I malviventi 2.0 si aggirano in metro, stazioni e luoghi affollati armati di POS portatili. Avvicinando il dispositivo a borse e tasche, riescono a sottrarre piccole somme di denaro sfruttando la tecnologia contactless di carte e smartphone. Un fenomeno che richiede attenzione e nuove contromisure.
Come agiscono i ladri digitali
Un nuovo tipo di crimine si sta facendo strada, soprattutto nelle grandi nelle città, silenzioso e quasi impercettibile. Si tratta del borseggio digitale, una truffa messa in atto da malintenzionati che, armati di un semplice POS portatile, riescono a svuotare le carte di pagamento contactless, cioè senza alcun contatto fisico con la vittima. Le cronache recenti e le segnalazioni delle forze dell’ordine mettono in luce un modus operandi ormai consolidato. I criminali scelgono luoghi ad alta frequentazione come metropolitane, stazioni ferroviarie, concerti e mercati.
Approfittando della calca e della distrazione generale, avvicinano il loro terminale POS a borse, zaini o tasche delle vittime designate. La tecnologia NFC (Near Field Communication – “comunicazione a corto raggio”) fa il resto, autorizzando in pochi istanti pagamenti di piccolo importo. In Italia, la soglia per le transazioni che non richiedono l’inserimento del codice PIN è fissata a 50 euro, rendendo queste micro-transazioni rapide e difficili da notare nell’immediato. Spesso il segnale acustico del dispositivo si perde nel rumore di fondo, lasciando la vittima ignara di quanto appena accaduto.
Un fenomeno spinto dalla rivoluzione dei pagamenti digitali
Per comprendere la portata di questo nuovo rischio, è essenziale contestualizzarlo nel panorama di un cambiamento radicale nelle abitudini degli italiani. Il 2024 ha segnato un momento storico: per la prima volta, il valore dei pagamenti digitali ha superato quello del contante. Secondo i dati dell’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano, i pagamenti elettronici hanno raggiunto il 43% del totale dei consumi, per un valore complessivo di 481 miliardi di euro, in crescita dell’8,5% rispetto all’anno precedente. A trainare questa impennata sono proprio le transazioni contactless (“senza contatto fisico” ndr.), che ormai rappresentano quasi nove pagamenti su dieci effettuati in negozio, con un transato che nel 2024 ha raggiunto i 291 miliardi di euro (+19%).
Questo utilizzo massiccio, se da un lato testimonia una crescente fiducia e familiarità con la tecnologia, dall’altro allarga a dismisura la cosiddetta “superficie d’attacco” per i criminali. Con oltre 100 milioni di carte di pagamento in circolazione in Italia, la stragrande maggioranza delle quali abilitata al contactless, il numero di potenziali bersagli è enorme. Oltre a rendere questa attività illecita potenzialmente molto remunerativa, nonostante i singoli colpi siano di modesta entità.
Furti contactless con il POS: i rischi reali e le false paure
Nonostante la crescente preoccupazione, è fondamentale comprendere la reale portata del rischio per non cadere in ansia inutilmente.
I pagamenti tramite smartphone, ad esempio, presentano un grado di sicurezza intrinsecamente più elevato. Per autorizzare ogni transazione, anche di importo minimo, è infatti necessaria un’autenticazione biometrica (come l’impronta digitale o il riconoscimento facciale) o l’inserimento di un codice di sblocco del dispositivo. Questo rende quasi impossibile un furto da remoto, a meno che il telefono non venga materialmente sottratto e sia già sbloccato. Il discorso cambia per le carte di credito e di debito fisiche. Sebbene siano tecnicamente vulnerabili a questo tipo di attacco per importi inferiori alla soglia dei 50 euro, diversi fattori rendono il furto più complesso di quanto si possa immaginare.
La distanza operativa della tecnologia NFC è estremamente ridotta, solitamente non supera i 4 centimetri. Dunque, ostacoli come lo spessore di un portafoglio in pelle, la stoffa di una borsa o la presenza di più carte sovrapposte possono facilmente interferire con la transazione, causandone il fallimento. Inoltre, la maggior parte dei sistemi prevede una funzione “anti-collisione”. Se due o più carte contactless vengono avvicinate contemporaneamente a un lettore, la transazione viene annullata.
Come proteggersi dai nuovi borseggiatori
La tecnologia, se usata con consapevolezza, offre anche gli strumenti per difendersi efficacemente. La prevenzione si basa su accorgimenti semplici ma di grande impatto.
Una delle soluzioni più immediate ed efficaci è l’adozione di portafogli schermati, i cosiddetti “RFID-blocking wallet”, che creano una barriera fisica impedendo al segnale NFC di raggiungere le carte. Esistono anche custodie protettive per le singole tessere che svolgono la medesima funzione.
Un’altra buona abitudine, consigliata anche dalla Polizia Postale, è quella di evitare di tenere le carte in tasche esterne o facilmente accessibili, preferendo scomparti interni di borse, giacche o zaini. Fondamentale, poi, è l’attivazione delle notifiche di spesa in tempo reale tramite l’app della propria banca o dell’emittente della carta. Ricevere un avviso istantaneo per ogni singola transazione permette di individuare subito eventuali addebiti sospetti e di procedere al blocco immediato della carta, limitando i danni. Gli esperti consigliano anche, per chi ricerca un livello di sicurezza superiore, di privilegiare i pagamenti tramite smartphone, data la loro robusta protezione tramite autenticazione biometrica.
Non bisogna vivere nel timore, ma è innegabile che l’evoluzione delle modalità di pagamento richieda una parallela evoluzione nella nostra consapevolezza come consumatori. La tracciabilità di ogni operazione elettronica rappresenta un forte deterrente e un vantaggio non indifferente per le forze dell’ordine nelle indagini. Anche se, la criminalità si adatta, utilizzando spesso prestanome o conti correnti di persone inconsapevoli per incassare i proventi illeciti.
Soprattutto, serve un monitoraggio costante e attento del proprio estratto conto. E serve prontezza nel segnalare qualsiasi anomalia al proprio istituto di credito e alle autorità competenti sono gesti cruciali per tutelarsi. Essere informati e adottare piccole ma significative precauzioni è oggi il modo più efficace per continuare a beneficiare delle innovazioni tecnologiche senza diventarne le vittime.
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