(Adnkronos) – Uno dei più autorevoli intellettuali nel conclave 2025, chiamato a eleggere il nuovo Papa. Primogenito di sei figli, il cardinale ungherese Peter Erdo, oggi 72enne, è cresciuto in una famiglia cattolica profondamente devota, dove la fede, a suo dire, era “intessuta nel tessuto della nostra esistenza quotidiana”. Durante l’infanzia, visse direttamente la durezza del regime comunista: all’età di quattro anni, nel 1956, la sua famiglia fu costretta a fuggire con addosso solo gli abiti che indossava, dopo che le truppe d’invasione distrussero la loro casa. In seguito, subì diverse forme di discriminazione a causa della sua fede. Fu educato in una scuola maschile dei Piaristi a Budapest, e il suo servizio da chierichetto gli fece avvertire con chiarezza la “realtà di Dio”, che iniziò a dare senso e direzione alla sua vita. Dopo un intenso periodo di discernimento e preghiera, decise di entrare in seminario, convinto che guidare le persone verso la salvezza fosse una missione così importante da meritare la dedizione totale della propria vita. Ordinato sacerdote nel 1975 – uno dei tre giorni che considera tra i più felici della sua esistenza – prestò servizio in parrocchia per due anni prima di essere inviato a Roma. Qui conseguì le lauree in teologia e diritto canonico presso la Pontificia Università Lateranense (1980). Negli anni successivi, insegnò diritto canonico e teologia in diverse istituzioni in Ungheria e all’estero, tra cui Buenos Aires, affiancando l’insegnamento con il servizio ecclesiastico e giudiziario. In questo periodo pubblicò numerosi articoli e manuali di diritto canonico. Tra il 1995 e il 1996 fu ricercatore presso l’Università della California a Berkeley. Ha ricoperto anche l’incarico di rettore del Collegio Ungherese a Roma, insegnando parallelamente alle Università Gregoriana e Lateranense.
Nel 2000 fu consacrato vescovo da Giovanni Paolo II, che tre anni dopo lo nominò primate di tutta l’Ungheria e arcivescovo metropolita di Esztergom-Budapest. Nello stesso anno fu creato cardinale. Poliglotta — parla fluentemente tedesco, italiano, francese, spagnolo, inglese e ungherese — Erdo è stato eletto nel 2005 presidente della Conferenza Episcopale Ungherese e, sempre nello stesso anno, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa, carica per la quale fu riconfermato nel 2011. Ha inoltre collaborato alla supervisione della Seconda Sezione della Segreteria di Stato, che cura le relazioni diplomatiche vaticane. Dal 2003 ha partecipato a tutte le assemblee del Sinodo dei Vescovi e, nel 2014 e 2015, Papa Francesco lo ha scelto come relatore generale. È autore di oltre 250 pubblicazioni scientifiche e di 25 volumi. Formatosi in un contesto segnato dall’ateismo di Stato, il cardinale Erdo è oggi considerato uno dei più autorevoli intellettuali della Chiesa, un accademico di spessore, stimato insegnante, esperto di diritto canonico e fine conoscitore delle Sacre Scritture. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui dottorati honoris causa da istituzioni prestigiose, come l’Institut Catholique de Paris (1996) e, più recentemente, il Vox Canonica Award (2023), premio riservato ai canonisti d’eccellenza. Particolarmente attento alla liturgia postconciliare, ne apprezza in particolare il rinnovato rilievo dato alle letture dell’Antico Testamento. Pur preferendo la Forma Ordinaria della Messa, non ha escluso la celebrazione della Forma Straordinaria, che è disposto a sostenere se richiesto, anche se non ha espresso pubblicamente un’opinione sulle restrizioni imposte da Traditionis Custodes. È convinto che Eucaristia e sacerdozio siano intimamente connessi e si è sempre dichiarato contrario al celibato facoltativo. Profondamente ancorato alla visione gerarchica della Chiesa, è un sacerdote dal cuore pastorale, spinto dalla ferma convinzione che la salvezza delle anime sia la più alta missione. Ha dato grande impulso alla Nuova Evangelizzazione e alla pastorale giovanile, ponendo l’azione missionaria al centro della sua visione ecclesiale, con particolare preoccupazione per la crisi delle vocazioni. Nel corso del suo episcopato, le vocazioni nella sua arcidiocesi hanno mostrato andamenti alterni: dai 358 sacerdoti del 2002 si è passati a un picco di 443 nel 2013, per poi scendere a 365 nel 2021. Il numero dei religiosi maschi è aumentato leggermente (da 173 a 199), mentre quello delle religiose è crollato, passando da 699 a 303. Riflessivo, prudente e in parte riservato, Erdo era, a 51 anni, uno dei più giovani membri del Collegio Cardinalizio al momento della sua creazione da parte di Giovanni Paolo II.
In ambito politico, su temi delicati come l’immigrazione – che rappresenta una questione sensibile in Ungheria – ha mantenuto una linea equilibrata: riconosce il diritto alla migrazione, ma allo stesso tempo sottolinea la necessità di garantire la stabilità sociale dei paesi ospitanti. Ha insistito sull’urgenza di trovare un giusto bilanciamento tra solidarietà e prudenza. Particolarmente toccato dal dramma dei cristiani perseguitati, il cardinale Erdo ha più volte richiamato la responsabilità della Chiesa verso di loro. (di Paolo Martini) —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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