Cara signora Lidia, Le scrive un uomo che si sente solo. La mia adoratissima moglie è mancata tre anni fa. Una brutta malattia.
Ho cercato di sopravvivere, di non chiudermi a riccio. Di distrarmi con qualche hobby. Mi piace camminare in montagna e mi sono iscritto a un gruppo di trekking. Ho notato che non avevo più resistenza […]. Gli anni trascorsi a curare mia moglie sono stati anni in cui non mi sono più dedicato a me stesso, quindi non andavo in palestra, non badavo alla dieta, non facevo caso al bere, anzi, per resistere alla malinconia bevevo perfino troppo […]. Gliela faccio breve: recentemente mi sono rimesso in riga, ho perso 5 chili, ho ripreso un po’ di muscolatura, non granché ma ho quasi ottant’anni, di più non posso fare. Tuttavia ho capito che il problema non era poter affrontare di nuovo e dignitosamente il gruppo di camminatori […]. Il problema è che la vita senza una donna accanto non è vita. Tutto quello che fai, dici o pensi è un rimuginare dentro di te. Niente ti dà piacere. Devo confessarle che non sono mai stato solo: con mia moglie ci siamo conosciuti il primo anno delle superiori. Avevamo quattordici anni. A quindici anni ci siamo messi insieme, a ventidue ci siamo sposati. L’anno dopo è nato il primo figlio. La bambina dieci anni dopo. Sono sempre stato con una donna accanto. Sempre lei, nella buona e nella cattiva sorte. Non mi sono mai sentito stanco della relazione con mia moglie, non l’ho mai tradita. È la morte che ci ha diviso e, pur se mi manca ancora tanto, sono stufo di stare solo. Mio figlio mi ha consigliato di andare su un sito di incontri ma a me sembra una cosa poco seria, mi ha sempre fatto pena chi cercava un partner mandando una descrizione di sé stesso o una fotografia a ipotetiche sconosciute “a caccia di marito”.
La lettera è più lunga di così, ed è molto bella. L’autore ha quasi 80 anni e ha fatto per tutta la vita il professore.
Confesso che condivido la sua istintiva antipatia per i siti di incontri, forse perché apparteniamo alla stessa generazione. Quando eravamo giovani i siti d’incontri non c’erano, ma c’erano le agenzie matrimoniali. Ti iscrivevi, pagavi una quota, sfogliavi un librone, sceglievi la foto della più carina, mettevi la tua foto più ben riuscita, ci si scambiava qualche lettera, si confrontavano gli hobby, si cercava una compatibilità descrivendo il piatto preferito, la musica, il film.
Non ci sono mai stata, naturalmente, ma me le immaginavo così.
E sì, disprezzavo chi le frequentava.
Mi sembravano, tanto per essere chiari, “Una cosa da sfigati”.
Adesso, caro professore, non è più così. Si rivolgono ai siti di incontri donne e uomini ancora giovani, di bell’aspetto e ben piazzati socialmente.
Lo fanno per abbreviare il lungo percorso che porta una persona a legarsi ad un’altra persona. Tutti hanno fretta di concludere. Ma non è soltanto pigrizia esistenziale, è anche gusto dell’avventura. Ho conosciuto, a casa di amici, una coppia di cinquantenni avanzati (50 e più, ma non molto di più!), decisamente ben armonizzati, oltreché belli, tutti e due.
Quando ho chiesto come si erano conosciuti, domanda che faccio spesso perché sono curiosa della vita sentimentale degli altri, mi hanno risposto che si erano incontrati su un sito specializzato.
Lei vedova, lui separato, hanno voluto darsi una seconda chance.
E come loro tanti altri.
Non cercavano il matrimonio ma, dopo essersi conosciuti per un paio di mesi, sono andati a vivere insieme.
La convivenza, si sa, è la prova massima; se esci bene di lì, se non senti invasi i tuoi spazi, se non guardi con odio il modo in cui spreme il dentifricio, se non ti viene voglia di ucciderlo quando russa beato, vuol dire che avete avuto davvero fortuna.
Loro hanno avuto fortuna.
Ero sorpresa, sono anche andata a curiosare in uno dei molti siti dedicati alla relazione amorosa. Ovviamente ho scelto quello adatto alla mia età: Silver Single. Come potrei tradurlo: Zitelle d’argento? Ho risposto a un sacco di domande, in inglese, e quando ho finito c’erano già quattro signori d’una certa età pronti a conoscermi, uno in Texas, uno in New Mexico, uno dalle parti di Filadelfia, uno in Wisconsin.
Un po’ fuori mano, no?
Neanche per andare a cena con George Clooney avrei affrontato un viaggio intercontinentale.
Non mi ero accorta di essere finita su un sito statunitense.
Comunque mi sono divertita e ho scoperto, con un certo stupore, che anche gente molto giovane, ragazze e ragazzi, nell’età considerata canonica per l’amore e l’accoppiamento, si rivolgevano ai siti.
Altro che colpo di fulmine! Tutto organizzato.
«Non è un po’ fredda come pratica?», ho chiesto a una ventiquattrenne assidua ricercatrice di partner. Mi ha guardata come si guardano i dinosauri (“che ci fai fuori dal museo di storia naturale?”) e ha risposto:
«È bello perché puoi cambiare. Ogni settimana uno diverso. Certo, finché trovi quello giusto». «Ma anche no».
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