Il Comune di Roma introduce un ticket d’ingresso per l’area della Fontana di Trevi: a pagamento per i visitatori, gratuito per i residenti. Un nuovo modello di gestione dei flussi turistici, con investimenti su decoro e trasporti.
La Fontana a pagamento: cosa cambia da gennaio
Dal 7 gennaio l’accesso all’area immediatamente circostante la Fontana di Trevi sarà regolato da un ticket di ingresso di 2 euro per i turisti, mentre i residenti nel Comune di Roma continueranno a entrare gratuitamente, previa verifica della residenza.
La misura rientra nel pacchetto di interventi legati al Giubileo e punta a governare un afflusso che, soprattutto nelle ore di punta, rende quasi impossibile sostare in sicurezza e godere del monumento. Il ticket non riguarderà il semplice passaggio nelle strade limitrofe, ma solo l’accesso all’area di massima prossimità alla vasca, oggi costantemente affollata e oggetto di continui interventi di vigilanza.
Il Campidoglio presenta il provvedimento come un “piccolo contributo economico” richiesto a chi visita uno dei luoghi più fotografati al mondo, con l’obiettivo dichiarato di migliorare la qualità dell’esperienza e ridurre fenomeni ormai cronici come spintoni, code disordinate e comportamenti scorretti a bordo vasca. Per i residenti, oltre alla gratuità, la giunta promette corsie preferenziali e procedure semplici di riconoscimento, ma restano da chiarire nel dettaglio tempi di permanenza consentiti e modalità operative nelle giornate di massima affluenza.
Regole più rigide e fondi per il decoro
L’introduzione del biglietto si accompagna al mantenimento del numero chiuso già sperimentato dopo il restauro: nell’area a ridosso della Fontana potranno sostare contemporaneamente al massimo 400 persone, con accessi scaglionati e controllati.
Il contingentamento arriva dopo anni di polemiche per l’overtourism (eccesso di turismo, ndr) e per la difficoltà delle forze dell’ordine nel far rispettare i divieti di sedersi sul bordo, mangiare, fumare o immergere piedi e mani nella vasca, divieti che restano in vigore e saranno rafforzati.
Secondo il Comune, gli incassi del ticket saranno destinati a tre capitoli principali: decoro urbano nell’area di Trevi e nel centro storico, potenziamento del trasporto pubblico nelle zone a maggiore pressione turistica e interventi di manutenzione e restauro sulle fontane storiche della città, a partire dai monumenti più esposti ai flussi di visitatori. Nelle intenzioni dell’amministrazione, il contributo d’accesso alla Fontana dovrà quindi finanziare non solo la gestione quotidiana dei flussi, ma anche un più ampio programma di tutela del patrimonio, inserito nel percorso giubilare romano.
Perché Roma sceglie il ticket
La scelta di introdurre un biglietto per la Fontana di Trevi arriva dopo stagioni di presenze record, con punte di decine di migliaia di persone al giorno concentrate nella piccola piazza, e dopo una fase di sperimentazione con passerelle e limitazioni temporanee agli accessi. Il Giubileo, che ha richiamato a Roma milioni di pellegrini e turisti aggiuntivi, ha convinto il Campidoglio a fare un passo in più e a stabilizzare un modello di gestione considerato ormai inevitabile per i luoghi simbolo della città.
L’obiettivo non è tanto fare cassa quanto far sì che l’area non diventi ingestibile, sia dal punto di vista della sicurezza sia dal punto di vista della conservazione del bene. Un accesso regolato in fasce orarie, con un tetto massimo di presenze e un piccolo contributo economico, viene presentato come un compromesso tra la libera fruizione di un monumento all’aperto e la necessità di proteggerlo da un sovraccarico quotidiano che ne mette a rischio il decoro.
Il precedente: Venezia e le altre città
Roma non è la prima città italiana a intervenire sull’overtourism con misure di selezione o contribuzione economica all’ingresso nelle aree più fragili.
Il precedente più noto è quello di Venezia, che dal 2024 ha introdotto un contributo di accesso al centro storico per i visitatori giornalieri: nella maggior parte dei casi il ticket è pari a 5 euro, con importi che possono salire a 10 euro in base alla data di prenotazione, mentre restano esclusi residenti, nati in città, minori di 14 anni e chi pernotta in strutture ricettive veneziane. Anche in questo caso la giustificazione del provvedimento è legata al carico turistico eccezionale che grava su un tessuto urbano fragile, con l’obiettivo di distribuire meglio i flussi, garantire servizi adeguati e finanziare interventi di manutenzione.
L’esperienza di Venezia, considerata un “apripista” a livello internazionale, viene guardata con attenzione da altre destinazioni d’arte, che valutano forme di contributo di accesso o di prenotazione obbligatoria per i luoghi più congestionati, soprattutto nei periodi di alta stagione.
Come cambierà la visita alla Fontana di Trevi
Con l’entrata in vigore del ticket, la visita alla Fontana di Trevi assumerà i tratti di un percorso guidato: accessi regolati da varchi, pagamento elettronico per i turisti, controlli più serrati e permanenza limitata per evitare che l’area si trasformi in un imbuto. Il Comune punta a garantire una visione più ordinata del monumento, riducendo il sovraffollamento cronico che spesso impedisce persino di avvicinarsi alla balaustrata e alimenta code spontanee e disordinate nelle strade circostanti.
Resta il gesto simbolico del lancio della monetina, che continuerà a rappresentare una delle attrazioni più note della città, ma all’interno di un contesto più strutturato e controllato. In parallelo, Campidoglio e soprintendenza dovranno misurare nel tempo l’effetto del ticket sui flussi complessivi, sul gettito generato e sulla percezione da parte di residenti e visitatori, per capire se il modello potrà essere esteso ad altre aree monumentali o se resterà un intervento mirato su uno dei luoghi più iconici del centro storico.
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