Il film cult francese che ha definito un’intera generazione compie oggi quasi mezzo secolo
Il 17 dicembre 1980 arrivava nelle sale cinematografiche un film destinato a cambiare per sempre il modo di raccontare l’adolescenza. Il Tempo delle mele di Claude Pinoteau (“La Boum”) è diventato un fenomeno culturale che ha attraversato decenni interi senza mai perdere la sua forza evocativa. La saga dei teenager francesi è un classico di genere che diverte i nostalgici ma anche i giovanissimi di oggi che usano gli smartphone e Tik Tok al posto del walkman. I sentimenti e le emozioni non cambiano e l’ingresso nell’adolescenza di Vic continua a divertire e commuovere.
A Parigi tra walkman e primi amori
Vic ha tredici anni e vive nella febbrile e rutilante Parigi degli anni Ottanta. Ha sempre il suo walkman, con cui ascolta “Reality” di Richard Sanderson in loop, e affronta i problemi della sua età: il primo amore, le amicizie che si complicano, i genitori in crisi, i dubbi sul futuro. La sceneggiatura mescola ingredienti diversissimi con leggerezza mettendo al centro la protagonista e il suo universo fatto di relazioni che si intrecciano e si scontrano. I suoi genitori, François e Françoise, stanno vivendo una crisi matrimoniale e l’unico punto fermo è la bisnonna Poupette, che dispensa battute e saggezza con la stessa naturalezza. Poi arriva Mathieu e da quel momento la vita di Vic diventa un vortice di emozioni, scoperte, equivoci e piccole trasgressioni tipiche di ogni adolescente.
Sophie Marceau e la nascita di un’icona
La Marceau venne scelta all’ultimo momento, dopo un casting con migliaia di candidate. Il suo caschetto e quell’aria un po’ imbronciata ma irriverente, conquistarono immediatamente il pubblico. Ma il vero colpo di genio del film sta altrove. Il tempo delle mele arrivò in un momento di passaggio cruciale per la cultura giovanile. Gli anni Settanta erano stati dominati dalla controcultura, dalle proteste, dal rifiuto del mondo dei padri. Con l’arrivo del nuovo decennio, invece, si tornò a desiderare l’evasione, la leggerezza, il divertimento. E questo film ne divenne simbolo perfetto. Gli anni Ottanta ridisegnarono tutto in funzione degli adolescenti: il cinema, la televisione, la moda, la musica. Per la prima volta i teenager divennero davvero protagonisti, non solo spettatori.
Quando gli adulti sembrano più giovani dei ragazzi
Mentre oltreoceano, in cult come “Stand by Me” o “The Breakfast Club”, il mondo degli adulti e quello dei giovani erano universi separati, qui adulti e adolescenti comunicano, si confrontano, si scontrano. Anzi, il film ci suggerisce che certe dinamiche, soprattutto quelle sentimentali, restano identiche a dispetto degli anni che passano. François, il padre di Vic, interpretato magistralmente da Claude Brasseur, sembra un Peter Pan che non è mai cresciuto davvero. Il suo rapporto con la figlia è giocoso, complice, divertente. Con la madre invece c’è un muro invalicabile, una mancanza di comunicazione profondissima. Questa rottura con la visione matriarcale tradizionale rappresentò una novità assoluta. Françoise non è la migliore amica della figlia, anzi: appare meno libera, meno emancipata, forse meno coerente di Vic. La ragazzina cerca la compagnia del padre proprio mentre scopre l’amore per Mathieu, con cui François finirà per litigare.
La verità (scomoda) dell’adolescenza
Il tempo delle mele non edulcora nulla. Mostra la vita com’è davvero a quell’età: gli scherzi stupidi, le battute salaci, i baci rubati al cinema, le cotte impossibili come quella di Samantha per François, le difficoltà di chi non è particolarmente avvenente come il povero Stéphane. Vic scopre l’amore ma scopre anche che Mathieu, per quanto affascinante, è il tipo sbagliato: geloso, apprensivo, poco empatico. E nel finale, quando decide di ballare con un altro ragazzo, aprendo le porte a una nuova storia, il film ci parla di autodeterminazione femminile con una chiarezza sorprendente per l’epoca. A tredici anni non esistono limiti o direzioni precise. Tutto è sperimentazione continua, anche irriverente. Come ogni adulto ricorda bene.
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