Marco Sabatini, coordinatore strategico-programmatico, spiega il progetto pilota a Firenze che punta a creare una rete nazionale dedicata ai ragazzi dagli 11 ai 21 anni, con l’obiettivo di renderli “cittadini attivi”
Un progetto finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali punta a creare una rete nazionale di centri multifunzionali dedicati ai ragazzi fra gli 11 e i 21 anni, da realizzare nell’ambito del Programma Nazionale Inclusione e lotta alla povertà 2021-2027. L’idea di DesTEENazione – desideri in azione – è quella di coinvolgere i più giovani e renderli parte attiva nella creazione di percorsi ricreativi, artistici e culturali, oltre che a garantirgli un supporto nello studio, nella ricerca nel lavoro e nella tutela del benessere psicologico.
Il primo spazio è stato inaugurato a fine ottobre a Firenze, nel Quartiere 5, al primo piano del Centro commerciale San Donato, ed è frutto della collaborazione fra la Società della Salute, il Comune di Firenze e gli enti del terzo settore riuniti in un’associazione temporanea di scopo (ATS): Consorzio Co&So (capofila), la cooperativa Il Girasole, il Consorzio Metropoli, le cooperative Cat e Cepiss, le associazioni Piazza San Donato e AltVibe.
«Siamo i primi in Italia a sperimentare un centro multifunzionale di questo tipo – spiega Marco Sabatini, coordinatore strategico-programmatico di DesTEENazione – e la sfida è quella di diventare un punto di riferimento per i ragazzi, affinché si sentano cittadini attivi a tutti gli effetti, in una cornice di condivisione. Il luogo scelto è collocato in uno dei quartieri più densamente popolati della città ed è facilmente raggiungibile anche dagli atri quartieri, grazie alla vicina fermata della tramvia: all’interno del centro commerciale c’era uno spazio del Comune non utilizzato e il progetto è stato anche l’occasione per renderlo uno spazio attivo di protagonismo e di promozione della salute e del benessere dei giovani e delle loro famiglie».
La sperimentazione si sviluppa su sei linee d’azione: coordinamento strategico-programmatico e tecnico, attività aggregative socio-educative, prevenzione dell’abbandono scolastico, accompagnamento e supporto alle figure genitoriali, accompagnamento psicologico e promozione dell’intelligenza emotiva dei ragazzi, orientamento al lavoro. «Le diverse linee d’azione ci permettono di creare una collaborazione con le scuole, dove opereranno 4 educatori, e di fare al contempo un lavoro di mappatura dei bisogni del territorio con l’équipe educativa di strada, composta da altri 4 professionisti – continua Sabatini -, mentre all’interno si dà spazio a laboratori fotografici, di fumettistica, di musica, oltre ad uno sportello per il supporto psicologico aperto gratuitamente a chiunque, ai ragazzi e alle famiglie, una sala studio e uno spazio dove faremo edu-gamer, per un uso consapevole dei videogiochi. Abbiamo anche allestito un palco dove poter fare esibizioni musicali, teatrali e di danza, e alcune sono già partite. E nella sala podcast stiamo pensando anche alla creazione di una radio gestita dai ragazzi. La cosa importante è che si tratta di un luogo sicuro e propositivo, dove si cerca di cambiare approccio e di mettersi in ascolto dei più giovani».
Il primo passo è far conoscere il centro multifunzionale e le sue potenzialità a un numero sempre maggiore di ragazzi, e gestire le richieste di informazioni che arrivano dalle famiglie. «Per la sua ubicazione il centro è molto visibile e lo stiamo promuovendo attraverso le diverse attività – racconta Lotar Sanchez, coordinatore tecnico insieme a Libera Maglio – affinché i giovani possano essere attratti sia dai laboratori che dalla possibilitàdi proporre loro stessi nuove iniziative. Perché il punto forte del progetto è proprio questo: gli educatori sono in ascolto qui, nelle scuole e nelle strade, per intercettare le potenzialità degli adolescenti e dei giovani. Spesso noi adulti non siamo allenati all’ascolto attivo, ma tendiamo invece a metterci in cattedra a spiegare cosa è giusto e cosa è sbagliato, piuttosto che cercare di comprendere un altro punto di vista. Succede ad esempio con la musica trap: molti adulti non la considerano musica, invece può diventare un’occasione per creare dei laboratori di scrittura, tirare fuori le emozioni, coinvolgere il nostro target a partire da ciò che appassiona».
Maglio osserva che ciò che più spaventa e allo stesso tempo affascina i ragazzi è proprio la ricerca di sé stessi. «Una persona in crescita è alla ricerca del suo posto nel mondo – dice -, ha paura di non essere adeguata, soprattutto oggi, circondata da modelli che non corrispondono al vero ma che comunque inducono a considerarci tutti imperfetti. E il messaggio che ogni adolescente deve ricevere è che siamo tutti adeguati, perché ognuno di noi è unico».
Partire dai bisogni degli adolescenti significa anche rispettare le loro passioni. DesTEENazione, non a caso, ha dato spazio anche al mondo dei videogame, con progetti basati sul gaming e guidati da educatori appassionati, in una cultura del gioco che aiuti a dare un senso alle emozioni più profonde, a costruire significati a partire da una partita alla PlayStation o alla Xbox.
«C’è posto anche per le famiglie conclude Sanchez – perché dietro ogni adolescente c’è una realtà che va accolta, e a volte basta anche solo un momento di orientamento per dissipare le paure dei genitori e ritrovare benessere e serenità anche in casa».
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