L’Osservatorio Genere e Stereotipi 2025 di Henkel Italia fotografa una generazione ambiziosa ma consapevole: il 28% delle giovani teme discriminazioni sul lavoro, il 31% per la maternità. E media e social continuano a perpetuare stereotipi dannosi.
Ambizioni senza “dream gap” ma ostacoli evidenti per le ragazze
I dati raccolti dall’ultima edizione dell’Osservatorio Genere e Stereotipi di Henkel Italia, realizzato in collaborazione con Eumetra, rivelano una fotografia complessa della Generazione Alpha (i nati dal 2013 al 2025 ndr.). La ricerca, condotta su 1.840 adulti e 500 preadolescenti tra i 13 e i 15 anni, ha dimostrato che non esiste un vero e proprio “dream gap” tra maschi e femmine. Il 44% delle ragazze e il 39% dei ragazzi dichiara di avere progetti ambiziosi per il futuro. Tuttavia, emerge chiaramente una maggiore consapevolezza femminile degli ostacoli che dovranno affrontare.
Le ragazze mostrano infatti una lucidità preoccupante nel riconoscere le barriere che il futuro potrebbe riservare loro. Il 28% delle ragazze e solo il 9% dei ragazzi teme di subire discriminazione di genere quando andrà a lavorare, il 31% delle ragazze e solo l’8% dei ragazzi ha paura di ulteriori penalizzazioni se avrà figli. Un divario che trova conferma anche nella percezione del sacrificio richiesto. Il 13% delle ragazze pensa che dovrà rinunciare alla carriera per la famiglia, contro appena il 9% dei coetanei maschi.
La famiglia: punto di riferimento ma anche specchio degli stereotipi
Nonostante tutto, il supporto familiare rimane solido: il 71% delle ragazze e il 72% dei ragazzi si sente supportato dalla famiglia nel coltivare interessi e passioni. Mamma e papà risultano tra i modelli più citati dai giovani intervistati come esempi di soddisfazione e realizzazione personale a cui ambire, smentendo l’idea diffusa che gli influencer siano i loro veri punti di riferimento.
Ma è proprio in famiglia che spesso maturano le convinzioni sui ruoli di genere. I preadolescenti osservano con attenzione la quotidianità domestica e notano le differenze. Pur confermando una maggiore partecipazione dei padri alla vita familiare rispetto al passato, ragazze e ragazzi testimoniano ancora le maggiori difficoltà delle madri nel conciliare lavoro e vita privata. Questo scenario domestico contribuisce a formare nelle giovani la percezione che dovranno affrontare sfide aggiuntive rispetto ai loro coetanei maschi.
Media e social, amplificatori di stereotipi dannosi
L’indagine ha dedicato particolare attenzione al ruolo dei media nella perpetuazione degli stereotipi di genere. I risultati destano preoccupazione: il 75% delle ragazze e il 68% dei ragazzi ritiene che i social accentuino gli stereotipi. Cinema, serie televisive e pubblicità vengono accusati di scegliere le donne principalmente in base alla bellezza (secondo l’84% delle ragazze e l’81% dei ragazzi) e di rappresentarle prevalentemente come dolci, sensibili ed emotive.
Ma la critica non risparmia nemmeno la narrazione della maschilità. Il 77% delle ragazze e il 76% dei ragazzi concordano su un’eccessiva enfasi posta su forza, coraggio e successo maschili, aspetti che mettono particolare disagio proprio ai ragazzi, preoccupati di non riuscire a corrispondere a questa rappresentazione ideale. Questa consapevolezza critica verso i modelli proposti dai media dimostra una maturità analitica notevole da parte della Generazione Alpha.
Le prospettive di una generazione consapevole
I giovani intervistati mostrano anche una riflessione profonda sul linguaggio e il suo potere nel definire la realtà. Nelle interviste qualitative emergono posizioni critiche verso soluzioni considerate superficiali come l’uso dell’asterisco o della schwa, con la convinzione che sia necessario un cambiamento più radicale per arrivare a una narrazione davvero inclusiva e rispettosa delle differenze.
I dati si inseriscono in un panorama nazionale dove il tasso di impiego femminile si ferma al 52,5%, quasi 18 punti percentuali in meno rispetto a quello maschile, collocando l’Italia tra gli ultimi paesi europei per partecipazione femminile al lavoro. A parità di mansioni, le donne guadagnano in media il 10,7% in meno degli uomini, un divario che aumenta con l’avanzare della carriera.
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