Riconoscere primi sintomi e stili di vita corretti per affrontare con consapevolezza un’emergenze sanitarie globali
L’ictus colpisce 15 milioni di persone ogni anno a livello globale: 5 milioni muoiono e 5 milioni riportano disabilità permanente. Sebbene i trattamenti siano sempre più avanzati, la strada da percorrere per migliorare gli esiti è ancora lunga, ma ciò che si può fare è agire sulla prevenzione e sulla tempestività degli interventi. L’ictus, infatti, è una patologia tempo-dipendente dove la precocità del trattamento può fare la differenza. Riconoscere i segnali e attivare prontamente i soccorsi, sottolineano i ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità, appresenta il primo passo per un approccio efficace a questa condizione.
Riconoscere i segnali: un’opportunità da cogliere
Alcuni segnali del corpo possono aiutare a identificare tempestivamente un ictus in atto. Tra questi, un intorpidimento improvviso che interessa volto, braccia o gambe, spesso limitato a un solo lato del corpo. A questo possono associarsi difficoltà nel parlare o nel comprendere frasi semplici, insieme a problemi visivi transitori. Alterazioni della coordinazione, vertigini e mal di testa intensi e improvvisi completano il quadro dei sintomi da non trascurare. La comparsa anche di uno solo di questi segnali richiede di attivare immediatamente i soccorsi, specificando il sospetto di ictus. Questa semplice azione può rivelarsi determinante per le successive possibilità di recupero.
Prevenzione: un investimento quotidiano per la salute
La prevenzione dell’ictus si costruisce giorno per giorno attraverso scelte consapevoli. Abbandonare il fumo, mantenere un’alimentazione equilibrata povera di sale e dedicare tempo all’attività fisica regolare rappresentano i pilastri fondamentali di questa strategia. Queste abitudini aiutano a controllare pressione arteriosa, glicemia e livelli di grassi nel sangue, riducendo significativamente il rischio. I numeri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità confermano l’importanza di questi fattori: il controllo della pressione arteriosa potrebbe prevenire quattro decessi su dieci per ictus, mentre tra le persone sotto i 65 anni il fumo risulta responsabile di due quinti dei casi fatali.
Il contesto italiano: tendenze positive e nuove prospettive
In Italia le malattie cardiovascolari mantengono il primato tra le cause di morte, ma i trend appaiono incoraggianti. Nell’arco di cinque anni, dal 2017 al 2022, la mortalità per malattie del sistema circolatorio ha registrato una riduzione del 10,9%, con un calo ancora più marcato per le malattie cerebrovascolari. Questi risultati confortanti – secondo l’ISS – derivano dal combinato di strategie di prevenzione più efficaci e di migliori approcci terapeutici. Anche il potenziamento dell’assistenza e della riabilitazione ha contribuito a ridurre l’impatto disabilitante di queste patologie.
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