L’ASST Gaetano Pini-CTO di Milano ha implementato un innovativo percorso assistenziale per gestire le fratture da fragilità negli anziani. Un’emergenza sanitaria che in Italia conta oltre mezzo milione di casi ogni anno, con costi sociali ed economici in costante crescita.
Un approccio all’avanguardia
Un nuovo approccio per un’emergenza silenziosa. L’Azienda Socio Sanitaria Territoriale (ASST) Gaetano Pini-CTO di Milano ha messo a punto un modello organizzativo all’avanguardia per affrontare il crescente problema delle fratture da fragilità ossea nella popolazione anziana.
Si tratta di una vera e propria emergenza sanitaria che, secondo le stime, colpisce ogni anno in Italia oltre 500.000 persone tra i 65 e gli 85 anni, con una netta prevalenza femminile. Un numero destinato ad aumentare a causa del progressivo invecchiamento della popolazione.
Il nuovo percorso assistenziale contro la fragilità ossea
Di fronte a questa sfida, l’ASST Gaetano Pini-CTO ha risposto con un modello organizzativo-assistenziale che pone al centro il paziente fragile. L’obiettivo è quello di identificare, trattare e monitorare i pazienti con frattura di femore prossimale da fragilità attraverso un approccio multidisciplinare e integrato. Il percorso, che si ispira ai modelli “Fracture Liaison Services” (FLS) già consolidati all’estero, mira a garantire una maggiore appropriatezza diagnostica, terapeutica e assistenziale, migliorando significativamente la qualità della vita del paziente.
Il modello prevede una presa in carico rapida fin dall’accesso al Pronto Soccorso. Qui, grazie al “Programma H48”, il paziente esegue tutti gli esami necessari entro 4 ore e viene sottoposto a intervento chirurgico entro 48 ore. Questo protocollo “fast track” è cruciale per ridurre le complicanze e ottimizzare i tempi di recupero. Alla dimissione, il paziente viene trasferito al Polo Riabilitativo Fanny Finzi Ottolenghi. Qui un team di medici fisiatri e fisioterapisti avvia un programma di riabilitazione personalizzato.
La figura chiave del “Bone Specialist”
Una delle novità più significative introdotte dal Pini-CTO è la figura del “Bone Specialist”, un medico reumatologo esperto nella gestione delle malattie del metabolismo minerale e osseo. Questo specialista interviene durante il percorso riabilitativo per inquadrare il paziente dal punto di vista della fragilità scheletrica, fondamentale per prevenire future fratture. È infatti dimostrato che dopo una prima frattura da fragilità, il rischio di subirne una seconda nei successivi 12-24 mesi aumenta fino a cinque volte.
Il percorso non si limita all’aspetto clinico e riabilitativo, ma include anche un importante programma educazionale. Il paziente viene coinvolto direttamente e informato sui comportamenti da adottare per ridurre il rischio di nuove cadute e fratture, promuovendo uno stile di vita più sicuro e consapevole.
I numeri di un’emergenza nazionale
Le fratture da fragilità rappresentano un problema di salute pubblica di enormi dimensioni. In Italia, si stima che circa 4 milioni di persone soffrano di osteoporosi, di cui 3,2 milioni sono donne. Ogni anno, si registrano quasi 100.000 ricoveri per fratture del collo del femore. L’impatto è devastante sulla vita dei pazienti e i costi ingenti per il Sistema Sanitario Nazionale. La mortalità entro un anno da una frattura di femore si attesta intorno al 20%, mentre il 30% dei pazienti riporta un’invalidità permanente e il 40% perde la capacità di camminare autonomamente.
Nonostante la gravità del fenomeno, si stima che il 75% dei pazienti colpiti da una frattura da fragilità non riceva un trattamento farmacologico adeguato per l’osteoporosi sottostante.
Questo dato allarmante evidenzia la necessità di percorsi strutturati come quello avviato al Pini-CTO, in grado di garantire la continuità assistenziale e la prevenzione secondaria.
Un modello che funziona
L’iniziativa dell’ASST Gaetano Pini-CTO si inserisce in un contesto più ampio di rinnovamento e collaborazione nella sanità lombarda e nazionale.
Il progetto, che rientra nell’ambito dell’iniziativa #IMPACT promossa da società scientifiche come SIOMMMS e SIOT, mira a strutturare percorsi di cura efficaci e flessibili, adattabili alle diverse realtà del territorio. L’implementazione di modelli multidisciplinari come i “Fracture Liaison Services” è considerata una strategia chiave per migliorare gli esiti per i pazienti, riducendo le rifratture, la mortalità e i costi associati.
Foto in apertura: L’ASST Gaetano Pini-CTO a Milano
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