l mercato dei dispositivi elettronici rigenerati cresce anche in Italia: oltre la metà dei consumatori ha già acquistato almeno una volta. Tra prezzi più accessibili e attenzione all’ambiente, il fenomeno non è più una nicchia ma un’alternativa consolidata.
Un mercato che esce dalla nicchia
Il ricondizionato non è più roba da “smanettoni” o cacciatori di occasioni disposti a rischiare. È diventato una scelta consapevole che attraversa fasce d’età e profili diversi.
Un report condotta dalla piattaforma di ricerche Appinio su 500 italiani tra i 18 e i 65 anni, ha messo nero su bianco quello che molti sospettavano. Più della metà del campione ha già comprato almeno una volta un prodotto tecnologico ricondizionato. E di questi, un terzo lo ha fatto più volte. Non parliamo quindi di un esperimento isolato, ma di un comportamento che si ripete e si consolida. Anche Altroconsumo ha analizzato il fenomeno, confermando che tre italiani su quattro conoscono questi prodotti, anche se solo uno su quattro li ha effettivamente acquistati. Eppure, i numeri sono in crescita e il trend sembra destinato a rafforzarsi, soprattutto in un periodo come quello natalizio dove la tecnologia rappresenta una delle categorie di regalo più gettonate.
Il prezzo fa la differenza (ma non è solo questo)
Che cosa spinge un consumatore a scegliere un dispositivo ricondizionato invece di uno nuovo di zecca? La risposta più immediata è il portafoglio. Il 75,4% degli intervistati nella ricerca Appinio ha indicato il prezzo più conveniente come motivazione principale.
Del resto, i numeri dicono che su un Samsung Galaxy S24 di ultima generazione si può arrivare a risparmiare fino al 60% rispetto al nuovo, mentre su un iPhone 16 la differenza si attesta intorno al 30%.
Altroconsumo ha verificato che il risparmio medio oscilla tra il 30% e oltre il 60%, a seconda del modello e della marca. Una forbice ampia, ma comunque significativa per chi cerca prestazioni elevate senza svuotare il conto. Però sarebbe riduttivo fermarsi qui. Il 34,6% del campione ha dichiarato di considerare importante la riduzione dell’impatto ambientale, mentre il 38,8% riconosce che la qualità dei prodotti ricondizionati è ormai pienamente paragonabile a quella dei nuovi. Sono percentuali che raccontano un cambiamento culturale: non si compra solo per spendere meno, ma anche per spendere meglio.
Fiducia in crescita e dubbi ancora presenti
La percezione della qualità sta cambiando. Il 66% degli italiani considera i prodotti ricondizionati affidabili in larga misura o completamente, secondo lo studio di Appinio.
Merito di procedure più rigorose, standard elevati e garanzie estese che alcune piattaforme specializzate hanno adottato per conquistare la fiducia dei consumatori. Certificazioni, test accurati e garanzie che arrivano fino a 30 mesi hanno contribuito a ridefinire un mercato che fino a qualche anno fa era guardato con sospetto. Eppure i timori non sono spariti del tutto. La durata del prodotto preoccupa il 34,6% degli intervistati, mentre il 23,6% teme per l’assistenza post-vendita. Altroconsumo ha rilevato che un terzo di chi oggi non acquista ricondizionato sarebbe disposto a farlo se ci fossero migliori condizioni di restituzione o sostituzione, oppure garanzie più lunghe. È un nodo ancora da sciogliere, ma le piattaforme più strutturate stanno lavorando proprio su questi aspetti.
Il punto è che il ricondizionato deve dimostrare di essere all’altezza non solo al momento dell’acquisto, ma anche nel tempo. E quando la differenza di prezzo rispetto al nuovo non viene percepita come abbastanza significativa, molti preferiscono ancora andare sul sicuro, anche per via delle promozioni aggressive che spesso il mercato del nuovo propone.
