(Adnkronos) – “Siamo ancora fiduciosi che si possa andare avanti con una tregua tra Israele e Iran e che si possa tornare alle negoziazioni”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nelle sue comunicazioni al Senato, in vista del Consiglio europeo di giovedì. Per la presidente del Consiglio c’è la consapevolezza che “la situazione in Medio Oriente è ancora complessa. Vedremo nelle prossime ore quale sarà l’evoluzione degli eventi”. ”Dopo la violazione della tregua la situazione si è complicata. Israele potrebbe rispondere con una risposta che si spera sia commisurata e simmetrica”. L’Iran, però, “ha confermato la volontà” della tregua e questo ”si potrebbe leggere come una divisione nello scenario iraniano di cui tener conto”. Parlando dell’attacco iraniano contro alcune basi statunitensi in Medio Oriente, Meloni ha assicurato che “non ci sono coinvolti civili e militari italiani”.
“L’attacco è sembrato da subito simbolico. Gli Usa erano stati avvertiti e i missili sarebbero stati quasi tutti intercettati”, ha aggiunto. ‘Non sono d’accordo che il caos sia stato generato da Trump. Mi sembrano semplificazioni. Vero è che c’è una situazione di crescente caos, ma non inizia oggi” Meloni ha poi sottolineato che “avremo tempo per i toni da campagna elettorale, ma non è questo il tempo. C’è bisogno ora di ragionare il più possibile insieme. Lo scenario è estremamente complesso e mi concentrerò su quello che è davvero importante”. Sulla difesa ”io la penso come i romani: si vis pacem, para bellum… Quindi la difesa non per attaccare qualcuno. Anzi, piuttosto se si hanno sistemi di sicurezza e di difesa solidi, si possono più facilmente evitare conflitti”. Per Meloni “il sistema di difesa occidentale è basato sulla Nato e nella Nato non c’è un esercito della Nato, ci sono eserciti nazionali che cooperano tra di loro. Io voglio una colonna europea della Nato, ma sarebbe un errore pensare di costruire una difesa europea parallela a quella del sistema Nato, sarebbe un’inutile duplicazione. Poi bisogna collaborare di più a livello europeo e su questo sono d’accordo”. Sulla difesa ”il tema non è quanto investiamo ma su cosa investiamo.
Li’ sì che va fatta una riflessione, perchè anche gli scenari della difesa stanno cambiando. In Ucraina i maggiori risultati sono stati ottenuti dagli ucraini grazie a droni che costano 20mila euro. Ci sono nazioni che lavorano sui robot, su dati che rischiano di essere più pericolosi dei proiettili. Quindi, serve una riflessione seria su quale sia la difesa del futuro e magari con una idea che non sia superata dal futuro e anche questo siamo cercando di condividere con gli alleati in Europa”. ”Gli investimenti nel settore della Difesa per me dovrebbero essere rivolti prioritariamente ad aziende italiane, ma dobbiamo essere onesti e chiederci quanto sono in grado di produrre le aziende italiane ed europee. Quando non sarà possibile, si lavorerà con gli alleati”, ha detto la premier. Parlando dell’aumento delle spese della difesa al 5%, la premier spiega che “nelle ultime settimane ci siamo impegnati a rendere il percorso verso un aumento delle spese per la difesa e la sicurezza sostenibile, flessibile, credibile. Oggi ritengo che abbiamo raggiunto questo risultato”. ”Io penso -ha sottolineato Meloni- che l’impegno che i 32 membri della Nato di apprestano ad assumere sia carico di responsabilità alla luce di un contesto molto incerto. E proprio perché questa esigenza deve inserirsi in maniera sostenibile, nelle ultime settimane ci siamo impegnati a rendere il percorso sostenibile”. Sulle spese della difesa ”Conte ha detto che non ha sottoscritto l’impegno del 2%. Ma una firma è una firma…
Quella firma è stata messa. Io sono d’accordo con quell’impegno che Conte aveva assunto. Su questo non troverete polemiche mie perché già allora pensavo che noi avessimo necessità di rafforzare la difesa. Conte ha sottoscritto questo impegno dopodiché ha ritenuto ‘io lo sottoscrivo, ma non lo rispetto’. Non è il mio modo di fare e penso che sia anche quello che, per lungo tempo, ha fatto percepire l’Italia come una nazione non affidabile. Io voglio che l’Italia oggi sia una nazione affidabile”. Riflettendo sull’Europa, Meloni afferma di “non credere che sia il nazionalismo che vuole indebolire l’Europa, penso che l’Europa si sia indebolita abbastanza da sola e penso che si sia indebolita grazie a quelli che pensavano che l’Europa dovesse essere un super Stato burocratico che controllava qualsiasi cosa e limitava la possibilità degli Stati nazionali di esprimersi. E questo non ha avvicinato, ha allontanato i cittadini al sistema europeo”. “Credo nel multilateralismo, ma il multilateralismo, se vuole tornare a contare, deve fare anche i conti con i suoi errori. Anche il tema di un’organizzazione delle Nazioni unite che non è stata capace di riformarsi in questi anni indebolisce il sistema. Noi abbiamo una situazione totalmente cristallizzata alla fine della Seconda guerra mondiale, che non tiene minimamente in considerazione il cambio degli scenari che stiamo vivendo e che mortifica un pezzo fondamentale di mondo.
Quindi anche questo indebolisce il multilateralismo, quindi ritengo che il tema del nazionalismo sia una semplificazione da questo punto di vista”. “Sulle diverse polemiche sul ruolo dell’Italia che conta o non conta vivo una realtà molto diversa: mi pare che ci sia una differenza abbastanza abissale tra la realtà che io percepisco all’estero, tra la realtà che gli italiani che lavorano all’estero percepiscono, tra la realtà che si legge sulla stampa internazionale e quello che l’opposizione dice. La differenza è data dal fatto che io non considero la politica estera fatta di foto opportunity, le cose che faccio sono molto di più di quelle che spesso condivido pubblicamente, perchè ho sempre pensato che nel tentativo di farsi vedere si rischino molti errori e conosco la responsabilità che ho sulle spalle. In ogni caso non penso che alla fine posso giudicare io se conto qualcosa e non penso che alla fine lo possa giudicare nessuno di noi. Gli unici veramente titolati a giudicare se oggi l’Italia conti più o meno del passato sono gli italiani, che quando arriverà il momento ci diranno che cosa ne pensano”, ha affermato il presidente del Consiglio. —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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