Un dossier di Tuttoscuola rivela che nove edifici su dieci mancano delle certificazioni obbligatorie. Il Lazio registra la situazione più critica mentre il Ministero punta sui fondi PNRR per invertire la tendenza.
Un rischio costante
La sicurezza delle scuole italiane presenta un quadro critico, che coinvolge centinaia di migliaia di studenti e operatori scolastici. Nove edifici scolastici su dieci non dispongono di una o più certificazioni obbligatorie in tema di sicurezza. Il dato emerge dall’ultimo dossier di Tuttoscuola, che ha analizzato le informazioni contenute nell’Anagrafe Nazionale dell’Edilizia Scolastica, nella sezione Open Data.
I numeri descrivono una realtà preoccupante: dei 40mila edifici scolastici statali presenti sul territorio nazionale, ben 36mila non possono essere definiti a norma con le vigenti disposizioni sulla sicurezza. Si tratta di strutture che ospitano quotidianamente circa 700mila persone tra studenti e personale scolastico, creando potenziali situazioni di rischio diffuse su tutto il territorio.
Le certificazioni mancanti e i dati regionali
In tema di sicurezza sono cinque le certificazioni fondamentali previste dalla normativa: certificato di agibilità, certificato di prevenzione incendi, certificato di omologazione centrale termica, piano di evacuazione, documento di valutazione dei rischi. La mancanza anche solo di uno di questi documenti comporta irregolarità che compromettono la sicurezza degli ambienti di apprendimento.
La situazione assume contorni particolarmente critici nel Lazio, che detiene il primato negativo per il minor numero di edifici dotati di certificato di agibilità. Su 3.203 strutture scolastiche regionali, appena 407 possiedono la certificazione, rappresentando il 12,7% del totale. Per aree geografiche il fanalino di coda sono le isole, con 971 edifici su 5.149 con agibilità, pari al 18,9% del totale. Maglia nera tra le isole la Sardegna con solo il 14,2% in regola.
Il Nord in testa nella classifica della sicurezza
Il panorama nazionale presenta forti disparità territoriali. Il primo posto per sicurezza degli edifici scolastici va alla Valle d’Aosta dove su 139 plessi 122 hanno il certificato di agibilità, l’87,8% del totale. Seguono Piemonte (53,4%), Veneto (52,7%) e Friuli (52%) con il Nord che in generale si attesta intorno al 50%. Questa distribuzione evidenzia un divario strutturale tra le diverse aree del paese, con il settentrione che mostra standard di sicurezza nettamente superiori rispetto al Centro-Sud.
Le regioni meridionali e le isole registrano percentuali di conformità significativamente inferiori, con Abruzzo e Campania ferme attorno al 30%, mentre il Centro Italia si attesta al 29,7%. Particolarmente critica appare la situazione nelle zone ad alto rischio sismico, dove il certificato di collaudo statico risulta posseduto da meno della metà degli edifici scolastici.
Gli investimenti PNRR per l’edilizia scolastica
Il Ministero dell’Istruzione ha respinto le critiche emerse dal dossier, sottolineando l’entità degli investimenti in corso. Sono stati approvati interventi di edilizia scolastica di competenza di Province, Città metropolitane e enti di decentramento regionale per € 855 mln, mentre sono stati stanziati rispettivamente € 500 mln e € 210 mln per interventi di messa in sicurezza degli edifici scolastici. Le fonti ministeriali, inoltre, precisano che i dati del dossier Tuttoscuola fanno riferimento al periodo 2023-2024 e non tengono conto dell’enorme sforzo finanziario attualmente in atto. Oltre 10mila edifici scolastici sono interessati da lavori di ammodernamento e messa in sicurezza, grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza integrati da significative risorse ministeriali. Istituito un Fondo per le emergenze di edilizia scolastica prevedendo l’incremento di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026 del Fondo unico per l’edilizia scolastica.
Le prospettive di intervento
L’impegno finanziario complessivo rappresenta il più ampio piano di intervento mai realizzato per l’edilizia scolastica italiana. Le opere avviate interessano circa il 22% del patrimonio edilizio scolastico nazionale, mirando a recuperare decenni di mancata manutenzione ordinaria e straordinaria. Tuttavia, nonostante gli ingenti fondi che ha stanziato il PNRR, per ora l’impatto è limitato, con oltre il 40% degli interventi bloccati nella fase iniziale.
Il Ministero ha sottolineato che i risultati di questi investimenti saranno misurabili concretamente solo tra qualche anno, considerando i tempi necessari per completare i progetti di ristrutturazione e adeguamento normativo. La responsabilità degli interventi antisismici rimane comunque in capo agli Enti locali, che devono coordinare le proprie azioni con le disposizioni ministeriali e i finanziamenti disponibili.
Gli esperti del settore evidenziano che il patrimonio edilizio scolastico italiano sconta problematiche strutturali accumulate nel corso di sessant’anni. La maggior parte delle strutture risulta obsoleta e necessita di interventi significativi per garantire standard di sicurezza adeguati. Prima di tutto, però, servirà accelerare i tempi di realizzazione dei progetti finanziati, superando le difficoltà burocratiche che spesso rallentano l’iter di approvazione e realizzazione delle opere pubbliche.
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