Largo agli over: in politica è il momento d‘oro dei leader ultrasettantenni. C’è però il rischio del disimpegno dei più giovani.
La Corte suprema statunitense ha stabilito che l’ex presidente degli Stati Uniti, il 77enne Donald Trump, accusato di coinvolgimento nell’assalto al Congresso del 2021, potrà candidarsi alle primarie presidenziali. La decisione potrebbe spianargli la strada a futuro leader degli Stati Uniti. Un sondaggio su Forbes del New York Times/Siena College, infatti, lo vede in testa su Biden con il 48% circa dei consensi. Il che significa che se i candidati alla corsa per la Casa Bianca di novembre saranno l’ex e l’attuale 81enne presidente Usa, il 48% degli americani voterebbe il primo.
Il sentiment degli Americani
Al momento del resto, in mancanza di un’alternativa, Biden resta il solo candidato per i Democratici. Entrambi però sembrano non tener conto dell’umore dell’elettorato americano, che li giudica ormai troppo anziani per un altro mandato (sondaggio ABC News/Ipsos). La questione età e politica, però, non riguarda solo la democrazia americana. Se infatti una decina d’anni fa tra i Paesi più popolosi del mondo l’India era il solo ad avere un leader over 70, oggi circa la metà della popolazione mondiale è guidata da una classe politica anziana.
Vecchi e giovani leader
In questa classifica mondiale spiccano il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, 78 anni, e il premier indiano uscente Narendra Modi, 73 anni (probabilmente prossimo al suo terzo incarico). E che dire di leader del calibro di Vladimir Putin e del cinese Xi Jinping, classe 1953? Se negli Usa i tempi degli entusiasmi del giovane Obama sembrano lontani, dall’Europa arrivano segnali contrastanti. Sanna Marin è diventata la leader più giovane al mondo a ricoprire una carica quando è stata eletta presidente della Finlandia a 34 anni. Emmanuel Macron, Giorgia Meloni e lo spagnolo Pedro Sanchez sono nati negli Anni ’70. Anche se negli ultimi anni in Italia l’età è salita di 5 anni alla Camera e di 3 anni al Senato, con un’età media dei parlamentari di 51,2. In linea peraltro con Paesi come Spagna e Gran Bretagna.
Esiste un’età giusta per governare?
La questione dell’età di un capo politico è motivo di dibattito. La saggezza è la capacità di mettere in campo la conoscenza e l’esperienza per prendere le migliori decisioni. Ed aumenta con gli anni. Questi a loro volta “sono solo numeri”, e non possono essere di per sé un fattore discriminante. Per contro ad un leader mondiale si richiedono grandi sfide fisiche e mentali e l’attitudine a gestire lo stress e la tensione. I giovani per questo sembrerebbero candidati ideali, ma il rischio dell’inesperienza può portare a decisioni affrettate. In fondo, l’ideale resta una classe politica bilanciata per età che sia portatrice degli interessi di tutta la popolazione.
Alle radici dell’invecchiamento della politica
Per gli analisti l’invecchiamento della leadership mondiale ha ragioni finanziarie e sociali. Da un lato infatti le campagne elettorali sono sempre più costose e richiedono un sempre maggiore sforzo di mezzi. Dall’altro i giovani stessi, alle prese con un periodo di incertezze e fragilità, sono indifferenti ai politici e ai partiti, che ritengono non rappresentativi dei loro interessi. Ciò però determina un circolo vizioso di alienazione della stessa politica, in cui i candidati sono per la maggior parte più vecchi degli stessi votanti.
L’assenza dei giovani
Il rischio è che i Parlamenti e i Gabinetti non siano rappresentativi della maggioranza della popolazione. Lo spiega il politologo svedese Aksel Sundström, secondo cui l’assenza dei giovani dalle urne indebolisce la democrazia. Nel saggio Youth without Representation (“Gioventù senza rappresentanza”) definisce la politica formale fatta per le persone anziane e alimentatrice di cicli di apatia. La vecchia classe politica non appare in grado di affrontare adeguatamente sfide come la questione climatica e finisce per allontanare i giovani. Questo però, avverte, non stimola i politici a farsi carico delle loro preoccupazioni. Di fatto, conclude Sundström, i giovani adulti – quelli di età pari o inferiore a 35 anni – costituiscono solo il 10% di tutti i parlamentari a livello globale e il 3% di tutti i membri del governo.
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