Nel 2025 l’Italia conta 79 super-ricchi con un patrimonio complessivo di 357,2 miliardi di dollari. Forbes aggiorna la classifica con nuovi eredi e imprenditori che risalgono la graduatoria tra le fortune d’Italia.
Crescono i super-ricchi italiani
Sulla carta d’identità dell’Italia più ricca, il 2025 segna un traguardo di lusso che sorprende persino chi conosce bene i giochi dell’economia.
Il numero dei miliardari italiani sale a 79, cinque in più rispetto ad aprile quando Forbes aveva elaborato l’ultimo censimento. Non è un semplice aumento numerico. Il patrimonio complessivo di questi 79 super-ricchi raggiunge 357,2 miliardi di dollari, quasi 18 miliardi in più rispetto alla primavera scorsa. Una crescita del 5% in pochi mesi, calcolata sulla chiusura dei mercati del 12 dicembre.
Giovanni Ferrero consolida il suo trono. Il numero uno ha un patrimonio di 41,3 miliardi di dollari, rafforzato da un 2024 straordinario per il gruppo dolciario. Fatturato di 18,4 miliardi, nuovo record stagionale, trainato dall’acquisizione di Kellogg per 3,1 miliardi di dollari. È una ripresa decisa quella della multinazionale del cioccolato, con le fabbriche sparse nei quattro continenti che producono le icone globali come la Nutella, la Ferrero Rocher, le caramelle Tic Tac.
La scalata tecnologica
Andrea Pignataro arriva secondo con 36,9 miliardi di dollari, una posizione consolidata dal suo colosso del software per le borse. Ion, il gigante tecnologico che fornisce strumenti di trading e gestione alle istituzioni finanziarie mondiali. Sul gradino più basso del podio sta Giancarlo Devasini, il medico-chirurgo divenuto re delle criptovalute con Tether, che vanta un patrimonio di 22,4 miliardi. Tether, la principale azienda di stablecoin ancorate al dollaro, ha generato utili di 5,2 miliardi nel primo semestre 2024, un’operazione che di recente ha fatto parlare di sé per il tentativo di acquisizione della Juventus dalla famiglia Elkann.
Dagli eredi di Armani al boom di Caltagirone
Ma dove sorprende davvero la classifica 2025 sono le new entry: gli eredi di Giorgio Armani, il grande stilista scomparso il 4 settembre dopo 91 anni e mezzo di vita intensa. Cinque persone entrano d’un colpo nella top 79: il braccio destro e partner Pantaleo Dell’Orco con 2,6 miliardi, la sorella Rosanna, le nipoti Silvana e Roberta, il nipote Andrea Camerana. L’eredità dello stilista, stimata intorno agli 11,8 miliardi, viene distribuita secondo la volontà espressa per decenni: la Fondazione Giorgio Armani incassa il 100% dell’azienda, mentre Dell’Orco, che guiderà la fondazione con il 40% dei diritti di voto, riceverà il 32% dei proventi da eventuali cessioni. Gli altri quattro eredi avranno il 17% ciascuno. Silvana, considerata l’erede creativa, ha il 15% dei diritti di voto e il 1,2 miliardi di patrimonio. In un movimento parallelo, Francesco Gaetano Caltagirone scala il quarto posto con 9,8 miliardi, lasciando spalle al quinto Paolo Ardoino, ceo di Tether, con 9,5 miliardi. La fortuna di Caltagirone si è consolidata dopo la scalata a Mps e l’operazione che ha portato il Monte dei Paschi a rilevare Mediobanca per 13,5 miliardi, primo azionista di Generali, la cassaforte finanziaria italiana.
Le donne nella lista e la lunga coda dei patrimoni
Massimiliana Landini Aleotti emerge come la donna più ricca d’Italia con 8,1 miliardi, vedova di Alberto Aleotti e presidente del gruppo farmaceutico Menarini. Il colosso dell’industria farmaceutica operante in oltre 140 paesi con 17 mila dipendenti produce farmaci per cardiologia, gastroenterologia e ricerca oncologica, con fatturato superiore ai 4 miliardi annui.
Nel frattempo gli otto eredi di Leonardo Del Vecchio, fondatore di Luxottica e creatore di EssilorLuxottica, rimangono nella top list, sebbene con tensioni interne sulla gestione della holding Delfin: due dei figli, incluso Rocco Basilico figlio di Nicoletta Zampillo, hanno avviato procedure diverse per la spartizione dell’eredità da 140 miliardi di capitalizzazione.
Dietro questi numeri da capogiro, il World Inequality Report pubblicato a dicembre 2025 lancia l’allarme. La quota di ricchezza dello 0,001% della popolazione globale è cresciuta dal 3,9% nel 1995 al 6% nel 2025. A fronte di questa concentrazione astronomica, metà dell’umanità detiene il 2,5% della ricchezza mondiale.
È una accelerazione che comunica una questione semplice: mentre l’Italia celebra i suoi 79 miliardari e il loro patrimonio che schizza verso i 360 miliardi, il resto del pianeta scivola verso una disuguaglianza strutturale.
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