Sostenibilità e innovazione si incontrano nei 55 ettari delle antiche Ville Pontificie
Domani, venerdì 5 settembre, Papa Leone XIV inaugurerà ufficialmente il ‘Borgo Laudato Sì’ di Castel Gandolfo, un progetto che trasforma 55 ettari delle antiche Ville Pontificie in un esempio concreto di economia circolare. Una iniziativa che rappresenta molto più di un semplice centro di formazione: costituisce, infatti, nelle intenzioni dei suoi fautori un modello virtuoso che Stati, diocesi e grandi aziende potranno replicare in tutto il mondo. Il sogno ecologico di Papa Francesco prende così forma attraverso un’iniziativa che coniuga ricerca scientifica, formazione specializzata, attività lavorativa e vita quotidiana in perfetta armonia. Il ‘Borgo Laudato Sì’ nasce dall’urgenza di dare concretezza pratica ai principi contenuti nell’omonima enciclica, dimostrando che costruire comunità sostenibili non è utopia, ma realtà tangibile.
Un territorio ricco di storia che guarda al futuro
La posizione del ‘Borgo Laudato Sì’ è suggestiva, sospeso tra le acque del lago di Albano e il mare all’orizzonte. I 55 ettari, precedentemente appartenenti alle Ville Pontificie, ospitano resti di grande valore storico, tra cui magnifici giardini all’italiana e un esemplare unico di criptoportico romano lungo circa 150 metri. Come ricorda Vatican News, la storia di questi luoghi racconta episodi di accoglienza e solidarietà. Durante la Seconda Guerra Mondiale, il palazzo pontificio accolse parte dei 12.000 sfollati ospitati complessivamente dopo i bombardamenti del 1944. Nel letto dove ancora oggi riposano i pontefici durante i soggiorni estivi, nacquero allora 36 bambini. Questa eredità di accoglienza permea l’intero progetto del Borgo, dove l’economia circolare diventa strumento concreto di inclusione sociale. Circa 30 ettari sono destinati alle attività agricole, mentre il resto ospita strutture formative e residenziali che accoglieranno persone provenienti da tutto il mondo.
Formazione e innovazione al servizio del pianeta
Il cuore pulsante del progetto è rappresentato dal Centro di Alta Formazione Laudato Sì, che accoglierà circa duemila studenti all’anno, inviati da tutto il mondo con l’ausilio delle diocesi locali. L’offerta formativa abbraccia ogni fascia d’età, dalla scuola primaria fino ai corsi universitari e post-lauream, includendo anche sessioni specializzate per amministratori delegati di grandi aziende. L’aspetto più innovativo risiede nell’integrazione tra teoria e pratica. Gli studenti, tra cui una quota significativa di persone con disabilità, vengono coinvolti attivamente nelle attività produttive del Borgo. Alcuni lavorano nel ristorante, realizzato grazie alla partnership con un’importante catena statunitense, altri acquisiscono competenze agricole da utilizzare nei loro paesi d’origine. La formazione pratica si svolge nei terreni dello spazio, in gran parte adibiti a vigne biodinamiche sviluppate con il supporto scientifico dell’Università di Udine. Una moderna serra alimentata con impianti fotovoltaici rappresenta il laboratorio dove sperimentare le tecniche più avanzate di coltivazione sostenibile. È prevista, inoltre, l’implementazione di un sistema agrivoltaico, che unisce sullo stesso terreno produzione agricola e generazione di energia rinnovabile.
Tecnologia verde e gestione intelligente delle risorse
Il Borgo prevede una gestione intelligente delle risorse idriche ed energetiche. Il sistema di irrigazione, infatti, risponde ai più rigorosi standard di sostenibilità ambientale. L’obiettivo è produrre autonomamente 1.200 metri cubi d’acqua sui 1.500 necessari al funzionamento della struttura, riducendo al minimo l’impatto sul vicino lago di Albano. Questa attenzione alla sostenibilità non rimane confinata agli aspetti tecnici, ma si estende all’intera filosofia del progetto. Le strutture saranno aperte al pubblico, con una previsione di 250.000 visitatori annuali. L’accesso sarà regolato da un sistema di bigliettazione che garantisce però l’ingresso gratuito a chi vive situazioni di difficoltà economica, confermando la vocazione inclusiva dell’iniziativa.
Un modello per il futuro dell’imprenditoria sostenibile
La cerimonia inaugurale vedrà la partecipazione di una delegazione di alti dirigenti aziendali guidata da Paul Polman, ex amministratore delegato di Unilever e oggi uno dei più autorevoli rappresentanti dell’imprenditoria sostenibile a livello mondiale. La presenza di questi leader sottolinea come il ‘Borgo Laudato Sì’ non sia concepito come esperimento isolato, ma come modello replicabile nel mondo degli affari. L’economia circolare praticata nel Borgo dimostra che profitto e sostenibilità ambientale possono convivere armoniosamente. Le aziende che parteciperanno ai programmi formativi porteranno nelle loro organizzazioni competenze concrete per implementare pratiche virtuose, creando un effetto moltiplicatore che può trasformare interi settori produttivi. Ad accogliere il Papa ci saranno le 39 famiglie dei dipendenti del Borgo, molti dei quali giardinieri specializzati nella cura degli spazi verdi. La presenza di numerosi animali che popolano i campi contribuisce a creare un ecosistema equilibrato dove ogni elemento ha il suo ruolo specifico.
Il ritorno alle origini attraverso l’innovazione
Da venerdì torneranno anche i cavalli andalusi, donati in omaggio proprio a Papa Leone, che, come noto, usava in Perù per i suoi spostamenti proprio una piccola cavalcatura. Il modello sperimentato a Castel Gandolfo rappresenta una risposta concreta alle sfide ambientali e sociali attuali: attraverso l’integrazione di tecnologie innovative, pratiche agricole sostenibili e formazione specializzata dimostra che un altro modello di sviluppo è possibile. L’iniziativa voluta da Papa Francesco non si limita a teorizzare principi ecologici, ma li traduce in azioni quotidiane che coinvolgono persone di ogni età e provenienza. La combinazione di ricerca scientifica, impegno sociale e innovazione tecnologica crea un ecosistema virtuoso dove l’economia circolare diventa strumento di crescita umana e rispetto ambientale. Il ‘Borgo Laudato Sì’ è la dimostrazione tangibile che l’enciclica di Papa Francesco può tradursi in realtà concrete capaci di trasformare il rapporto dell’uomo con l’ambiente e la società.
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