Un viaggio nel simbolismo delle scelte dei nomi papali. I più amati nella storia e l’annuncio “Urbis et Orbis”
I nomi papali, quelli ciò scelti dai Pontefici al momento dell’elezione, hanno un forte valore simbolico. Nella storia millenaria della Chiesa, Giovanni primeggia con 23 Pontefici, seguito da Gregorio e Benedetto con 16 ciascuno. Clemente (14), Innocenzo e Leone (13 ciascuno) completano la lista dei nomi più ricorrenti, insieme a Pio (12), Stefano (9), Urbano e Alessandro (8 ciascuno). Questa predilezione non è casuale: ogni nome pontificio porta, infatti, con sé un messaggio specifico. Giovanni, ad esempio, richiama l’apostolo prediletto di Gesù. Mentre Pietro, pur non essendo tra i più frequenti, rappresenta il primo Papa nominato dal Messia e le fondamenta stesse della ‘Ecclesia’.
Il significato dietro ai nomi papali contemporanei
Nel periodo più recente, i nomi papali hanno assunto significati rilevanti. Papa Francesco ha compiuto una scelta rivoluzionaria, adottando per la prima volta nella storia un nome mai utilizzato prima. La sua decisione di richiamarsi a San Francesco d’Assisi ha subito comunicato al mondo la direzione del suo pontificato: attenzione ai poveri, umiltà e semplicità. Anche Benedetto XVI ha caricato la sua scelta di significato, richiamandosi a San Benedetto da Norcia, patrono d’Europa, e a Benedetto XV, che si spese per la pace durante il primo conflitto mondiale. La tradizione dei nomi doppi, inaugurata da Giovanni Paolo I nel 1978, è un’innovazione significativa. Albino Luciani, nel suo brevissimo pontificato di 33 giorni, unì i nomi dei suoi predecessori, Giovanni XXIII e Paolo VI. Una tradizione mantenuta da Karol Wojtyła, che scelse di chiamarsi Giovanni Paolo II, in continuità con lui.
Il momento solenne della scelta
Il rituale della scelta del nome si svolge in un contesto di grande solennità. Dopo aver ricevuto i due terzi dei voti necessari nel Conclave e accettato l’elezione, il nuovo Papa vive un momento di intenso raccoglimento nella Cappella Sistina. Il Cardinale Decano si rivolge al neoeletto con la storica domanda in latino: “Quo nomine vis vocari?” (“Con quale nome vuoi essere chiamato?”). Questo scambio avviene nel silenzio e nella riservatezza, alla sola presenza degli altri cardinali elettori. La risposta del nuovo Pontefice è il frutto di una profonda riflessione personale, spesso carica di significato teologico e spirituale. Immediatamente dopo, il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie annota questa decisione nei registri ufficiali del Vaticano.
L’annuncio al mondo dei nomi papali: “habemus papam”
L’annuncio ufficiale del nuovo nome papale rappresenta uno dei momenti più attesi e emozionanti per i fedeli di tutto il mondo. Il Cardinale Protodiacono si affaccia dalla Loggia centrale della Basilica di San Pietro e proclama la formula che ha attraversato i secoli: “Annuntio vobis gaudium magnum: Habemus Papam!” Letteralmente: “Vi annuncio una grande gioia: abbiamo un Papa!”. Segue l’annuncio del nome di battesimo dell’eletto e del nome pontificio che questi ha scelto per il suo ministero. Il momento solenne segna simbolicamente il passaggio dalla persona privata alla figura pubblica del Papa, che da quel momento rappresenterà la Chiesa universale.
Il primo saluto con il nuovo nome
Il momento culminante della cerimonia arriva quando il nuovo Pontefice, già rivestito dell’abito bianco papale, si presenta per la prima volta ai fedeli radunati in Piazza San Pietro. Con la stola papale, simbolo della sua autorità pastorale, il Papa impartisce la sua prima benedizione “Urbi et Orbi” (“Alla Città, Roma, e al Mondo”), utilizzando per la prima volta il suo nuovo nome pontificio. Da quel momento in avanti, ogni documento ufficiale, ogni enciclica, ogni comunicazione porterà questo nome. Nei giorni successivi, verrà anche preparato l’Anello del Pescatore con inciso il nuovo nome, simbolo tangibile dell’autorità papale.
Curiosità sulla tradizione dei nomi papali
La storia dei nomi papali rivela alcuni particolari curiosi. Fino a Giovanni Paolo I, i Papi tendevano a scegliere nomi singoli con una lunga tradizione. L’ultimo Papa a mantenere il proprio nome di battesimo fu Marcello II nel lontano 1555, una pratica ora completamente abbandonata. Con l’elezione di Giovanni Paolo II è iniziata la tendenza a scegliere nomi non utilizzati per lungo tempo o addirittura mai usati prima, come nel caso di Francesco. Un’evoluzione che riflette la volontà dei Pontefici moderni di comunicare visioni pastorali innovative. Mantenendo, tuttavia, un legame con la tradizione. Attraverso la tradizione dei nomi papali, ogni Pontefice comunica al mondo la direzione che intende imprimere al suo pontificato e i modelli a cui si ispira nel suo servizio alla Chiesa universale. Questa antica pratica onomastica continua a rinnovarsi nei secoli, mantenendo intatto il suo profondo valore simbolico e la sua capacità di rivelare l’essenza di ogni nuovo pontificato.
(immagine di apertura: il baldacchino di San Pietro segna il luogo di sepoltura del primo Papa)
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