi contro le piattaforme digitali
In tanti si chiedono se abbia ancora senso sottoporsi a un training così severo quando esistono Google Maps e i navigatori satellitari. I conducenti di Uber non studiano alcuna mappa: seguono semplicemente le indicazioni dello smartphone fissato al cruscotto. Eppure, proprio quest’anno, tra le seicento persone che hanno affrontato il Knowledge figuravano numerosi ex autisti della piattaforma americana, delusi dalle commissioni richieste dall’azienda per gestire la tecnologia. Per molti infatti conta proprio l’aspetto economico: i guadagni partono da circa 57mila euro annui e possono superare il doppio di questa cifra.
Una questione di orgoglio professionale
Del resto, i tassisti londinesi che superano il Knowledge non si limitano a portare le persone da un punto all’altro: incarnano una tradizione, custodiscono la storia della città nelle pieghe della memoria. Quando percorrono lo Strand e Fleet Street sanno che stanno attraversando le zone dove sorgono le Royal Courts of Justice e dove si trova il pub Ye Olde Cheshire Cheese, frequentato dai grandi scrittori vittoriani. Questa conoscenza approfondita trasforma così ogni corsa in un piccolo viaggio culturale, dove il conducente può diventare all’occorrenza anche una guida turistica improvvisata. In fondo, poi, i black cab di Londra continuano a rappresentare il valore insostituibile della conoscenza umana, quella che nessuna intelligenza artificiale potrà mai replicare completamente.
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