Smartphone, laptop e regali sotto l’albero
Tra i prodotti ricondizionati, gli smartphone dominano la scena con il 59% delle vendite, secondo i dati di Altroconsumo. Seguono gli elettrodomestici con il 17%, mentre il resto si divide tra tablet, laptop e computer. Appinio ha rilevato che il 53,4% dei potenziali acquirenti di regali tecnologici punterebbe proprio sugli smartphone, seguiti da laptop e PC al 33,6% e dai tablet al 22,6%.
Sono categorie dove il ricondizionato offre i risparmi più consistenti e dove la disponibilità di modelli è ampia. Non a caso, il 57% del campione prenderebbe in considerazione un prodotto ricondizionato come regalo per le feste: il 20,6% è deciso a farlo, il 36,6% è propenso. Quasi una persona su cinque ha già regalato un dispositivo rigenerato, mentre il 34% è pronta a farlo per la prima volta.
Segno che il tabù sta cadendo anche quando si tratta di fare un dono. Del resto, la qualità percepita è aumentata e il risparmio permette di puntare a modelli più performanti o di destinare parte del budget ad altro.
La sostenibilità non è più un optional
C’è una ragione meno immediata ma altrettanto importante dietro la crescita del ricondizionato: la consapevolezza ambientale. Per il 77% degli italiani intervistati da Appinio, la sostenibilità rappresenta un elemento importante o molto importante nelle decisioni d’acquisto. Non è un dato da sottovalutare, soprattutto se si considera che il settore dell’elettronica è tra i più impattanti in termini di rifiuti prodotti. Ogni anno tonnellate di dispositivi finiscono in discarica, spesso ancora funzionanti o facilmente riparabili.
Il ricondizionato intercetta questo spreco e prolunga il ciclo di vita dei prodotti, riducendo la necessità di estrarre nuove materie prime e di produrre nuovi componenti. Kilian Kaminski, CEO e co-fondatore di Refurbed, ha sottolineato che gli italiani cercano tecnologia di alta qualità ma non sono più disposti a pagare il prezzo pieno, né in termini economici né ambientali. Il ricondizionato professionale offre un’alternativa più intelligente, sostenibile e conveniente, non più una scelta di nicchia ma la nuova normalità. In un mercato tech sempre più invasivo e massivo, dove l’obsolescenza programmata spinge a cambiare dispositivo anche quando non ce ne sarebbe bisogno, il ricondizionato rappresenta una forma di resistenza. Non si tratta di rinunciare alla tecnologia, ma di usarla in modo più responsabile.
E questo vale anche per chi non si sente particolarmente ecologista. Scegliere un prodotto ricondizionato significa comunque sottrarsi alla logica del consumo compulsivo, rallentare un meccanismo che produce montagne di rifiuti elettronici e contribuire, anche senza farlo apposta, a un modello più sostenibile.
Dove si compra e quanto si risparmia davvero
Quanto alle modalità d’acquisto, emerge una certa prudenza. Altroconsumo ha rilevato che molti consumatori preferiscono ancora i negozi fisici specializzati, dove possono vedere e toccare il prodotto prima di comprarlo. Il 33% si dichiara invece aperto ai marketplace online e alle piattaforme specializzate, che offrono garanzie strutturate e politiche di reso chiare.
Sul fronte del risparmio atteso, il 75% degli italiani ritiene adeguato uno sconto tra il 20% e oltre il 30% rispetto al nuovo. Una forchetta ampia che riflette aspettative diverse a seconda del prodotto e delle condizioni. Ma in generale, l’idea è che il ricondizionato debba costare sensibilmente meno per giustificare l’acquisto di un dispositivo non nuovo. E in effetti, quando la differenza di prezzo non viene percepita come abbastanza marcata, molti preferiscono ancora puntare sul nuovo, magari approfittando di offerte promozionali o finanziamenti a tasso zero che il mercato propone con una certa frequenza.
Il punto è che il ricondizionato deve continuare a lavorare sulla trasparenza: spiegare chiaramente le condizioni del prodotto, offrire garanzie solide e garantire un’assistenza post-vendita efficiente. Solo così potrà consolidare la fiducia conquistata e diventare davvero una scelta mainstream.
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