Una recente sentenza della Corte Suprema ribadisce il ruolo fondamentale dei nonni nella crescita dei nipoti minori. La risoluzione chiarisce che i genitori non possono vietare i rapporti familiari senza una valida e chiara giustificazione.
Il diritto dei nonni al centro della giustizia familiare
La Corte Suprema spagnola si è pronunciata in modo chiaro e inequivocabile: i genitori non possono impedire ai nonni di vedere i propri nipoti, a meno che non sussistano motivazioni fondate e documentate. Una recente sentenza ha rafforzato il principio già contenuto negli articoli 94 e 160 del Codice Civile iberico, aggiornati dalla recente riforma in materia di rapporti familiari.
Secondo la normativa, i nonni hanno un “ruolo fondamentale di solidarietà nell’ambito familiare”, che va riconosciuto e tutelato anche nei momenti di conflitto tra adulti. La decisione della Corte Suprema stabilisce un precedente importante, destinato ad avere impatto su molte controversie familiari.
Il caso: assolto il padre, ma i nonni esclusi
La vicenda che ha portato alla sentenza ha origine da un contesto familiare complesso. Dopo un’accusa di abusi nei confronti del padre, conclusasi con una sentenza di assoluzione, la madre dei minori ha rifiutato qualsiasi contatto tra i figli e i nonni paterni.
Il Tribunale di primo grado n. 5 di Elche aveva inizialmente accolto la posizione della madre. Tuttavia, i nonni hanno presentato ricorso. La Sezione Nona del Tribunale provinciale di Alicante ha ribaltato la decisione, riconoscendo che non vi erano elementi concreti per escludere i nonni dalla vita dei minori.
“I nonni trasmettono valori e stabilità affettiva”
La Corte Suprema ha sottolineato l’importanza della presenza dei nonni nel contesto familiare, attribuendo loro un ruolo educativo, affettivo e valoriale.
Secondo i giudici, i nonni rappresentano una figura di continuità, fondamentale per la trasmissione dei valori familiari, per la coesione intergenerazionale e per il benessere psicologico dei bambini. “I nonni svolgono un ruolo fondamentale nella trasmissione dei valori, della stabilità affettiva e della coesione familiare”, si legge nel testo della sentenza.
Inoltre, è stato osservato che il rifiuto manifestato dai minori nei confronti dei nonni poteva essere in parte attribuito all’influenza della madre.
Le nuove regole: visite mensili e condizioni precise
Nel concreto, la sentenza stabilisce che i nonni paterni potranno incontrare i nipoti una volta al mese, in un giorno scelto dalla madre, tra le 12:00 e le 16:00. La madre sarà tenuta a informare i nonni con almeno una settimana di anticipo e dovrà assentarsi durante le visite.
Un altro punto chiave riguarda la gestione logistica: saranno i nonni a occuparsi dell’andata e del ritorno dei minori dalla casa materna. Il giudice ha disposto che queste visite potranno essere estese col tempo, se il rapporto familiare si rafforzerà, oppure sospese, qualora si rilevino effetti negativi sui bambini.
Cresce il numero di nonni che ricorrono ai tribunali
Questo caso riflette un fenomeno sempre più diffuso: molti nonni, privati del rapporto con i nipoti per decisioni unilaterali dei genitori, scelgono la via giudiziaria per far valere i propri diritti. La difficoltà di mantenere un legame stabile con i nipoti, soprattutto in seguito a separazioni conflittuali o situazioni familiari tese, spinge sempre più nonni a rivolgersi ai tribunali.
In numerose situazioni, il contatto con i nipoti viene interrotto senza motivazioni fondate, spesso a causa di rancori personali o dinamiche irrisolte tra adulti. E quando il dialogo familiare si spezza, molti nonni si trovano costretti a intraprendere un percorso legale per poter continuare a far parte della vita dei bambini.
Questa pronuncia della Corte Suprema rappresenta un punto fermo nell’interpretazione della legge, sottolineando come la relazione tra nonni e nipoti non possa essere ostacolata senza una giustificazione oggettiva. I tribunali dovranno tenere conto del benessere dei minori, ma anche della necessità di garantire loro una rete familiare ampia e affettiva.
La sentenza fissa un principio: l’esclusione dei nonni non può basarsi su rancori, pregiudizi o conflitti tra adulti, ma solo su prove concrete che dimostrino un potenziale danno per i minori.
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