(Adnkronos) – Donald Trump prende tempo e congela l’ingresso degli Stati Uniti nella guerra contro l’Iran. Il presidente americano fa sapere che deciderà entro 2 settimane. Israele, quindi, potrebbe optare per il piano B e provare quasi da solo a sferrare il colpo decisivo al cuore del sistema nucleare di Teheran. L’intervento degli Usa consentirebbe di utilizzare la bomba GBU-57, l’unico ordigno che può puntare a distruggere il sito di Fordow. La bomba da 13,6 tonnellate viene trasportata dai B-2 americani. Israele non dispone dei bombardieri stealth ma potrebbe ripiegare su un ‘normale’ C-130: l’aereo da trasporto non è invisibile per i sistemi di difesa e vola ad una quota inferiore al B-2. I rischi, insomma, in teoria non mancano. Israele però da giorni rivendica il controllo dei cieli iraniani e potrebbe creare le condizioni per una missione.
Il C-130 lancerebbe la bomba da una quota inferiore, l’impatto dell’ordigno sarebbe meno devastante e diventerebbe più complesso sfruttare il peso della GBU-57 per sfondare le difese della fortezza di Fodrow. Un aspetto a lungo dibattuto fra i militari è che per compensare questa perdita di forza cinetica potrebbero essere necessari, e sufficienti, più ordigni. Il coinvolgimento americano sarebbe quindi solo limitato alla fornitura delle bombe. Ci sono già precedenti in materia: nella guerra del Vietnam lanciò la Blu-82 Daisy Cutter per bonificare zone di atterraggio e nel 2017 in Afghanistan una GBU-43. La GBU-57A/B Massive Ordnance Penetrator (MOP), soprannominata ‘bunker buster’ per la capacità di distruggere strutture sotterranee, contiene 6 tonnellate di esplosivo. La sua efficacia nella ‘sfida’ con Fordow non è assicurata. Non è chiaro, infatti, a che profondità si sviluppi il sito iraniano, protetto da una montagna a una trentina di chilometri dalla città di Qom. L’impianto, essenziale per l’arricchimento dell’uranio, potrebbe trovarsi a 80-90 metri di profondità: non è scontato, quindi, che una sola bomba sia sufficiente.
Oltre al Piano B – bomba americana e aereo israeliano – non si può escludere nemmeno una strategia totalmente diversa, contemplata da un Piano C tutto da scoprire. In questo senso, è utile ricordare le parole di Yechiel Leiter, ambasciatore israeliano negli Stati Uniti, a Merit TV. “Ci sono altri modi per gestire Fordow. Quando la polvere si posa, vedrete sorprese. Faranno sembrare quasi semplice l’operazione dei cercapersone”, dice riferendosi all’attacco che Israele ha portato a settembre contro Hezbollah, in Libano, con esplosivo inserito nei pager e nei walkie talkie usate dai miliziani. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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