Al Goethe-Institut di Roma, la mostra immersiva “Electrical Jubilee” trasforma le frequenze nascoste della città eterna in un paesaggio sensoriale da ascoltare, vedere e comporre. Che fonde arte, scienza e spiritualità proprio nell’Anno Santo.
Un viaggio sensoriale nella Roma del Giubileo
Dal 23 maggio al 30 ottobre 2025, il KunstRaum del Goethe-Institut di Roma ospita “Electrical Jubilee”, una mostra immersiva che esplora l’identità sonora nascosta della città eterna durante l’Anno Santo.
Ideata dalla pioniera della sound art tedesca Christina Kubisch, l’esposizione invita i visitatori a riscoprire Roma attraverso le sue frequenze elettromagnetiche, spesso ignorate ma onnipresenti nel paesaggio urbano contemporaneo.
Le “Electrical Walks”, ascoltare l’inudibile
Cuore pulsante del progetto “Electrical Jubilee” sono le “Electrical Walks”, le passeggiate sonore ideate da Christina Kubisch nel 2003. Si tratta di esplorazioni urbane guidate che permettono di “ascoltare” ciò che normalmente non si può udire: le onde elettromagnetiche che attraversano invisibilmente gli spazi della città. A Roma, durante l’Anno Santo, queste passeggiate acquistano un significato particolare, perché mescolano spiritualità e tecnologia.
I partecipanti indossano speciali cuffie a induzione elettromagnetica, progettate dalla stessa Kubisch, in grado di captare i segnali invisibili emessi da dispositivi elettronici, antenne, sistemi wi-fi, cavi elettrici e apparecchi digitali. Questi segnali, solitamente muti per l’orecchio umano, vengono tradotti in suoni udibili: ronzii, battiti, ritmi pulsanti, distorsioni, vibrazioni continue. Ne emerge un paesaggio sonoro inedito, un sottofondo tecnologico che accompagna ogni nostro passo, anche se raramente ne siamo consapevoli.
Il giro delle quattro basiliche
Durante il percorso romano, le “Electrical Walks” si concentrano nei pressi delle quattro grandi basiliche papali — San Pietro, San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le Mura — luoghi simbolo del sacro, che diventano punti di ascolto del profano digitale. Le onde dei segnali si fondono con le voci dei pellegrini, con il traffico urbano, con il respiro stesso della città, restituendo una stratificazione sonora che racconta l’identità di Roma nel pieno del Giubileo.
L’esperienza è al tempo stesso contemplativa e tecnologica: chi partecipa viene immerso in un mondo di suoni che abitualmente restano nascosti, invitato a riflettere su quanto l’infrastruttura digitale influenzi la nostra vita quotidiana, anche nel cuore di una delle città più antiche del mondo. È come se Roma parlasse una lingua nuova, fatta non più solo di pietra e preghiere, ma anche di impulsi e segnali. Un paesaggio acustico parallelo che, una volta ascoltato, cambia per sempre il nostro modo di percepire lo spazio urbano.
Un laboratorio interattivo tra arte e tecnologia
L’allestimento della mostra ricorda un grande laboratorio creativo. Fotografie, video e documentazioni delle passeggiate sonore permettono ai visitatori di esplorare digitalmente le aree giubilari, ascoltandone i suoni nascosti . Attraverso l’installazione “The Mixer Project”, ogni spettatore può diventare compositore. Un controller a 4 canali consente di mixare suoni acustici ed elettromagnetici registrati a Roma e creare composizioni personalizzate, scaricabili in formato MP3.
Arte, scienza e spiritualità urbana
“Electrical Jubilee” è, di fatto, un ritratto elettroacustico di Roma nel suo momento di massima trasformazione. È arte che ascolta, scienza che racconta, tecnologia che svela. Il progetto è promosso da Kappabit, in collaborazione con il Laboratorio LAT Arte e Tecnologie dell’Università di Roma “Tor Vergata” e con il supporto del Centro di Eccellenza del Distretto Tecnologico della Cultura della Regione Lazio.
La mostra è visitabile gratuitamente dal lunedì al sabato presso il KunstRaum del Goethe-Institut, in Via Savoia 13/15 a Roma. Un’occasione per esplorare la città eterna da una prospettiva del tutto inedita. Tra suoni invisibili e paesaggi elettromagnetici “Electrical Jubilee” diventa una vera esperienza. Capace di connettere l’antico e il moderno, il visibile e l’invisibile.
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