Nel 2017 esordisce nella scena musicale italiana e conquista dopo poco anche quella internazionale. La sua identità resta ancora un mistero, firma brani diventati successi. A giugno il concerto/evento al Circo Massimo di Roma
Liberato è una scritta bianca su una felpa nera. È mistero. È fascino. È musica. È il fenomeno che spopola sulla scena italiana e internazionale, è il rapper senza volto a cui – a distanza di anni – si fatica a dare un’identità. E la grandezza dell’artista è anche questo: andare diritto al cuore di chi lo ascolta, lasciando da parte le domande. La sua melodia, i suoi accordi, le sue parole contano molto più di un nome. Liberato è apparso pubblicamente a Roma, a giugno scorso, in un concerto/evento che ha raccolto a Circo Massimo oltre cinquantamila fan. Tutti in attesa e in delirio per lo spettacolo che ha messo in piedi. Ha cantato per ore, nonostante – si è saputo solo all’indomani – una spalla lussata. Le sue canzoni, diventate ormai colonna sonora di momenti di vita da ricordare, raccontano una varietà di generi e al tempo stesso una cultura senza eguali. E mentre cantanti e musicanti affidano tutto all’immagine, lui quella la tiene nascosta. Mette a nudo l’anima, i sentimenti (e non solo i suoi) facendo parlare le parole: testi che esaltano un mix ipnotico di trap, pop, elettronica e neomelodico, mescolano italiano, napoletano e inglese, creando un linguaggio universale ma radicato nella sua terra d’origine. Liberato racconta amore, delusioni, nostalgie e un senso di libertà che risuona con le nuove generazioni. I brani, pur prestandosi alla leggerezza dell’ascolto, nascondono una profondità emotiva e una raffinata ricerca sonora.
Con Liberato – nella strenua ricerca di capire chi fosse – si sono scatenate le fantasie di molti. C’è chi lo crede un progetto musicale del carcere minorile di Nisida (Napoli) – complice anche lo scenografico arrivo in gommone sul lungomare Caracciolo quando a scortarlo erano motovedette della polizia, nel maggio 2018 -, chi un prodotto commerciale, chi un ‘famoso’ che si nasconde. Ma mettere insieme gli indizi per disegnare un profilo, ormai, è solo un passatempo: la sua arte supera ogni cosa. Del rapporto con la musica ha parlato lui stesso, in un docufilm girato dal regista Franceso Lettieri. La pellicola Il segreto di Liberato racconta l’evoluzione dell’artista e in un anno ha superato il milione di euro al botteghino. Tra i suoi successi, alcuni sono già icone del panorama musicale italiano. Una su tutte 9 maggio che segna l’esordio del cantautore partenopeo e sancisce anche l’inizio di una ritualità: ogni anno, nel mese di maggio, Liberato pubblica una nuova canzone. Tra i suoi brani più famosi, Intostreet, Lucia, Tu t’e scurdat’ ’e me, Je te voglio bene assaje.
In un’epoca di sovraesposizione mediatica, dove l’aspetto estetico prende spesso il sopravvento sul talento e dove, non di rado, cantanti diventano influencer, Liberato resta nell’ombra, con il volto sempre coperto dal cappuccio di una felpa, di una maglia o di un mantello. Lascia andare le mani sulla tastiera, sprigiona note che toccano le corde di tutti e si conferma il fenomeno musicale degli ultimi anni.
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