Identificati i resti dell’Endeavour, il vascello del famoso esploratore e cartografo britannico James Cook, primo europeo a sbarcare in Australia
È dell’Endeavour il relitto individuato sotto il mare davanti alla città americana di Newport, nello stato del Rhode Island. Si chiude così un mistero lungo più di due secoli sul destino della nave con cui James Cook attraverso il Pacifico raggiungendo l’Australia. L’impresa fu una missione scientifica in pieno spirito illuminista, che considerava l’esplorazione come un’espansione della conoscenza. Anche se ancora oggi per molti il grande veliero ritrovato resta il simbolo della prevaricazione e dell’oppressione coloniale contro le popolazioni indigene.
Un viaggio affascinante
L’ Endeavour era una nave da trasporto inglese costruita nel 1764 con il nome di Earl of Pembroke, inizialmente utilizzata per il trasporto di carbone. Si trattava di un robusto ‘collier’, una tipologia di imbarcazione pensata per affrontare le acque poco profonde e caricare grandi quantità di merci: caratteristiche ideali per le future esplorazioni oceaniche. Così nel 1768 fu acquistata dalla Royal Navy e ribattezzata Endeavour, diventando la celebre nave con cui il capitano James Cook compì il suo primo viaggio nel Pacifico. Durante la spedizione, che durò dal 1768 al 1771, Cook e il suo equipaggio circumnavigarono il globo, esplorarono e mapparono per la prima volta con precisione le coste orientali dell’Australia e della Nuova Zelanda, e compirono importanti osservazioni astronomiche, tra cui il transito di Venere da Tahiti.
L’affondamento del gigante degli Oceani
Dopo il rientro in Inghilterra, la nave venne utilizzata per il trasporto navale e successivamente venduta a proprietari privati, che la ribattezzarono Lord Sandwich. Il suo ultimo impiego fu come nave-prigione durante la guerra d’indipendenza americana. La sua fine, nel 1778, fu particolarmente triste. Durante l’assedio franco-americano della città di Newport, nel Rhode Island, venne infatti deliberatamente affondata dai britannici. Condivise il suo destino con altre dodici imbarcazioni, sacrificate per creare una barriera difensiva nel porto. Ed è proprio lì che, 250 anni dopo, è incredibilmente riemersa, risolvendo uno dei più affascinanti misteri della storia navale.
Il ritrovamento dell’Endeavour confermato dopo 25 anni di indagini
Gli archeologi dell’Australian National Maritime Museum (ANMM), con l’aiuto del Rhode Island Marine Archaeology Project (RIMAP), hanno identificato il relitto noto come RI 2394, nel porto di Newport (Rhode Island), come la leggendaria nave di Cook. Sono stati necessari 25 anni di indagini, immersioni e studi d’archivio per collegare le dimensioni strutturali del relitto (18,2 m x 7,3 m), i pezzi di zavorra in pietra, quattro cannoni in ferro, un sistema di paratie e la presenza di legname riparato con misure corrispondenti al progetto originale del 1768 dell’Endeavour. Secondo The Guardian, il contributo del dottor Nigel Erskine, che nel 2016 aveva ristretto l’area di ricerca, è stato decisivo: il relitto RI 2394 è tra i più importanti mai scoperti.
A Sydney si può salire a bordo della replica perfetta dell’ Endeavour
Il ritrovamento unisce archeologia marina e memoria globale. Australia, Nuova Zelanda, Regno Unito e USA ne riconoscono l’importanza come simbolo ambivalente di contatto culturale e di impatto coloniale. Il relitto, inoltre, offre l’opportunità di coinvolgere le comunità indigene del Pacifico nella sua valorizzazione, restituendo un ritratto più critico e pluralista del passato. Come per il Titanic e altri relitti storici, è tutelato per legge ed è oggetto di trattamenti per preservarlo dai danni degli organismi marini. Chi desidera camminare sulla coperta dell’Endeavour può farlo a Sydney, dove esiste una fedele replica completata nel 1993. Il modello in scala reale riproduce gli ambienti originali ed ha persino ripercorso in mare le rotte della grande imprese oceanica di 250 anni fa.
(immagine d’apertura: Sydney, Australia, la riproduzione del vascello Endeavour in navigazione)
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